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Arredi: la collection de Madame et Monsieur X

La casa come contaminazione di stili e di epoche è, si sa, un concetto assai amato dell’arredamento contemporaneo: un concetto moderno, che affonda però solide radici nel nostro passato migliore, ricollegandosi ad una tradizione che parte dall’amore degli uomini del Medioevo per le curiosità, le celebri naturalia, per passare alle glorie, tutte manieriste e barocche, delle Wunderkammer , ed ancora alla grandiosità secentesca, la misurata eleganza illuminista, il decoro borghese del XIX e XX secolo, fino all’algida essenzialità del Deco e del design. Oggi gli oggetti che abitano le nostre case, e certe case in particolare, continuano a suscitare stupore, meraviglia, spirito di emulazione, a volte invidia, soprattutto quando si compongono in autentiche camere delle meraviglie colme d’eclettica bellezza e testimonianza di gusto sicuro e raffinato.

Questa è anche la storia degli arredi delle due residenze di Madame e Monsieur X, distribuiti in un vivace sovrapporsi di oggetti disparati, ma che finiscono per comporre, si direbbe in modo del tutto naturale, un insieme armonioso. Così, un elegantissimo cassettone francese settecentesco, in legno laccato rosso decorato con una magata chinoiserie a paesaggi animati, pare dialogare con il compagno genovese in legno di violetto, che esibisce il caratteristico quadrifoglio tra maniglie e montature in bronzo cesellato e dorato. Ad un piccolo tavolo da centro scolpito e dorato del XIX secolo, di un gusto ispirato agli ultimi momenti del Barocco, con il piano circolare in marmi policromi a motivi geometrici sorretto da un tronco sul quale si nascondono scoiattoli curiosi, è vicino un altro tavolo di simile impianto: ma qui il piano è in malachite.

E si guardi al giocoso divano a teatrino in velluto rosso, che sembra riportare alle musiche di un Ponchielli o di un Respighi, o alla coppia di sculture in metallo dorato del XX secolo raffiguranti serpenti con code attorcigliate, perfettamente accoppiati a due imponenti quanto spettacolari letti cinesi del XIX secolo: il primo in legno a lacca rossa con pannelli finemente incisi a rilievo e dorati, il secondo a forma di Takarabune (Barca dei Tesori) in legno a lacca rossa e dorata. Arredo tutt’affatto straordinario, dove la prua coronata da una fenice è realmente un acme d’eclettica ed esotica stravaganza.

Come è giusto, non mancano le opere meno fantasiose, spesso sorrette da una grande qualità formale ed esecutiva: un centrotavola in argento di Robert Garrard, del 1842, è decorato da un gruppo con un militare con cavallo a fianco di un obelisco con inciso l’orgoglioso motto “Pro aris et focis”, mentre diciassette figure di danzatrici in biscuit sono un vero emblema dell’Art Noveau: fanno parte della celebre serie detta Du Jeau de l’écharpe , realizzate a Sèvres dal 1900 e poi copiate nelle manifatture ceramiche di mezza Europa.

Infine i gioielli, di sfavillante eleganza: un anello a cupola in platino, con un rubino cabochon, uno smeraldo e diamanti di David Webb, ed un altro sempre dell’orafo londinese, in platino, zaffiro giallo, smeraldi e diamanti.