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Picasso plasma la modernità

Picasso ha divorato la pittura, la scultura, la ceramica, qualsiasi manifestazione d’arte che il XX secolo poteva offrire, prosciugato alla fonte di tutte i segni, le forme e i colori, che i secoli precedenti avevano pazientemente raccolto fondando la cultura figurativa occidentale. Picasso il cannibale, che sperimenta dal primo all’ultimo giorno della sua frenetica e stupefacente vita, tutte le galassie della creatività umana con una passione e freschezza commovente, perché la forza vigorosa della giovinezza – come la nascita di una sorgente d’acqua – nelle infinite maturità si alimenta ossessivamente, per divenire nell’ultimo tratto della sua produzione, una travolgente cascata di idee primigenie.

Nell’estate del 1946 soggiornava ad Antibes e per la prima volta decise di recarsi a Vallauris, un borgo della Costa Azzurra celebre per la sua produzione ceramica.
Dopo aver visitato la fabbrica di ceramiche Madoura, iniziò a mettere su carta qualche idea. L’incontro con Suzanne e Georges Ramié, proprietari della manifattura, fu decisivo. Era andato a trovarli nel loro laboratorio e aveva già cercato di realizzare alcune figure. Con i Ramié inziò imparare le varie tecniche di lavoro, soprattutto grazie all’aiuto dell’artista Jules Agard (Grans, 1871 – 1943).

Picasso rimase fino al 1954 nel sud della Francia, lavorando regolarmente nel laboratorio di Madoura, buttandosi a capofitto alla scoperta di questo nuovo materiale con grande dedizione e completamente affascinato dalla plasticità della terra e dal suo processo di cottura. Ed è in questo periodo che incontrerà la seconda moglie Jacqueline Roque, conosciuta proprio a Vallauris nel 1951.

Pablo Picasso è riuscito a produrre oltre 4000 pezzi. L’artista ha sperimentato creando e decorando vasi, piatti, bottiglie e pentole dai colori, forme e decorazione più svariate, senza mai abbandonare i motivi caratteristici della sua produzione pittorica. Picasso si è dedicato così alla realizzazione di oggetti su scala minore, in modo da creare opere più accessibili.

Nella prossima asta milanese di Arte Moderna e Contemporanea del 20 dicembre verrà esitata una ceramica smaltata policroma del 1955 con il marchio e l’etichetta “Madoura” sul retro, intitolata “Bouquet”, in una edizione non numerata di 450 esemplari, dove Picasso plasma con la materia un segno di rara felicità creativa che nella sua apparente semplicità fanciullesca  risulterà indelebile nella storia dell’arte ceramica del XX secolo, dimostrando di essere  l’immortale gigante della modernità.