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Paul Durand-Ruel, Zandomeneghi e lo sguardo seduttivo di Thècle

Paul Durand-Ruel e l’Impressionismo sono una cosa sola. La sua galleria londinese a New Bond Street era il paradigma di quella irrefrenabile stagione dove progresso, benessere e joie de vivre delle classi più agiate dette modo ad artisti mondani, eclettici ed estrosi di rappresentare la bellezza nella maniera più smagliante sfarzosa possibile.

Negli oltre trent’anni che vanno tra il 1891 e al 1922 comprò 12.000 opere di artisti celeberrimi oggi allora derisi, tra le quali 1.500 Renoir 1.000 Monet, 800 Pissarro, 400 Degas, 200 Manet, e tante opere di Sisley, Cézanne e molti altri.

Quando sbarcò a New York nel 1886, seppur in bancarotta, aveva portato da Parigi 43 casse di opere che vendette in poche settimane, e nel 1887 quando aprì la galleria nella Fifth Avenue era già una figura leggendaria nella sua visionaria follia.

Determinato e ambizioso, fu capace di inventare la figura del gallerista contemporaneo che ancora conosciamo oggi, a partire dall’esclusiva degli artisti, la creazione di una rete globale  di relazioni tra Europa e Stati Uniti, l’ingresso gratuito, volumi illustrati e cataloghi ragionati, con introduzioni di scrittori del calibro di Stéfane Mallarmé ed Emile Zola.

È di grande prestigio che “Thècle”, un ritratto femminile di Federico Zandomeneghi, proveniente dalla collezione Durand-Ruel venga esitato nell’asta di Dipinti del XIX secolo del 29 novembre 2023 (lotto 701, stima 40.000 – 60.000 euro). Una figura ieratica e silente che guarda diretta lo spettatore come a stabilire un legame seduttivo con la modernità di un secolo che la vedrà consapevole ed emancipata.

Lotto 701, Federico Zandomeneghi, (Venezia, 1841 – Parigi, 1917) Thècle. Firmato Zandomeneghi in alto a destra. Olio su tela, cm 46X38 Stima € 40.000 – 60.000

Federico Zandomeneghi riceve i primi insegnamenti artistici dal padre Pietro e dal nonno Luigi, che cercheranno di stimolare il suo interesse per le arti, in particolare la scultura, ma il giovane Federico è affascinato fin dall’infanzia dal disegno e dalla pittura.

Di conseguenza, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove avrà come maestri Michelangelo Grigoletti e Pompeo Molmenti. Nel 1859, lascia la sua città natale per evitare il servizio militare, dirigendosi verso Pavia e iscrivendosi all’università, successivamente si sposta a Firenze, dove rimane fino al 1866. Qui, l’incontro con artisti come Signorini e Diego Martelli sarà determinante, ispirandolo a sviluppare uno stile unico e a coltivare il suo talento artistico.

Nel 1874 si trasferisce a Parigi, dove inizia ad abbracciare lo stile impressionista, frequentando il Café de la Nouvelle-Atene e divenendo amico intimo di Sisley, Pissarro e Degas. Stimolato proprio da Degas, Zandomeneghi parteciperà a diverse mostre impressioniste, ottenne ampio consenso da parte del pubblico e della critica per la freschezza e la forza delle sue composizioni pittoriche.

Le sue modelle preferite erano spesso donne della piccola borghesia parigina, ritratte nella comodità delle loro case, per le strade di Parigi o in ambienti sociali sofisticati, caratterizzate da una solida abilità tecnica nel disegno e una profonda capacità psicologica, elementi che contribuiranno al suo successo.

In Zandomeneghi resta sempre vivo il sapiente uso del colore, di radice veneziana, unito all’influenza dei macchiaioli toscani. Caratteristiche evidenti nella nostra tela, dove la protagonista si rivolge verso lo spettatore con uno sguardo languido e provocante, così come la posa, molto naturale, che mostra la spalla scoperta dalla camicetta, involontariamente trattenuta dalla mano di Thècle. Il taglio fotografico, tipico dello stile di Federico Zandomeneghi, sembra guidare lo sguardo verso la giovane donna, relegando tutto il resto ai margini dell’opera.

Provenienza: Parigi, Galleria Durand-Ruel; Parigi, Galleria Schwarz; Milano, collezione privata

Esposizioni: Genova, Palazzo Nicolosio Lomellino, Essenze di donna. Da Boldini a De Nittis, fascino e seduzione nella Belle Époque, 2012, n. 26; Milano, Galleria Bottegantica, Ottocento Veneto. Da Favretto a Zandomeneghi, 2013, s.n.

Bibliografia: Piceni, Zandomeneghi, Milano 1967, n. 402, ill. b/n, n.p.; Piceni, Zandomeneghi, Busto Arsizio 1991, n. 402, ill. b/n, n.p.; Fondazione E. Piceni, Federico Zandomeneghi. Catalogo generale, Milano 2006, n. 827 ill. b/n p. 376; Savoia, S. Bosi, Essenze di donna. Da Boldini a De Nittis, fascino e seduzione nella Belle Époque, catalogo della mostra, Genova 2012, tav. col. n. 26, p. 40, regesto p. 47; Savoia, S. Bosi, Ottocento Veneto. Da Favretto a Zandomeneghi, catalogo della mostra, Crocetta del Montello 2013, tav. col. p. 11

Lotto 701, Federico Zandomeneghi, (Venezia, 1841 – Parigi, 1917) Thècle. Firmato Zandomeneghi in alto a destra. Olio su tela, cm 46X38 Stima € 40.000 – 60.000