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Oltre Caravaggio inizia la modernità

Il 600’ napoletano è un’invenzione di Roberto Longhi che vede il naturalismo di Caravaggio come la spina dorsale dell’arte napoletana.  Nella mostra “Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli” aperta fino al 7 gennaio 2023 al Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli,  i curatori della mostra, Stefano Causa e Patrizia Piscitello, sulla base degli studi degli ultimi decenni, propongono di riconsiderare lo schema di Longhi, ormai ampiamente storicizzato, e di ripensare l’intera articolazione di un secolo che non fu solo quello di Caravaggio, ma soprattutto quello di Jusepe de Ribera, uno spagnolo arrivato a Napoli nel 1616, sei anni dopo la morte di Caravaggio, che nella mostra viene posto al centro della scena artistica napoletana. Nelle ventiquattro sale del museo sono esposte 200 opere provenienti tutte dalle collezioni permanenti del museo che mette in risalto la civiltà artistica napoletana come crocevia di opere, progetti e residenza in città di artisti forestieri che hanno arricchito la vita culturale di una grande città portuale che nel XVII secolo era  una delle megalopoli più popolose del mondo esercitando una  profonda influenza sulla cultura europea; la sua storia si presenta come una ricca stratigrafia, fatta di diverse civiltà, popoli e espressioni artistiche che hanno lasciato tracce nel patrimonio artistico e monumentale.

Una mostra, realizzata in collaborazione con le associazioni “Amici di Capodimonte Ets” e “American Friends of Capodimonte”, che si propone di rilanciare il dibattito presentando un’altra lettura del ‘600 napoletano, diventato per amatori e storici il secolo di Caravaggio.