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Gio Ponti la forma delle idee

Originalità, funzionalità, stile e gusto del tempo, sono parti di un insieme indivisibile della vicenda professionale di Gio Ponti, sia come architetto e designer, tasselli di un rapporto intimo e vitale con la ‘produzione’. Come ebbe a dire nel 1933: “Vi sono rapporti, interessantissimi, fra industria ed arte. Le suggestioni della prima sulla seconda sono evidenti e note. L’arte s’è innamorata dell’industria, quasi femminilmente e l’industria è entrata nel novero dei fenomeni intellettuali (…)” (in “Arte e industria” tratto dal volume “La casa all’italiana”, Edizioni Domus, Milano). In un servizio su Domus del luglio 1939 (rivista da lui fondata nel 1928, che, insieme a Casabella, rappresenterà il centro del dibatto culturale dell’architettura e del design italiano della seconda metà del ‘900, e tutt’oggi punto di riferimento imprescindibile a livello internazionale) possiamo notare il medesimo modello dello splendido e flessuoso mobile bar disegnato per Fontana Arte, presumibilmente coevo alla pubblicazione – che sarà esitato nell’asta del 13 giugno – all’interno di uno spazio abitativo allestito per “Casa e Giardino”. Il rapporto con questa importante azienda di mobili e complementi d’arredo è emblematico di un pieno coinvolgimento di Gio Ponti negli anni Trenta in un design aperto ad una fascia più ampia possibile di acquirenti “perché una delle caratteristiche dell’intervento degli artisti nell’industria, (e mi riferisco ora particolarmente alle industrie artistiche: tessuti, ceramiche, metalli, vetri ecc.) è – oltre l’aggiornamento del gusto e l’ossigeno dei contatti culturali – l’invenzione”.

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