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CAPOLAVORI con un semplice click

CARNET DE VOYAGE di Roberta Olcese

Quanto vale il mercato delle vendite online? La pandemia ha velocizzato la spinta degli acquisti sul digitale – come appare evidente dai risultati internazionali delle aste – e convinto migliaia di appassionati e investitori a scegliere i capolavori con un semplice click.
“Comprare opere d’arte dev’essere un’esperienza felice, anche quando è online. I collezionisti desiderano essere sorpresi dalla qualità degli oggetti”. Charlotte van Leerdam, managing director di Tefaf, ha concluso la prima edizione su web – che ha temporaneamente sostituito dall’1 al 4 novembre l’appuntamento autunnale al Park Avenue Armory a New York – con oltre 30.000 visitatori registrati sulla nuova piattaforma digitale lanciata per l’occasione. In attesa dell’edizione dal vivo a fine maggio a Maastricht.
Come è andata? “Meglio del previsto, i collezionisti VIP e non solo, sono rimasti soddisfatti, le risposte sono state positive. Abbiamo avuto molti nuovi clienti oltre a quelli già noti”.
I primi commenti sono di grande entusiasmo e stimolo a implementare il mezzo e quello che è stato un numero zero potrebbe diventare un format. “Stiamo analizzando se valga la pena presentare un’edizione speciale a marzo prossimo, nei giorni in cui avremmo dovuto avere Maastricht che invece si terrà a giugno del 2021”.
I risultati sono stati premianti, con vendite anche a sei zeri come nel caso del dipinto “Interior with a Woman Standing” del 1913 di Vilhelm Hammershøi, venduto a 5 milioni di dollari.
Il digitale potrebbe davvero rappresentare la svolta che scardina il mercato dell’arte in un momento di incertezza globale causata dalla pandemia. Le opere a sei zeri non sono mancate nella proposta dei galleristi, in particolare di Lucio Fontana un “Concetto Spaziale” su fondo bianco a quattro tagli del 1960. Tra i pezzi rari e da wunderkammer un orologio del XVIII secolo a forma di obelisco realizzato in pietre preziose e oro con quattro sfingi firmato da Johann Heinrich Kohler.
La prima edizione pilota di Tefaf online ha riunito quasi 300 espositori da tutto il mondo autorizzati a esporre un solo oggetto ciascuno corredato da immagini, video e didascalie dettagliate che è stato poi sottoposto al filtro del vetting.
“Tefaf è l’unica fiera online a verificare attraverso un comitato qualificato l’autenticità e la qualità dei pezzi in vendita”. Sottolineano dall’organizzazione.
Come di consueto i capolavori hanno coperto un arco temporale di 7.000 anni di storia dell’arte con rappresentate tutte le categorie.
La versione digitale ha permesso di tracciare la provenienza del pubblico con estrema precisione. “La grande novità è che online individui i visitatori, garantendo la privacy, si seguono i loro spostamenti e il tempo che si soffermano su un quadro”.
È stata registrata una grande affluenza di collezionisti, curatori, direttori di musei, americani, cinesi, sudamericani e il tradizionale flusso europeo. Grandi assenti i rappresentanti del mercato africano. Buona partecipazione anche dalla Russia, Hong Kong e Singapore.
Gli espositori per quattro giorni sono stati dietro al PC, hanno risposto agli interessati, raccolto bid e intrapreso trattative a distanza. Ma i margini di crescita ci sono. Oggi le fiere digitali costano ancora poco, tra i 500 e i 5.000 euro circa. Investendo in tecnologia e marketing ci sono ampi margini di crescita e fidelizzazione del mezzo. Quello su internet è un modo nuovo di fare business”. Osserva la manager e aggiunge: “Abbiamo capito che dobbiamo rendere ancora più facile le modalità per caricare i video e gli elementi “social”. È chiaro che non si può replicare sulla realtà virtuale quello che succede nelle fiere dal vivo”.
È molto difficile ricreare online l’emozione che si prova nello stand di un gallerista quando è facile chiudere l’acquisto perché si conoscono i servizi di assicurazione e trasporto e magari l’opera è stata visionata insieme al proprio art advisor.
Gli esperti di fiere virtuali hanno calcolato che il tempo investito sulle piattaforme online è di circa due ore. Oltre d’altronde, è difficile mantenere la concentrazione senza una pausa come succede di solito nei corridoi del Mecc di Maastricht tra una tartina di pesce e una flûte di Champagne.
“Vogliamo migliorare ancora la piattaforma per ridurre le distanze, rendere più facile la partecipazione ed essere vicini alle esigenze di chi vende e di chi acquista” spiega Van Leerdam
Anche la discussa scelta di esporre una sola opera – mentre a Frieze era possibile allestire virtualmente tutto lo stand ricreando una viewing room – pare aver funzionato: “Puntare su un solo capolavoro ci ha spinto a fare una cernita che rappresentasse al meglio l’offerta di ogni galleria e mettere in risalto ogni artista in maniera piena”. Hanno dichiarato gli espositori.
Van Leerdam evidenzia un altro aspetto da non sottovalutare quando si tratta di acquisti online: la sicurezza. “E’ troppo presto per stabilire dei criteri, ma noi abbiamo studiato il mercato dell’e-commerce e la Comunità Europea si è mostrata molto sicura per garantire e proteggere il compratore in caso di annullamento delle vendite. Penso che chi si avvicina a questo mondo nuovo debba tenerne conto”.