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ALLA CORTE: dress code fra colori e simboli

PREVIEW/ Asian Art 26 novembre 2019

Se da noi si usa dire che “l’abito non fa il monaco” in Cina non è mai stato così. Sin dalle più antiche Dinastie il colore ed il simbolismo ricamato degli abiti distingueva i ranghi sociali e militari e, durante il regno dell’imperatore Qianlong (1736-1795), della Dinastia Qing, fu redatto un documento che regolava il dress code di Palazzo.

Gli abiti di corte erano divisi in tre grandi categorie: formale (Ch’ao-fu), semi-formale (Ch’i-fu), ed informale (Ch’ang-fu). I primi venivano indossati nelle più importanti cerimonie quali ascensione al trono o cerimonie quali compleanni, matrimoni o cerimonie sacrificali, i secondi chiamati “Dragon Robe”, erano indossati da tutti coloro che facevano parte della corte o servivano l’imperatore in imprese ufficiali.
Le donne avevano abiti separati per occasioni formali, ed informali quest’ultimi erano due: Changyi con un pannello che attraversava da sinistra a destra, relativamente dritto, mentre Chenyi aveva uno spacco su ogni lato, permettendo la facilità di movimento.

La simbologia ampia fa emergere il drago quale simbolo imperiale che insegue la perla infuocata (simbolo di saggezza) con cinque artigli mentre per i cortigiani gli artigli erano quattro o tre. Sull’abito c’erano nove draghi di cui cinque visibili guardando di fronte e da dietro perché 5 e 9 erano numeri associati alla dignità del trono. I “Dodici Simboli” erano riservati agli abiti formali dell’imperatore. I simboli del buddhismo, del taoismo, fiori, piante, caratteri e animali venivano scelti a seconda degli abiti.

I ricami con fili di seta colorata, fili d’ oro o argento venivano ricamati con varie tecniche su seta semplice, raso, damasco o garza a seconda delle stagioni e delle funzioni.

I colori indicavano lo status dei ranghi cinque come i cinque elementi dell’universo: Blu (Est/legno) per i nobili. Bianco (Ovest/metallo) associato al lutto. Nero (Nord/acqua) per il rango minore. Rosso (Sud/fuoco) per i rituali del matrimonio e della nascita.

Giallo (centro/terra) riservato all’imperatore in quanto era considerato il centro del potere. Altri membri della famiglia imperiale indossavano varie sfumature di giallo/arancione, essendo vicini al centro del potere. L’abito informale dell’imperatore era spesso marrone rossastro, grigio o azzurro. Verde e rosa erano specifici per le donne.

In tal proposito, nella prossima asta del 26 Novembre 2019, saranno presentati tre abiti, un raro cappello e quattro borsine da corte, provenienti dalla collezione privata del conti Zavagli Ricciardelli e dei baroni Di Brocchetti, che ricoprirono a partire del XIX secolo alte cariche politiche e nella Regia Marina Italiana, vivendo in oriente (Giappone e Cina fino all’inizio del XX secolo) consuetudine diplomatica e militare tramandata agli eredi.