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La natura aperta di Emma Talbot vince il Max Mara Art Prize for Women 2022

La Collezione Maramotti oltre a conservare una splendida raccolta permanente che attraversa le molteplici stratificazioni della ricerca artistica contemporanea, è attenta a promuovere l’arte vista attraverso lo sguardo delle donne, come dimostra dal 2005 il Max Mara Art Price for Woman in collaborazione con la White Chapel di Londra, e una serie di eventi espositivi che nel corso di questi anni hanno scadenzato un mecenatismo attento a sostenere nuovi linguaggi e differenti punti di vista.

Valori intangibili, contenuti extra pittorici ci aprono una nuova visione, tutta  al femminile,  che conduce sotto la pelle dell’immagine fino a trasformarla in esperienza pittorica dell’esistenza che sottende alla loro idea di identità femminile e di bellezza.

In progetti e opere – prodotti e/o presentati alla Collezione Maramotti in questi anni – molti sono i nomi al femminile (dalle vincitrici del Max Mara Art Prize: Salmon, Buettner, Prouvost) a Manzelli,  Kaikkonen, Bhabha, Tanaka, Pediconi,  Djordjatze, Black tra le altre.

In tutti è interessante notare come i progetti di artiste, dunque la loro visione del mondo, tendano  a generare una complessità  peculiare nella visione  e nella rappresentazione che, passando per una stratificazione  percettiva  e cognitiva, giunge a riconciliare  la dimensione di  ricerca formale  a quella fortemente esperienziale.

Lo sguardo al femminile in arte conduce e intensifica una relazione col mondo ricca, articolata,  attraverso  una visione aperta, capace di  declinare  anche temi fortemente socio-politici in chiave originale  e non didascalica, ridefinendo l’idea di etica e di  bellezza che incorpora tutta la fragilità,  ma anche la potenziale vitalità dei nostri tempi.

L’ottava edizione del Max Mara Art Prize for Women 2022 è stata vinta da Emma Talbot (nata nel Regno Unito nel 1969) che ha terminato la sua residenza di sei mesi in Italia, ed esporrà le nuove opere alla Whitechapel Gallery di Londra dal 30 giugno 2022 e alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia a partire dal 23 ottobre 2022.

La proposta con cui Talbot ha vinto il Max Mara Art Prize for Women affronta temi fortemente radicati come il potere, la governance, gli atteggiamenti riguardo alla natura e alla rappresentazione delle donne visti attraverso una lente squisitamente personale. Il punto di partenza è il dipinto Le tre età della donna (1905) di Gustav Klimt, che raffigura una donna anziana nuda, in piedi e a capo chino, in uno stato di apparente vergogna. Talbot ha avuto l’opportunità di vedere da vicino il dipinto presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, durante la sua residenza in Italia. Nell’opera proposta per il premio, Talbot rappresenta la figura come un soggetto dotato di volontà, che si trova ad affrontare una serie di sfide. Queste fatiche di Ercole moderne implicano che l’anziana donna è dotata del potenziale necessario a ricostruire la società in cui viviamo, contrastando la consueta visione negativa dell’invecchiamento.

Il progetto vincitore di Talbot per il Max Mara Art Prize for Women assumer. la forma di un’installazione immersiva: una rappresentazione tridimensionale dell’anziana eroina che si erge solitaria in un precario mondo post-apocalittico in cui la tecnologia è stata annientata. Sullo sfondo, una lunga scena dipinta su seta (realizzata su tessuto dell’azienda comasca Mantero, la prima in Italia a produrre seta 100% riciclata) richiama i paesaggi che l’artista ha potuto ammirare durante i suoi viaggi in Sicilia e a Roma.

Emma Talbot, che successivamente è stata invitata a partecipare alla 59a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, a cura di Cecilia Alemani, ha dichiarato: “Questa residenza di sei mesi tra Reggio Emilia, la Sicilia e Roma è stata fantastica e ricca di opportunità, una svolta per la mia vita e il mio lavoro. Ho apprezzato moltissimo questa esperienza arricchente che mi ha permesso di sviluppare il mio progetto grazie alla ricerca sul campo presso musei, siti archeologici, archivi, aziende tessili, siti di permacultura e produttori specializzati in tutto il Paese. L’aiuto di esperti e professionisti che mi hanno guidata nelle ricerche, unito al supporto dei partner che mi hanno ospitata, ha contribuito enormemente ad ampliare le mie conoscenze. Ho stretto legami importanti con le persone che ho incontrato, aspetto che ha trasformato la mia residenza in un bellissimo percorso di scoperta in continua evoluzione. Ora, grazie a tutto il materiale accumulato nel corso di questi sei mesi da cui trarre ispirazione, non vedo l’ora di tradurre i risultati della mia ricerca in opere d’arte, avendo a disposizione il tempo e lo spazio necessari. Il mio progetto è incentrato sulle fatiche di Ercole, immaginate come esperimenti di pensiero riprodotti e compiuti da una donna anziana, per riflettere su temi attuali quali potere, controllo, sostenibilità e futuri possibili”.