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Icone di bronzo e il fascino della bellezza essenziale

Gli oggetti in lega di rame, ossia in bronzo, costituiscono il gruppo più numeroso di suppellettili del cristianesimo russo di epoca antica. Esse sono conservate in gran parte nelle raccolte museali e private della Russia, ma si trovano anche in molte collezioni dell’Europa occidentale. Queste opere d’arte sacra comparvero nella Rus’ al tempo della cristianizzazione. All’inizio venivano importate da Bisanzio, fatto testimoniato dalle scoperte archeologiche a Kiev, nel Chersoneso e in altre città del sud della Rus’. La continuità delle tradizioni di alto valore artistico dell’arte bizantina si è riflessa nella tecnica, nelle forme e nei soggetti delle prime opere antico-russe di bronzo, le cui testimonianze vengono datate all’XI sec. Le scoperte archeologiche di matrici di pietra e di resti di botteghe artigiane nella Kiev antica danno testimonianza già nell’XI sec. di una avviata produzione di croci battesimali, enkolpia (croci-reliquari pettorali), medaglioni double face chiamati zmeevik e icone piccole. Nel corso dei secoli successivi la produzione di oggetti realizzati in lega di rame si sviluppa in molte città antico-russe. I centri più importanti divengono Novgorod e Mosca. All’inizio del XVIII secolo la produzione di oggetti sacri in bronzo rischiava di scomparire quasi totalmente.

Nel 1722 uscì il decreto dell’imperatore Pietro I “Sul divieto di usare nelle chiese e nelle case private icone intagliate e fuse”, e in un decreto imperiale del 1723 si diceva che “… le icone di rame e di stagno, eccetto le croci pettorali, d’ora in poi non devono essere fuse e se ne proibisce la vendita a quanti si trovino nel numero dei mercanti”. La Chiesa russa ufficiale fu costretta a sottostare a questa disposizione, che vietava la produzione di obrazki, piccole icone e polittici di bronzo. Tuttavia, malgrado la legge e la volontà delle autorità, nel XVIII sec. si registra una fioritura della fusione del bronzo, legata all’attività dei Vecchi Credenti, i quali si erano opposti alla chiesa russa ufficiale in seguito alle riforme del patriarca Nikon.

Gli oggetti di bronzo del XVIII — inizio XX secolo costituiscono una parte imprescindibile della loro eredità, volta a sviluppare l’arte dell’antica Rus’. in questo modo, gli oggetti in lega di rame, medaglioni, polittici e croci con varia funzione riflettono mille anni di storia dell’arte cristiana in Russia. Tratti caratteristici delle opere di bronzo, dettati dallo stesso materiale e dalla tecnica di produzione, ovvero la possibilità di essere riprodotte in grande quantità, la resistenza, le piccole dimensioni, la bellezza e il costo relativamente basso, hanno favorito la loro ampia diffusione in tutti gli strati della popolazione innanzi tutto come oggetti di devozione personale: erano richieste in tutto l’immenso territorio della Russia. Nei casi della vita, nella gioia e nel dolore, con parole di preghiera si rivolgevano a questi oggetti sacri í russi ortodossi: erano croci di metallo, polittici che sostituivano intere iconostasi, icone con le immagini del Salvatore, della Madre di Dio e dei santi, che aiutavano nelle varie disgrazie ed erano venerate in maniera particolare fra il popolo. Questi oggetti, resistenti e poco costosi, erano comodi per il trasporto nelle lunghe distanze. In qualità di santi protettori le piccole icone e i polittici venivano portati dal loro proprietario nei lunghi viaggi, con queste si benedicevano le spedizioni di guerra e si facevano altre cose importanti. Secondo la credenza popolare, le opere fuse di rame, in particolare le croci pettorali e le piccole icone, possedevano proprietà magiche.

Particolarità della maggior parte delle opere delle fusioni in bronzo dei Vecchi Credenti divennero gli smalti policromi, notevoli per bellezza, varietà e qualità, che ricoprivano con mirabile infiorescenza il fondo e i bordi delle icone, dei polittici e delle croci. Le icone di bronzo ricoperte di smalti davano svariate sfumature alla ricezione emotiva dell’immagine. Il colore è anche un grande mezzo di influenza spirituale, le cui particolarità ben le conosceva e adoperava la cultura medievale. I Vecchi Credenti come conservatori e continuatori delle tradizioni antico-russe capivano quanto importante fosse l’uso del colore nei manufatti di bronzo; perciò, la maggior parte di queste opere si distingue per un’irripetibile coloritura.