I MAGNIFICI TAPPETI SANGUSZKO

dal 11 novembre 2022 al 12 febbraio 2023

I MAGNIFICI TAPPETI SANGUSZKO. “I TAPPETI PIÙ BELLI DEL MONDO”: CAPOLAVORI DALLA PERSIA DEL XVI SECOLO

L’apice della produzione del tappeto persiano fu nel periodo safavide tra il  1525 e il 1575, durante il regno di Shah Tahmasp I. A questo periodo risalgono le favolose rappresentazioni del “giardino del Paradiso”, opera dei principali artisti dell’epoca. I tappeti fungevano da veri e propri ‘giardini portatili’, immagine del divino sulla terra, parchi di delizie colmi di animali, simbolo di nutrimento eterno e abbondanza, di angeli e di musici.

Questi tappeti venivano tessuti da abilissimi artigiani e realizzati con la tecnica dell’annodatura, impiegando filati di lana, cotone e seta di altissima qualità. Poiché in questo periodo la Persia era costantemente attaccata dai turchi ottomani, Tabriz, la capitale dell’inizio del XVI secolo, non era sufficientemente tranquilla, e quindi furono creati altri centri di produzione più sicuri nelle principali città della Persia, come Kashan, Qazvin e Kirman. La città di Kirman, nel sud della Persia, è stata una delle poche località con una produzione quasi continua almeno dal secondo quarto del XVI secolo fino ad oggi. 

In questa particolare mostra presentiamo i cosiddetti tappeti Sanguszko, dal nome dell’esempio più spettacolare che si dice sia stato con la famiglia Sanguszko in Ucraina per molti secoli. Oggi si conoscono quattordici tappeti che sono stati realizzati probabilmente nella stessa zona del tappeto Sanguszko, così come altri due strettamente correlati, dei quali, ad eccezione di uno, si conosce l’ubicazione: Shiga (Kyoto), Parigi, Lione, Boughton (Inghilterra), Berlino, Milano, Teheran, Madrid, Londra, Vienna, Boston, Washington DC.

La mostra nasce da uno dei tappeti Sanguszko in particolare, quello oggi di proprietà dell’Instituto Valencia de Don Juan di Madrid, per il quale nel 2017 la Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica di Genova ha finanziato un importante progetto conservativo presso Open Care di Milano. Questa iniziativa culturale offre al pubblico l’opportunità unica di confrontare straordinari capolavori creati in luoghi di produzione spesso poco noti. I visitatori rimarranno inebriati dai colori stupefacenti e dagli straordinari motivi decorativi dei tappeti Sanguszko, proprio come fu per Eugène Delacroix: «Les plus beaux tableaux que j’ai vus sont certains tapis de Perse».

Palazzo Rosso si è impegnato a radunare otto dei quattordici tappeti Sanguszko, di gran lunga il numero più grande mai riunito insieme in un unico luogo, visibili nelle sale del primo piano, provenienti da: Musée du Louvre di Parigi, Musée des Tissus di Lione, Collezione Thyssen-Bornemisza di Madrid, Instituto Valencia de Don Juan di Madrid, Museo di Arte Islamica di Berlino, Collezione Buccleuch a Boughton House in Inghilterra, e Collezione Galleria Moshe Tabibnia di Milano; i restanti sei sono riprodotti a grandezza naturale per dare un quadro completo di questa tipologia. 

Al secondo piano di Palazzo Rosso la mostra prosegue con l’esposizione di altri quindici eccezionali tappeti persiani del XVI secolo, tra i quali nove in originale e sei sotto forma di riproduzione, provenienti da altri centri di tessitura, come Kirman, Tabriz o Mashhad, nonché una selezione di manufatti e miniature persiane safavidi contemporanee ai tappeti, che insieme collocano i magnifici Sanguszko nel loro contesto storico.

Se assemblare un così vasto gruppo dei più importanti tappeti persiani del XVI secolo non ha precedenti, il ruolo della città di Genova in un evento del genere non lo è: «All’inizio del XIV secolo i genovesi avevano un consolato a Tebriz. I genovesi erano molto favorevoli alla corte degli Īlkhān. La maggior parte degli inviati degli Īlkhān presso il papa e i re d’Europa erano genovesi (… ) nel 1344 al-Ashraf, allora principe di Tebriz, inviò un’ambasciata a Genova (…)», così citano documenti del XIV secolo.
Nel corso del XVI secolo la seta più pregiata che si potesse procurare in Europa proveniva dalla Persia; molto fu acquistato dai mercanti genovesi ad Aleppo e insieme a spezie e coloranti tutto contribuì ad arricchire notevolmente la città di Genova e le dimore dei genovesi anche nel secolo successivo.

Per gli amanti della straordinaria bellezza questa è senza dubbio una mostra da non perdere.

Organizzatori: Comune di Genova, Direzione Attività e Marketing Culturale; Fondazione per l’Arte Islamica e Asiatica

Curatore: Michael Franses