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Il paesaggio dell’anima vibra nell’Ottocento

La pittura di paesaggio dell’Ottocento suscita una curiosità sensuale che travalica la pura verosimiglianza per addentrarsi nei sentimenti profondi dell’anima, dove sono custoditi i ricordi e i valori inviolabili di ogni essere umano. La contemplazione diviene l’unità per misurare il tempo dell’infinito che attraverso l’arte trova una poderosa via.
Sono questi i moti dello spirito che suscita il Tramonto d’estate di Alfredo Luxoro, tela di silenziosa eleganza esposta alla Promotrice genovese del 1905 che sarà esitata nell’asta di Dipinti del XIX Secolo del 30 novembre, dove l’incanto della visione tonale e luminosa del paesaggio, risiede nella vibrazione intima e costante del cielo terso nella verde vallata, e dove l’esile e solitaria figura si staglia, che si staglia con commossa misticità su un paesaggio lussureggiante d’eloquente suggestione. Allievo dell’Accademia Ligustica, ne divenne “Accademico di merito” nel 1893, succedendo poi al padre Tammar nella direzione: pittore ad olio e a fresco, trattò di preferenza il paesaggio, ma dipinse anche scene di genere.
Nelle Bagnanti sulla spiaggia di Plinio Nomellini la luce zenitale brucia e sfalda la materia e i tratti delle figure, delle cose, degli animali e del mare con una sincerità espressiva che dice più d’infinite parole il suo sguardo schietto, vigoroso e ardito nel cogliere quelle rifrazioni di luce e colori tanto amate dagli impressionisti francesi. Dopo la morte avvenuta nel 1943, l’opera di Nomellini fu a lungo trascurata dagli studiosi. Nel 1966 si tenne a Firenze e Livorno la prima importante riflessione sul suo lavoro, in una mostra presentata da Carlo Ludovico Ragghianti e organizzata da Raffaele Monti e Giacinto Nudi. Nel 1985 la pittura nomelliniana fu oggetto di un’ampia e articolata analisi in occasione della mostra tenuta a Genova, a cura di Gianfranco Bruno. A partire da questa data il nome di Nomellini figura in tutti i più importanti studi sul divisionismo e sulla pittura post-macchiaiola