118
ODOARDO FANTACCHIOTTI
(Roma, 1811 - Firenze, 1877)
Amore e Fedeltà
Gruppo in marmo bianco di Carrara
Iscrizione incisa sulla base: A. S. A. R. Il Principe Eugenio di Savoia Carignano, Odoardo Fantacchiotti scolpiva in Firenze, l'anno 1864
Alt. cm 53, diam. cm 91
Piedistallo in legno, alt. cm 25, diam. cm 94
Amore e Fedeltà
Gruppo in marmo bianco di Carrara
Iscrizione incisa sulla base: A. S. A. R. Il Principe Eugenio di Savoia Carignano, Odoardo Fantacchiotti scolpiva in Firenze, l'anno 1864
Alt. cm 53, diam. cm 91
Piedistallo in legno, alt. cm 25, diam. cm 94
STIMA € 10.000 - 15.000
Provenienza:
Principe Eugenio di Savoia Carignano
Genova, marchesi Groppallo
Genova, collezione privata
Esposizioni:
Esposizione italiana agraria industriale e artistica, Firenze 1861, undicesima sala della Galleria delle Statue, n. ordine 9204
Pubblicazioni:
Catalogo ufficiale de Le Esposizioni Nazionali di Firenze, Esposizione italiana agraria industriale e artistica Firenze 1861, pag. 360
Catalogo Generale delle fotografie pubblicate dai Fratelli Alinari, Firenze 1865, n. 21 pag. 7
Yorick figlio di Yorick in Guide Bettini, Viaggio attraverso l'Esposizione Italiana del 186, Firenze 1861, pag. 144
Bibliografia di riferimento:
A Panzetta, Dizionario degli Scultori italiani dell'Ottocento, Vol. I, Torino, 2003, ad vocem
V. Vicario, Gli scultori italiani dal neoclassicismo al liberty, Lodi 1990, ad vocem
Odoardo Fantacchiotti è stato il capostipite di una delle più importanti botteghe fiorentine di scultura, ed esponente di rilievo della monumentalistica nell'Italia ottocentesca. Allievo di Stefano Ricci e di Aristodemo Costoli all'Accademia di Firenze, fu presto ispirato dagli stilemi di Canova e Bartolini: nel 1840 diventa professore presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze. E da questa data comincia a ricevere varie commissioni pubbliche e private: ricordiamo il Luigi Cherubini per il principe Neri Corsini nella chiesa di Santa Croce, le statue di Giovanni Boccaccio e Accorso nelle nicchie delle Logge degli Uffizi, Eva, oggi nella Galleria d'Arte Moderna di Torino, Susanna, conservata nella Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti. Dopo il 1858 l'artista realizza le opere più importanti della sua carriera, elaborando una estetica più fortemente classica, volta ad esprimere concetti elevati attraverso la bellezza e la grazia: così è per L'Innocenza del 1862 oggi a Firenze nel Kunsthistorisches Institut, il Ganimede rapito dall'aquila di Giove, che gli viene commissionato da W. B. Spence nel 1867 (oggi disperso), e appunto il gruppo dell'Amore e Fedeltà, che presenta nel 1861 all'Esposizione di Firenze. Coccoluto Ferrigni, in arte Yorick figlio di Yorick, così scriveva nel Viaggio attraverso l'Esposizione Italiana del 1861: Il gruppo bellissimo, Amore e Fedeltà dello stesso Fantacchiotti, deve al gentile pensiero e alla perfetta esecuzione l'onore d'essere chiamata a far parte della privata galleria di Sua Altezza Reale il Principe di Carignano. Questo paragrafo permette di ipotizzare come l'opera qui presentata, proveniente dalla collezione di Eugenio di Savoia Carignano (1816-1888), sia la stessa esposta all'Esposizione di Firenze del 1861: riferendosi la data dedicatoria del 1864 o alla effettiva entrata nella collezione principesca dell'opera o ad un altro evento sempre relativo alla collezione stessa. E certo questa elegante scultura, di grande qualità esecutiva, è un'opera che esprime grazia e serenità, con l'amorino che riposa, delicatamente appoggiato al cane che veglia e quasi avvolge il corpo infantile, attento a che nessuno possa turbare il silenzio e la quiete della scena.
Principe Eugenio di Savoia Carignano
Genova, marchesi Groppallo
Genova, collezione privata
Esposizioni:
Esposizione italiana agraria industriale e artistica, Firenze 1861, undicesima sala della Galleria delle Statue, n. ordine 9204
Pubblicazioni:
Catalogo ufficiale de Le Esposizioni Nazionali di Firenze, Esposizione italiana agraria industriale e artistica Firenze 1861, pag. 360
Catalogo Generale delle fotografie pubblicate dai Fratelli Alinari, Firenze 1865, n. 21 pag. 7
Yorick figlio di Yorick in Guide Bettini, Viaggio attraverso l'Esposizione Italiana del 186, Firenze 1861, pag. 144
Bibliografia di riferimento:
A Panzetta, Dizionario degli Scultori italiani dell'Ottocento, Vol. I, Torino, 2003, ad vocem
V. Vicario, Gli scultori italiani dal neoclassicismo al liberty, Lodi 1990, ad vocem
Odoardo Fantacchiotti è stato il capostipite di una delle più importanti botteghe fiorentine di scultura, ed esponente di rilievo della monumentalistica nell'Italia ottocentesca. Allievo di Stefano Ricci e di Aristodemo Costoli all'Accademia di Firenze, fu presto ispirato dagli stilemi di Canova e Bartolini: nel 1840 diventa professore presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze. E da questa data comincia a ricevere varie commissioni pubbliche e private: ricordiamo il Luigi Cherubini per il principe Neri Corsini nella chiesa di Santa Croce, le statue di Giovanni Boccaccio e Accorso nelle nicchie delle Logge degli Uffizi, Eva, oggi nella Galleria d'Arte Moderna di Torino, Susanna, conservata nella Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti. Dopo il 1858 l'artista realizza le opere più importanti della sua carriera, elaborando una estetica più fortemente classica, volta ad esprimere concetti elevati attraverso la bellezza e la grazia: così è per L'Innocenza del 1862 oggi a Firenze nel Kunsthistorisches Institut, il Ganimede rapito dall'aquila di Giove, che gli viene commissionato da W. B. Spence nel 1867 (oggi disperso), e appunto il gruppo dell'Amore e Fedeltà, che presenta nel 1861 all'Esposizione di Firenze. Coccoluto Ferrigni, in arte Yorick figlio di Yorick, così scriveva nel Viaggio attraverso l'Esposizione Italiana del 1861: Il gruppo bellissimo, Amore e Fedeltà dello stesso Fantacchiotti, deve al gentile pensiero e alla perfetta esecuzione l'onore d'essere chiamata a far parte della privata galleria di Sua Altezza Reale il Principe di Carignano. Questo paragrafo permette di ipotizzare come l'opera qui presentata, proveniente dalla collezione di Eugenio di Savoia Carignano (1816-1888), sia la stessa esposta all'Esposizione di Firenze del 1861: riferendosi la data dedicatoria del 1864 o alla effettiva entrata nella collezione principesca dell'opera o ad un altro evento sempre relativo alla collezione stessa. E certo questa elegante scultura, di grande qualità esecutiva, è un'opera che esprime grazia e serenità, con l'amorino che riposa, delicatamente appoggiato al cane che veglia e quasi avvolge il corpo infantile, attento a che nessuno possa turbare il silenzio e la quiete della scena.
LOTTI