195
PIANO DI TAVOLO IN MARMI COMMESSI POLICROMI, ROMA, XVI-XVII SECOLO
rettangolare e lavorato a schema geometrico, grande riserva ovale al centro con volute a ricciolo stilizzato, la fascia perimetrale con elementi ellittici e circolari e rosette agli angoli, poggia su base ottocentesca in legno scolpito e patinato; usure, graffi, difetti, alcune parti con distacchi e da riposizionare o fissare, restauri, profilo in rosso antico mancante in un lato lungo
Cm 98,5X74,5X3
Cm 98,5X74,5X3
STIMA € 10.000 - 15.000
Questa tavola in 'marmi mischi', andrà messa in relazione con una serie di piani similmente lavorati, molti dei quali attribuiti a botteghe romane attive tra Cinque e Seicento: pur restando talvolta difficile differenziare i loro lavori da quelli fiorentini e avendo in comune, seppur con le varianti del caso, un impianto decorativo dal lessico ornamentale geometrico con al centro grandi riserve, spesso ovali, come si vede anche nel nostro.
Da ricordare, tra i più importanti, il tavolo Farnese (del 1565-1569 circa, oggi al Metropolitan Museum of Art di New York) e l'esemplare ottagonale, forse su disegno del Vasari oggi al Banco di Roma: vi è poi un corpus di esemplari con simili caratteristiche (anche nelle fasce perimetrali, cadenzate da piccole riserve a nastri intrecciati, ovali e riquadri contrapposti, vedi in A. González-Palacios, Tavoli intarsiati in marmi colorati, in, Il Mobile a Roma dal Rinascimento al Barocco, Roma 2022, pp. 88-117), arredi che riportano anche al piano oggi a Palazzo Caetani (AA.VV., Splendor Marmoris. I colori del marmo tra Roma e l'Europa, da Paolo III a Napoleone III, pp. 124-125, figg. 7-8).
È in un tavolo pubblicato dal González-Palacios, che troviamo però le più stringenti affinità (cm 87x128, già mercato antiquario, già Tefaf Maastricht, op. citata, pp. 110-111, fig. 61) con quello qui presentato. Di medesimo schema decorativo (in modo quasi palmare), si differenzia perlopiù nella cromia che risulta meno accesa del nostro, e per il quale lo studioso ipotizza il suo realizzo sulla base di alcuni disegni attribuiti alla mano di Giovanni Vincenzo Casale (oggi nella Biblioteca National di Madrid, A. G. P., op. citata, fig. 61)- ipotesi attributiva forse calzante anche per il nostro arredo.
Infine, si guardi per confronto ad alcuni 'marble tops' passati in vendite all'asta da Christie's (Important european furniture, n. 1566, New York 21 Ottobre 2005, lotto 484, The exceptionale Sale, n. 1541, Londra 10 Luglio 2014, lotto 40, Exceptionale sale, n. 11898, New York 13 Aprile 2016, lotto 8 e The exceptionale sale, n. 6114, New York 20 Aprile 2018, lotto 20) e da Sotheby's (Royal and Noble, Londra 20 Gennaio 2020, lotto 16).
Bibliografia di riferimento:
A. González-Palacios, Il tempio del gusto. Roma e il Regno delle Due Sicilie, Milano 1984, vol. II, pp. 90-91
A. Giusti, Pietre dure, L'arte europea del mosaico negli arredi e nelle decorazioni dal 1500 al 1800, Torino 1992, pp. 9-33
A. González-Palacios, Il gusto dei principi, Milano 1993, vol. II, pp. 351-363
Da ricordare, tra i più importanti, il tavolo Farnese (del 1565-1569 circa, oggi al Metropolitan Museum of Art di New York) e l'esemplare ottagonale, forse su disegno del Vasari oggi al Banco di Roma: vi è poi un corpus di esemplari con simili caratteristiche (anche nelle fasce perimetrali, cadenzate da piccole riserve a nastri intrecciati, ovali e riquadri contrapposti, vedi in A. González-Palacios, Tavoli intarsiati in marmi colorati, in, Il Mobile a Roma dal Rinascimento al Barocco, Roma 2022, pp. 88-117), arredi che riportano anche al piano oggi a Palazzo Caetani (AA.VV., Splendor Marmoris. I colori del marmo tra Roma e l'Europa, da Paolo III a Napoleone III, pp. 124-125, figg. 7-8).
È in un tavolo pubblicato dal González-Palacios, che troviamo però le più stringenti affinità (cm 87x128, già mercato antiquario, già Tefaf Maastricht, op. citata, pp. 110-111, fig. 61) con quello qui presentato. Di medesimo schema decorativo (in modo quasi palmare), si differenzia perlopiù nella cromia che risulta meno accesa del nostro, e per il quale lo studioso ipotizza il suo realizzo sulla base di alcuni disegni attribuiti alla mano di Giovanni Vincenzo Casale (oggi nella Biblioteca National di Madrid, A. G. P., op. citata, fig. 61)- ipotesi attributiva forse calzante anche per il nostro arredo.
Infine, si guardi per confronto ad alcuni 'marble tops' passati in vendite all'asta da Christie's (Important european furniture, n. 1566, New York 21 Ottobre 2005, lotto 484, The exceptionale Sale, n. 1541, Londra 10 Luglio 2014, lotto 40, Exceptionale sale, n. 11898, New York 13 Aprile 2016, lotto 8 e The exceptionale sale, n. 6114, New York 20 Aprile 2018, lotto 20) e da Sotheby's (Royal and Noble, Londra 20 Gennaio 2020, lotto 16).
Bibliografia di riferimento:
A. González-Palacios, Il tempio del gusto. Roma e il Regno delle Due Sicilie, Milano 1984, vol. II, pp. 90-91
A. Giusti, Pietre dure, L'arte europea del mosaico negli arredi e nelle decorazioni dal 1500 al 1800, Torino 1992, pp. 9-33
A. González-Palacios, Il gusto dei principi, Milano 1993, vol. II, pp. 351-363
LOTTI
283
STIPO MONETIERE IMPIALLACCIATO IN EBANO, MARMI E PIETRE POLICROME, XIX SECOLO
STIPO MONETIERE IMPIALLACCIATO IN EBANO, MARMI E PIETRE POLICROME, XIX SECOLO
STIMA € 5.000 - 8.000