Uniche Proprietà
LO STUDIOLO DI UN GENTILUOMO NAPOLETANO
Gli arredi, i dipinti e gli oggetti d’arte qui presentati provengono dalla collezione particolare di un gentiluomo napoletano, e testimoniano del felice perdurare nella città partenopea di quel gusto, tanto peculiare ed insieme internazionale, tipico degli interni napoletani più belli. Questi mobili rivelano uno sguardo innamorato della Francia, ed una notevole attenzione alla qualità, evidente, per esempio, nelle due belle specchiere napoletane, di una rocaille fantasiosa ed insieme come trattenuta da una sottile ricerca dell’equilibrio. Non manca qui una vena classica (dal busto classico ad opere, come la Testa Femminile di Aurelio Mistruzzi, pervase di amore per l’antico), che per contrasto appare sottolineata da cose di tutt’altra temperie culturale (come la Madonna di Paolo de Matteis) e che si combina armoniosamente con le consoles, le sedie e poltrone, gli oggetti d’arte…. Il risultato è non solo raffinato, ma anche armonioso e rivela un disegno collezionistico definito sin nella scelta degli argenti come delle sculture e di tappeti. Tale disegno diventa ancora più chiaro analizzando la collezione di ceramiche che accompagna le altre opere: una raccolta di non grandissime dimensioni ma di rara eleganza. Molte le maioliche, con una bella scelta di Castelli d’Abruzzo e delle altre fornaci meridionali, alla quale si accompagna qualche autentica scoperta, come i due piatti di servizio alle armi Greppi, che costituiscono (insieme ad un altro raro esemplare apparso pochi anni or sono sul mercato ) una importante aggiunta al catalogo del servizio eseguito per uno dei personaggi emblematici della Milano teresiana, il celebre Antonio Greppi. A fianco delle maioliche, il nucleo delle porcellane continentali si impone per la qualità degli esemplari: tra le altre fabbriche europee, Meissen vi è rappresentata degnamente, e così pure la manifattura imperiale di Vienna. Diverse, e la cosa non stupirà, le ceramiche uscite dalle fornaci della Real Fabbrica di Napoli, qui presente sia con la piccola statuaria in biscuit che con il vasellame policromo. Ma anche qui non mancano le sorprese: come la rara figura di Doccia databile al primo periodo, raffigurante una Arlecchina: un incantevole esempio dell’abilità dei modellatori della manifattura toscana.
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