Uniche proprietà

CARACCIOLO CARAFA
1 marzo 2011
Totale aggiudicazioni € 508,728 Percentuale di venduto per lotti 74 % Percentuale di venduto per valore 89.9
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Guido Wannenes
Chiara Guiducci
Tel. +39 010 2530097 Fax +39 010 2517767

DALLE COLLEZIONI DI EDOARDO CARACCIOLO CARAFA

Poche tra le famiglie dell’aristocrazia italiana hanno goduto di tanta rinomanza per potere, ricchezza, parentele ed influenza politica quanto i Caracciolo – ed il loro ramo Caracciolo Carafa, che ripete il nome del grande casato che dette i natali a Paolo IV – grazie ad una ricchissima storia privata che non ha mai cessato di intrecciarsi con le vicende del nostro Paese: un rapporto ancora oggi assai vitale. Originari di Napoli, ma di probabile provenienza bizantina, i Caracciolo affondano le loro radici nel decimo secolo col capostipite Teodoro, che le carte di una donazione ci dicono morto nel 976. Da questo momento la storia dei suoi discendenti è tutta un moltiplicarsi di rami familiari, a partire dalle grandi branche dei Caracciolo Rossi e dei Caracciolo Pisquizi, che qui a noi maggiormente interessano. Tutti questi rami, grazie alla grande potenza della famiglia ed al suo ruolo centrale nella movimentata storia del regno di Napoli, accumularono, pur tra alterne vicende, cariche, onori ed illustri parentele. È qui impossibile citare tutti i personaggi importanti della famiglia: basterà ricordare, nel Cinquecento, il ruolo svolto da Marino Caracciolo, cardinale ed ambasciatore di Carlo V presso Francesco II duca di Milano, nella devoluzione di quello stato all’Impero (o, meglio, alla Spagna). Ed ancora, due secoli più tardi, la personalità dell’ammiraglio Francesco Caracciolo, che tanta parte ebbe nella prima storia risorgimentale di Napoli e d’Italia; senza dimenticare, infine, l’importanza che la famiglia ha ancora oggi nel mondo della comunicazione e dell’imprenditoria del nostro Paese. Anche i Caracciolo Pisquizi, o degli Svizzeri, di Santeramo, originati da un Filippo di Landolfo vissuto agli inizi del dodicesimo secolo, hanno goduto di una serie impressionante di onori e feudi: patrizi napoletani, i Caracciolo Pisquizi hanno cumulato tre titoli baronali, sei titoli di conti, quindici di marchesi, diciotto di duchi ed undici di principi… Questi Caracciolo svolsero, è facile immaginarlo, un ruolo centrale nella storia del Regno di Napoli e di Sicilia, e non solo: tra i molti personaggi di vaglia ci fu Domenico Caracciolo (Spagna, 1715 – Napoli, 1789), marchese di Villamarina dei duchi di San Teodoro, insignito dell’ordine di San Gennaro nel 1775, Gentiluomo di Camera con esercizio di Sua Maestà, viceré del Regno di Sicilia dal maggio 1780 e dal 1786 primo ministro di Ferdinando IV di Borbone, al cui ambiente fanno riferimento anche delle opere qui pubblicate. Ma questi Caracciolo ebbero anche la gloria di un santo innalzato agli altari nel 1807, San Francesco Caracciolo (1563-1608); questo ulteriore ramo che aggiunse il nome dei Carafa ci ricorda invece l’altro grande casato napoletano che dette Paolo IV alla Chiesa, e il cui nome è stato immortalato a distanza di secoli dalla penna di Stendhal (La Duchesse de Paliano).
CARACCIOLO CARAFA
1 marzo 2011
Totale aggiudicazioni € 508,728 Percentuale di venduto per lotti 74 % Percentuale di venduto per valore 89.9
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