Uniche Proprietà
L’ARTE DEL VASAJO
La maiolica italiana del Rinascimento è stata a lungo riconosciuta come uno degli episodi più importanti della storia della ceramica. Esercita inoltre, è un dato di fatto, un’attrazione profonda sui conoscitori dell’arte rinascimentale, e più di di ogni altra forma d’arte applicata del Quattro o del Cinquecento, è un esempio, con i suoi colori vivi e originali, di quanto l’Umanesimo abbia influenzato il gusto del tempo in Italia. Il Rinascimento puntava alla rinascita ed alla reinvenzione dell’antichità classica: tuttavia, il predominio del mecenatismo della Chiesa spesso focalizzava l’attenzione dei più grandi pittori dell’epoca sull’arte religiosa. Al contrario, i pittori della maiolica soddisfacevano i loro clienti altolocati alla ricerca di espressioni artistiche che raccontassero della storia e della mitologia classica. Erano pittori, questi, che vedevano se stessi come anticipatori del gusto più aggiornato. I loro disegni, basati su soggetti sia classici che contemporanei, appaiono soprattutto caratterizzati da un accentuato estetismo, e da una attenta ricerca della qualità pittorica, accompagnata da schemi cromatici accattivanti. Recependo le diverse influenze contemporanee, grazie a questi lavori si diffondeva ampiamente un caratteristico ed elegante linguaggio figurato. Per raggiungere un tale livello di innovazione, questi artisti svilupparono una tecnica sofisticata di pittura e cottura, che permetteva di utilizzare una ampia gamma cromatica, raffinando insieme l’uso della prospettiva: la superficie bianca della maiolica veniva così trasformandosi in una tela pronta ad accogliere le loro creazioni. Forse per la prima volta, la ceramica viene prodotta ed ammirata soprattutto per la sua componente artistica, e non solo per il suo utilizzo pratico: la maiolica rinascimentale è veramente la “ceramica dell’Umanesimo”. Il patrizio Cipriano Piccolpasso (1523/4-1579), umanista e pittore di maioliche, scrive il primo trattato europeo dedicato alla produzione della ceramica nel 1569, e lo intitola I tre libri dell’arte del vasajo. La sua opera, articolata utilizzando una struttura classica, rivendica anche in questo modo lo status di “arte” per la maiolica. Si tratta di un compendio illustrato che descrive i processi base della produzione della maiolica, fornisce ricette per l’invetriatura, i pigmenti e i lustri, ed offre i consigli utili per trovare i materiali e costruire gli strumenti necessari. Piccolpasso include anche una sezione nella quale tipologie e stili vengono ordinati secondo i centri di produzione. Commissionando la maiolica, le classi alte rivendicavano la loro posizione nella società, dato che questi acquisti erano considerati la prova del livello di sofisticazione, gusto e grandeur raggiunto. La nuova e complessa gamma di colori e i disegni eleganti catturavano l’attenzione e la fantasia dei committenti più esigenti, e non di rado queste maioliche erano destinate ad essere regalate ad altri membri delle elites del tempo. Dopo aver ricevuto delle maioliche in dono nel 1490, Lorenzo de’ Medici esprimeva il suo ringraziamento con parole che dimostrano quanto valore e rarità venissero attribuiti a queste ceramiche: “se le cose più rare debbono essere più chare, questi vasi mi sono più chari et più li stimo che se fussino de argento, per esser molto excellenti et rari, come dico, et nuovi a noi altri di qua”. Isabella d’Este marchesa di Mantova, i pontefici Giulio II e Leone X, Cosimo I de’ Medici, il duca Guidobaldo da Montefeltro ed il suo successore, Francesco Maria della Rovere, commissionarono tutti dei lavori alle più importanti botteghe italiane. Un apprezzamento destinato a durare: la maiolica rinascimentale ha arricchito molte delle più illustre collezioni dall’Ottocento fino ai nostri giorni, incluse quelle di Alfred Pringsheim di Monaco di Baviera, Alessandro Castelliani di Roma, J. Pierpont Morgan di New York, Lord Nathaniel Charles Jacob Rothschild di Parigi, Sir Richard Wallace di Londra e Robert Lehman e Arthur M. Sackler di Washington D.C. Uno degli aspetti che rende del tutto eccezionale la collezione privata qui illustrata è la presenza, inusuale, di un poderoso nucleo di maioliche veneziane di grande livello. La collezione contiene esemplari di maioliche dalle botteghe più importanti, inclusa quella legata alla attività di Domenico da Venezia. Gli esemplari coprono un arco cronologico che va dall’inizio del Cinquecento fino al Seicento, esemplificando l’evoluzione delle mode e delle tecniche sia di decorazione che di produzione attraverso i lavori delle migliori fornaci attive in centri come Venezia, Deruta, Faenza, Castel Durante, Pesaro e Palermo. L’epopea artistica dei ceramisti e dei pittori di ceramica del Cinquecento resta una delle meraviglie culturali del Rinascimento italiano, e questa collezione, così attentamente ed abilmente riunita, lo dimostra.
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