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PITTORE DEL XVII SECOLO
Santa Caterina d'Alessandria
Olio su tela, cm 66X50
Olio su tela, cm 66X50
STIMA € 4.000 - 7.000
Bibliografia:
Archivio Zeri, n. 75300
Riferite da Federico Zeri alla cerchia di Matteo Rosselli (Firenze, 1578 - 1650), le tele esibiscono in primo luogo una raffinata eleganza e una ragguardevole qualità, che si coglie in modo particolare osservando l'accuratezza delle vesti. Detto ciò, l'analisi dello stile rivela evidenti discrepanze con gli esiti dell'artista fiorentino, manifestando un'erudizione maggiormente compatibile con la cultura romano-emiliana e singolari similitudini con Giovanni Battista Salvi detto Sassoferrato (Sassoferrato, 1609 - Roma, 1685). Questa sensazione è ancor più palpabile se diamo ascolto ai sia pur tenui richiami alle opere di Domenico Zampieri detto Domenichino (Bologna, 1581 - Napoli, 1641), pittore nella cui casa romana il Salvi è documentato nel 1629. Osservando i volti delle due Sante, infatti, riscontriamo somiglianze con le ninfe presenti nel quadro raffigurante Diana e le ninfe intente a giocare della Galleria Borghese, e con la Sibilla cumana. Rimanda all'artista anche la tavolozza delicata, vivace e preziosa. Questi aspetti, che saranno di indubbia importanza per Sassoferrato, inducono a sospettare di essere al cospetto di una sua precoce, se non precocissima, prova pittorica.
Bibliografia di riferimento:
Giovan Battista Salvi Il Sassoferrato, a cura di F. Macé de Lépinay, P. Zampetti, S. Cuffini Sassi, Milano 1990, ad vocem
M. Pulini, Il Sassoferrato, un preraffaellita tra i puristi del Seicento, catalogo della mostra a cura di M. Pulini, Milano 2009, pp. 78-79, n. 3
Il Sassoferrato. La devota bellezza, catalogo della mostra a cura di F. Macé de Lépinay, Milano 2017, ad vocem
Archivio Zeri, n. 75300
Riferite da Federico Zeri alla cerchia di Matteo Rosselli (Firenze, 1578 - 1650), le tele esibiscono in primo luogo una raffinata eleganza e una ragguardevole qualità, che si coglie in modo particolare osservando l'accuratezza delle vesti. Detto ciò, l'analisi dello stile rivela evidenti discrepanze con gli esiti dell'artista fiorentino, manifestando un'erudizione maggiormente compatibile con la cultura romano-emiliana e singolari similitudini con Giovanni Battista Salvi detto Sassoferrato (Sassoferrato, 1609 - Roma, 1685). Questa sensazione è ancor più palpabile se diamo ascolto ai sia pur tenui richiami alle opere di Domenico Zampieri detto Domenichino (Bologna, 1581 - Napoli, 1641), pittore nella cui casa romana il Salvi è documentato nel 1629. Osservando i volti delle due Sante, infatti, riscontriamo somiglianze con le ninfe presenti nel quadro raffigurante Diana e le ninfe intente a giocare della Galleria Borghese, e con la Sibilla cumana. Rimanda all'artista anche la tavolozza delicata, vivace e preziosa. Questi aspetti, che saranno di indubbia importanza per Sassoferrato, inducono a sospettare di essere al cospetto di una sua precoce, se non precocissima, prova pittorica.
Bibliografia di riferimento:
Giovan Battista Salvi Il Sassoferrato, a cura di F. Macé de Lépinay, P. Zampetti, S. Cuffini Sassi, Milano 1990, ad vocem
M. Pulini, Il Sassoferrato, un preraffaellita tra i puristi del Seicento, catalogo della mostra a cura di M. Pulini, Milano 2009, pp. 78-79, n. 3
Il Sassoferrato. La devota bellezza, catalogo della mostra a cura di F. Macé de Lépinay, Milano 2017, ad vocem
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