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Raffaele Giannetti. In viaggio con la pittura

Il viaggio, per il curioso e cosmopolita Raffaele Giannetti, è un movimento non solo fisico ma soprattutto spirituale che serve a accrescere le proprie conoscenze artistiche e umane. Così è per il suo percorso accademico, partendo da Porto Maurizio (oggi Imperia) e passando dall’Accademia Ligustica di Genova, all’Accademia Albertina di Torino, fino a Roma presso la prestigiosa Accademia di San Luca.
Dopo un primo soggiorno a Venezia, nella seconda metà degli anni Sessanta il Giannetti ebbe poi modo di perfezionare la propria formazione a Parigi, grazie a una sorta di vitalizio fornitogli da Gastaldi. A Parigi frequenta gli studi dei più noti maestri della pittura pompier. Se da T. Couture assimila il gusto per i temi storico-mitologici, costruiti attraverso ampie composizioni ispirate al Cinquecento veneto e al classicismo francese, non fu tuttavia meno sensibile a certe tendenze esotico-orientaliste, spinte dalla ricerca intellettuale di modelli alternativi alla società europea, sull’esempio di Jean-Leon Gérôme, Théodore Chassériau e Léon Bonnat. È poi influenzato Paul Delaroche, scrupoloso osservante della scuola di Antonie-Jean Gros e capace di soluzioni iconografiche che concentrano il massimo di potenziale drammatico in ricostruzioni plausibili, scrupolose dei particolari, con l’uso di un colore finito, sempre più levigato, steso uniformemente e completato da una patina che cancella ogni traccia di pennellata. Negli anni Settanta e Ottanta intensificherà i suoi viaggi europei per allargare la cerchia di acquirenti e, a Londra, frequenterà Frederic Leighton e il circolo dei preraffaelliti.
Un esempio del suo stile eclettico ci viene dalla grande tela degli anni Novanta dell’Ottocento che descrive lo sbarco dei passeggeri da una nave sul molo di Venezia, corredata da un bozzetto, dove il taglio diagonale della composizione appare come un’inquadratura cinematografica che amplifica con sapiente artificio i piani prospettici della scena animata da una variegata folla di persone. La tela è ariosa e cromaticamente equilibrata, le figure sono risolte con felicità interpretativa che supera l’indagine sociale per concentrarsi nell’esibizione di un sicuro talento.