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Porcellane, che passione!

Nella prossima asta di ceramica, prevista nelle sale genovesi di Wannenes per il 20 settembre, verrà presentata un’ampia scelta di porcellane e maioliche, alcune iconiche sia della produzione del tempo, sia di un gusto collezionistico colto e raffinato.
Da una collezione milanese raccolta a partire dai primissimi anni del secolo scorso, spesso con la consulenza dei grandi mercanti del tempo, proviene un raro esemplare di tazza con piattino appartenente al servizio per il cardinale Ottoboni negli anni tra il 1720 (probabilmente 1724) e il 1727 (lotto 139, stima 7.000 – 9.000 euro). Si tratta di uno dei risultati più eclatanti della produzione della celebre manifattura veneziana, fondata nel 1719-20 da Giovanni Vezzi, patrizio veneziano. Pochi gli esemplari noti e quasi tutti in collezioni pubbliche, due al Museo Civico di Torino, due al Musèe National de Ceramique di Sèvres: un’altra tazza con piattino è oggi nella collezione Lokar.
Altra opera importante la tazza, unita a un piatto forse non pertinente, prodotta a Doccia nel 1753 circa e destinata a un servizio realizzato per il cardinal Stoppani, una delle committenze più note e ben studiate del primo periodo della manifattura sotto la guida del fondatore Carlo Ginori (lotto 121, stima 5.000 – 7.000 euro).
Ma il catalogo dell’asta di settembre presenta altri spunti di notevole interesse. Si guardi al raro porta tè in porcellana bianca e blu di Doccia, con decoro a stampino (lotto 118, stima 800 – 1.200 euro), o ancora, al bourdalue in maiolica bianca e blu, uscito dalle fornaci della manifattura di Vische nel 1765 circa (lotto 105, stima 500 – 800 euro). Questa maiolica è en suite con un esemplare oggi conservato nelle collezioni di Palazzo Madama a Torino e pubblicato da Brosio nel 1973: queste ceramiche furono probabilmente realizzate in via sperimentale da Ludovico Birago (il fondatore della manifattura) per i conti Valperga di Masino, una tesi avvalorata dalla marca Masino qui utilizzata .
Citiamo ancora tra le maioliche il bel piatto da parata del 1670 circa in maiolica policroma della bottega di Francesco Grue appartenente ad un’altra collezione, anch’essa milanese (lotto 197, stima 3.500 – 6.000 euro).
Infine, tra i vetri, si distingue per il gusto tipico del cosiddetto “classicismo italiano”, il vaso in vetro iridescente, realizzato nel 1930 circa del pittore e incisore Balsamo Stella per la fornace Pauly di Venezia e Murano, elegantemente decorato con una figura di sirena (lotto 230, stima 2.400 – 2.600 euro).
Infine, tra i vetri, si distingue per il gusto tipico del cosiddetto “classicismo italiano”, il vaso in vetro iridescente, realizzato nel 1930 circa del pittore e incisore Balsamo Stella per la fornace Pauly di Venezia e Murano, elegantemente decorato con una figura di sirena (lotto 230, stima 2.400 – 2.600 euro).