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Collezione Olnick Spanu & Magazzino Italian Art

Nancy Olnick e Giorgio Spanu hanno iniziato a collezionare arte italiana subito dopo essersi conosciuti a New York, verso la fine degli anni 80. Per entrambi la passione per l’arte nasce in maniera indipendente prima del loro incontro. Olnick, Americana di New York, amava la Pop Art, mentre Spanu, italiano di origini sarde, prediligeva i maestri europei dell’arte moderna.

Nonostante il suo interesse vertesse soprattutto verso l’arte Americana, Olnick è sempre stata una grande appassionata dell’Italia, dal design alla moda, all’arte in ogni sua forma. Fu grazie a lei che Spanu si è riavvicinato non solo all’arte italiana ma soprattutto all’Italia che aveva lasciato alla fine degli anni 70.

Il vero punto di svolta per loro è stato il vetro di Murano. Dopo aver ritirato dei cataloghi in una casa d’aste a New York, un oggetto meraviglioso catturò l’attenzione di Olnick: una clessidra blu cobalto e verde smeraldo di Paolo Venini. Faceva parte di una vendita di arti decorative, Olnick trovò quel lavoro tanto speciale che lasciarono un’offerta. Quando la casa d’asta gli comunicò che si erano aggiudicati il lotto, la clessidra trovò il suo posto nella loro residenza di New York accanto a Flowers di Andy Warhol. La clessidra segnò l’inizio della collezione Murano: vetri dalla Collezione Olnick Spanu. Murano ha aperto la strada alle ceramiche, gioielli d’artista, oggetti e mobili di design ed ovviamente all’arte italiana della seconda parte del XX secolo e contemporanea.

Il primo incontro con l’Arte Povera risale all’inizio degli anni ’90, quando un caro amico della coppia, recentemente deceduto, il gallerista romano di origini modenesi, Sauro Bocchi, consigliò a Olnick & Spanu di visitare il Castello di Rivoli e la sua meravigliosa collezione. I capolavori dell’Arte Povera li conquistarono completamente. Iniziarono quindi a studiare questo movimento in profondità e più tardi decisero di dedicarsi esclusivamente a collezionare arte italiana per la loro residenza di Garrison, New York, progettata dall’architetto spagnolo Alberto Campo Baeza. Il direttore dei lavori era Miguel Quismondo, che poi diventerà l’architetto di Magazzino Italian Art.

Una delle grandi difficolta’ che i collezionisti Olnick & Spanu dovettero affrontare fu la dimensione delle opere, non essendo facili da installare in una casa con le pareti di vetro. Questo porto’ Olnick & Spanu a cercare uno spazio appropriato per esporle e quindi alla nascita di quello che oggi è Magazzino Italian Art. Oggi l’obiettivo è di condividere la propria esperienza e la conoscenza di questi artisti e queste opere con un ampio pubblico che potrebbe non avere familiarità con questa tipologia d’arte italiana.

Come Nancy Olnick e Giorgio Spanu dichiarano: “Il nostro desiderio è di far vivere le opera ed avere un costante dialogo con esse. Magazzino ci permette non solo di realizzarlo ma di trasmettere la nostra passione a chiunque possa esserne interessato. Magazzino dispone di quasi 2000 metri quadrati di spazio espositivo ed ha l’obiettivo di sviluppare un ampio programma educativo attraverso una vasta biblioteca, che contiene già più di 5.000 volumi e materiali d’archivio, presto disponibile per la consultazione e la ricerca. “

L’edificio che ospita Magazzino Italian Art è composto dall’unione di una struttura esistente – originariamente progettata come magazzino agricolo, poi convertita in centrale del latte e più recentemente in fabbrica di computer – riconvertita all’interno di un progetto più ampio concepito e guidato dall’architetto spagnolo Miguel Quismondo; il quale ha raddoppiato la metratura dello spazio esistente trasformando l’originaria forma a L in un rettangolo, mantenendo la corte centrale e creando un forte dialogo tra l’esistente e la parte aggiunta.

La mostra attualmente in corso, Arte Povera: dalla collezione Olnick Spanu, aperta il 1° marzo 2018, esplora l’ampio panorama della produzione artistica di 12 artisti associati al movimento dell’Arte Povera: Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio.

Inizialmente associati sotto il termine Arte Povera, coniato nel 1967 da Germano Celant per descrivere un tipo di arte impoverita che faceva ricorso a materiali e tecniche contrastanti con la tradizione artistica del tempo, questi artisti hanno poi sviluppato percorsi individuali e precise scelte espressive. L’Arte Povera è un movimento italiano, che risponde a coordinate geografiche e storiche molto precise. Gli artisti associati a questo movimento hanno in comune un forte legame con la storia dell’arte italiana ma sviluppano una posizione critica verso il concetto di arte tradizionale, opponendosi ai valori imposti dalle istituzioni sociali, politiche e industriali del tempo e alla commercializzazione dell’opera d’arte. Uniti nel mantra Arte è Vita, la loro ricerca è volta ad abbattere le barriere tra i media, così come tra arte e natura.

Musa e sostenitrice di questo movimento è stata Margherita Christian Stein, collezionista e gallerista torinese a cui Magazzino Italian Art ha dedicato la mostra inaugurale nel giugno 2017.
“Abbiamo voluto usare il suo vero nome, Margherita, nonostante lei si facesse chiamare con il nome del marito, Christian, divenuto poi il suo nome di gallerista con l’intento di essere meglio accettata e rispettata nei circoli dell’arte dell’Italia degli anni ’60,” dichiarano Nancy Olnick e Giorgio Spanu.

Grazie alla sua dedizione, passione e sensibilità estetica, Margherita Christian Stein riuscì ad affermarsi come una delle figure di riferimento nel mondo dell’arte dagli anni 60 in poi. La prima mostra di Magazzino Italian Art Margherita Stein: Rebel With a Cause (28 Giugno 2017 – 15 Gennaio 2018), ha voluto essere un omaggio alla visione, al coraggio e all’impegno con cui questa incredibile signora dell’arte italiana ha supportato per più di quarant’anni i suoi artisti, alcuni dei quali oggi si trovano nella collezione Olnick Spanu. Tra questi troviamo Marco Bagnoli, Domenico Bianchi e Remo Salvadori, che rappresentano la generazione successiva a quella dell’ Arte Povera e che rappresentati a suo tempo da Margherita continuano oggi ad essere rappresentati dalla Galleria Christian Stein di Milano.

Parte delle attività di Nancy Olnick e Giorgio Spanu è il programma Olnick Spanu che consiste in una opere site-specific commissionate ad artisti Italiani contemporanei, iniziato nel 2003, grazie ad una intuizione di Giorgio Vigna. L’Olnick Spanu Art Program ha l’obiettivo di far conoscere artisti contemporanei italiani negli Stati Uniti attraverso opere installate nel parco della proprietà di Garrison, New York. Ogni anno per dieci anni un artista è stato invitato per una residenza a Garrison. Dopo essersi familiarizzato con il sito e le ricche risorse naturali dell’Hudson Valley, ispirato da queste nella creazione di un’opera, l’artista rientrava in Italia per la concezione dell’opera che sarebbe poi installata permanentemente durante una presentazione al pubblico nei mesi estivi. Hanno partecipato all’ Art Program Giorgio Vigna, Massimo Bartolini, Mario Airò, Domenico Bianchi, Remo Salvadori, Stefano Arienti, Bruna Esposito, Marco Bagnoli, Francesco Arena, Paolo Canevari.

L’Olnick Spanu Art Program è temporaneamente sospeso per facilitare la costruzione e l’apertura di Magazzino Italian Art, ma continua con l’impegno di Olnick & Spanu a sostegno degli artisti contemporanei attraverso collaborazioni con istituzioni locali e internazionali ed una maggiore presenza all’interno di musei o di grandi eventi espositivi. Documenta 14 (Atene: 8 aprile – 16 luglio 2017) e la 57th Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia (13 Maggio – 26 novembre, 2017) con opere di Maria Lai e Melissa McGill, l’Istituto Italiano di Cultura (4 Ottobre – 2 Novembre 2017) e l’Istituto Cervantes di New York (26 Giugno 2017) con una mostra dedicata alla fotografia di Marco Anelli ed al libro pubblicato dalla Rizzoli Building Magazzino e recentemente con la mostra presso il Garrison Art Center con opere di Marco Bagnoli, Domenico Bianchi e Remo Salvadori (10 marzo – 8 aprile 2018). Ma anche con la presentazione a Magazzino Italian Art di NYsferatu Symphony of a Century (15 settembre 2017) un film muto dell’artista italiano residente a New York Andrea Mastrovito, la mostra di Alessandro Piangiamore (1 maggio – 14 giugno 2018) presso la Casa Italiana Zerilli Marimo’ della NY University ed inoltre con il prestito di alcune importanti opere di Maria Lai (Ulassai, 27 settembre 1919 – Cardedu, 16 aprile 2013) per l’esibizione Il filo e l’infinito, organizzata dagli Uffizi di Firenze, Curata da Elena Pontiggia in mostra fino al 3 giugno, 2018 nell’Andito degli Angiolini di Palazzo Pitti a Firenze.
gli Uffizi di Firenze.