DOSSO DOSSI. IL FREGIO DI ENEA

ROMA Galleria Borghese

Il Fregio di Enea di Dosso Dossi, dipinto dall’artista tra il 1518 e il 1520, che narra le imprese dell’eroe virgiliano tratte dai libri I, III, V e VI dell’Eneide, decorava con i Baccanali di Giovanni Bellini, Tiziano e Dosso le pareti del Camerino delle pitture di Alfonso I d’Este, così custodito fino alla devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio nel 1598, quando quello scrigno meraviglioso del Rinascimento ferrarese venne spogliato delle sue pitture dai cardinali romani, oggi conservate nei maggiori musei del mondo. Il Fregio, giunto nelle raccolte di Scipione Borghese nel 1608 insieme ad altri dipinti di artisti ferraresi, resta documentato in Villa fino alla fine del ‘700, per poi passare ancora integro nella collezione privata del direttore del Prado José de Madrazo, almeno fino al 1856. In seguito alla sua dispersione oggi conosciamo l'ubicazione solo di 7 delle 10 tele che componevano il ciclo, di cui 5 riunite per la prima volta alla Borghese, che rivelano lo stile estroso e inconfondibile di Dosso, capace di "trasformare il mito in una favola a colori."

RAFFAELLO E L’ANTICO

ROMA Villa Farnesina

L’idea della mostra che nasce alcuni anni fa dalle ricerche svolte tra i Fondi chigiani della Biblioteca Apostolica Vaticana, si è sviluppata in questo progetto promosso dall’Accademia dei Lincei, e teso a restituire il contesto della collezione di Agostino Chigi a Villa Farnesina e il clima culturale che la animava. Una dimora suburbana fastosa e celebre in tutta Roma, tra gli altri magnificamente decorata da Raffaello e la sua scuola, arredata con pezzi fantastici, e una straordinaria raccolta di antichità che per l’Urbinate fu di confronto e di ispirazione al suo processo creativo. Un patrimonio preziosissimo allestito e disperso in un decennio, costituito di statue, marmi e oggetti d’arte acquisiti dalle raccolte aristocratiche, dagli scavi e dal mercato internazionale, che la mostra ha ricostruito ove possibile con opere per certo in collezione, diversamente con pezzi che per tipologia o provenienza potevano appartenervi, ricreando infine quell’ideale dialogo con l’antico cercato da Agostino Chigi e superbamente restituito da Raffaello nei suoi affreschi.

GEORGIA O’KEEFFE: TO SEE TAKES TIME

NEW YORK The Museum of Modern Art

L’ultima volta che il MoMA ha dedicato una retrospettiva a Georgia O’Keeffe era il 1946, e fu la prima, all’epoca, che celebrava una donna. Oggi ritorna con una mostra pensata attorno alla sua quarantennale produzione su carta, attraverso una selezione di oltre 120 opere: non lavori isolati, ma serie nate da lunghi periodi di studio e osservazione su temi anche più volte rivisitati nel corso della sua carriera. I materiali nei lavori di Georgia O’Keeffe sono una parte determinante del suo linguaggio: carboncino, pastello, grafite e olio, scelti in relazione ai soggetti sviluppati e all’effetto compositivo; e poi l’acquarello, così rapido e immediato a cogliere e fermare in sequenza forme e fenomeni naturali veloci nella loro mutazione. Dalla vasta produzione degli esordi tra il 1915 e il 1918 alle stagioni successive, tra cui la serie dei fiori degli anni ‘30, dei ritratti degli anni ‘40, e delle vedute aeree degli anni ‘50. Un percorso che traccia il lavoro meno noto ma assolutamente significativo di questa grande protagonista del ‘900, pioniera dell’arte moderna americana.

CARLA ACCARDI. GLI ANNI SETTANTA: I LENZUOLI

VENEZIA Museo Correr, Sala Quattro Porte

La mostra è un omaggio di Venezia a Carla Accardi a quasi cento anni dalla sua nascita che si celebrerà nel 2024. Un omaggio dovuto per la coerenza del suo percorso di ricerca oltre che per il forte legame che aveva stretto con la città lagunare, sia privato sia artistico, a partire dalla sua prima partecipazione alla Biennale del 1948 a quelle degli anni successivi. Presentando i Lenzuoli i curatori hanno scelto di porre in evidenza la parte meno nota e quasi inedita della produzione dell’artista, raramente esposta dopo gli anni Settanta in cui fu concepita. Sono lavori realizzati con grande libertà e immediatezza di segno, su comuni lenzuoli in cotone di cui resta viva la trama, privi del telaio, stesi a terra e dipinti con colori per stoffa. Le opere in mostra, selezionate in un nucleo ristretto ma significativo, si presentano come un’unica grande installazione, ambientate rispetto allo spazio storico che le ospita, quasi a ricreare idealmente il clima della personale del 1974 da Editalia a Roma, una delle poche occasioni che aiutano a ricostruire la genesi di questi lavori.

18. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA

VENEZIA Giardini e Arsenale

Decolonizzazione e decarbonizzazione. Sono questi i temi che la curatrice della Mostra Lesley Lokko ha posto al centro della Biennale Architettura 2023, dal titolo: “The Laboratory of the Future”. Per la prima volta l’architettura volge lo sguardo oltre i suoi soliti confini, per arricchirsi delle idee, delle aspirazioni e delle esperienze che nascono da contesti culturali finora inesplorati o ignorati. Degli 89 invitati sono oltre la metà quelli provenienti dall'Africa o dalla sua diaspora: ai più rappresentativi di loro è riservato il Padiglione Centrale ai Giardini, mentre i giovani sono presenti come “Guests from the Future” nelle sezioni “Dangerous Liaisons” e “Progetti Speciali della Curatrice” all’Arsenale. Il concetto essenziale di “cambiamento”, filo conduttore di tutti i progetti proposti, che cercano di immaginare un modo diverso di abitare il mondo, si estende anche alla scelta di definire “practiotioners” i partecipanti, perchè un continente così complesso come l’Africa, e un mondo in rapida trasformazione, richiedono una comprensione diversa di cosa sia oggi essere “architetto”.

ALESSANDRO MAGNO E L’ORIENTE

NAPOLI MANN - Museo Archeologico Nazionale

La figura di Alessandro Magno è tale che parrebbe immaginaria se le fonti non la testimoniassero. La sua leggenda ha attraversato i secoli, costellata di momenti memorabili: dall’adolescenza sotto la guida di Aristotele, alle eroiche imprese che in poco più di un decennio lo portarono alla conquista dell’Asia e dell’Europa, agli ultimi giorni della sua breve vita segnati da ombre funeste. Questa mostra a lui dedicata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che conserva il maggior numero di opere riferite all’eroe macedone, è insieme un viaggio attraverso le antiche civiltà d’Oriente, con reperti straordinari che giungono da ogni parte del mondo, presentati attraverso un percorso espositivo che segue cronologicamente le vicende di Alessandro: dai suoi natali, alle storiche battaglie e alle conquiste, al cammino verso l’Oriente e il matrimonio con Roxane, fino alla morte e alla mitica eredità lasciata ai posteri in Europa. Al centro della mostra l’epocale restauro del mosaico della Battaglia di Gaugamela tra Alessandro e Dario, allestito nel museo e visibile al pubblico.

AFRO. DALLA MEDITAZIONE SU PIERO ALL’INFORMALE

AREZZO Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea

Dalla meditazione sull’opera di Piero prende le mosse la mostra dedicata ad Afro. Da prologo fanno un nucleo di disegni e dipinti che documentano gli esordi dell’artista, quando nella definizione di uno stile pittorico originale si alimentava dello studio dei grandi maestri antichi, i cui echi si ritrovano elaborati con una cifra personale in quei lavori ancora compresi tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta, allorché anche la pittura murale occupa una parte importante della sua produzione artistica. A esempio di questa attività prolifica in quegli anni sono gli inediti dipinti per l’Albergo delle Rose e la Villa del Profeta a Rodi del 1938, e il materiale artistico e documentario che rimane del progetto mai realizzato per il complesso dell’E 42 a Roma, sul quale Afro lavora a partire dal 1939. L’approdo all’astratto e all’informale è invece testimoniato dai bozzetti e del materiale archivistico per la decorazione dell’UNESCO a Parigi del 1958, che unitamente alle altre opere selezionate illustrano l'evolversi della ricerca artistica di Afro tra gli anni Cinquanta e Settanta.