ARTEMISIA GENTILESCHI A NAPOLI

NAPOLI Gallerie d'Italia, Italia

La mostra vuole approfondire l’attività artistica di Artemisia a Napoli, dove giunge nel 1630 - dopo le travagliate vicende personali - e si stabilirà fino alla morte nel 1654, a parte una breve parentesi londinese. E’ questo il periodo biografico e artistico meno indagato dalla critica: i contatti con gli artisti napoletani, la committenza vicereale, la vita privata. Il percorso espositivo comprende circa 50 opere, sia di Artemisia (una selezione di 21 dipinti), sia di artisti a lei vicini , come Massimo Stanzione, Bernardo Cavallino, Paolo Finoglio, Francesco Guarino e Andrea Vaccaro.

GIOTTO E IL NOVECENTO

ROVERETO Mart, Italia

Giotto presenza silenziosa ma ispiratrice di questa mostra, che racconta come attraverso il Novecentro e oltre, siano stati numerosi gli artisti che in lui hanno visto un modello, un maestro della grande tradizione pittorica italiana. A partire dagli anni Venti fino a oggi, tanti hanno guardato ai fondamenti della suo rivoluzionario linguaggio pittorico per una nuova ricerca artistica. La spiritualità di Giotto, l’uso del colore, la prospettiva, irrompono nell’arte del Medioevo e ancora appassionano.

REMBRANDT INCONTRA REMBRANDT

TORINO Musei Reali, Galleria Sabauda - Spazio Scoperte, Italia

La mostra verte sul confronto fra due perle del maestro olandese, entrambe databili al 1629: “La cena di Emmaus” in prestito dal Museo Jacquemart-André di Parigi, e il “Ritratto di vecchio dormiente” nelle raccolte della Galleria Sabauda dal 1866, che annoverano un numero importante di artisti fiamminghi e olandesi. Colpisce l’uso già sapiente dei chiaroscuri, la luce simbolica che definisce lo spazio e i soggetti di impronta caravaggesca. Completano l’esposizione alcune opere di bottega fra acqueforti e disegni, di cui una serie attribuita a Rembrandt proveniente dalla Biblioteca Reale.

FATTORI. L’UMANITÀ TRADOTTA IN PITTURA

BOLOGNA Palazzo Fava

La macchia è certo il tema più indagato della ricerca pittorica di Giovanni Fattori, e ciò che questa mostra si propone è di ampliare la visione verso generi diversi e meno approfonditi della sua prolifica stagione artistica, quindi la macchia, ma anche il ritratto, il tema risorgimentale, il paesaggio, i luoghi dell’anima, ispirati da uno stesso sentimento di amore per l’esistenza, dalla stessa sensibilità a cogliere la profondità dell’animo umano, da una stessa verità dei sentimenti.

BEYOND THE LIGHT

NEW YORK The Met Fifth Avenue

La mostra esplora attraverso un centinaio di opere tra disegni, schizzi e dipinti, il fiorire dell’arte danese nel XIX secolo. Dal buio di un paese che ha smarrito la propria identità, indebolito dai conflitti generati dalle guerre napoleoniche fino alla bancarotta dello stato, sorge un nuovo spirito nazionalista che coinvolge il mondo culturale. Questo sentimento di appartenenza favorisce la nascita di una nuova generazione di artisti formatisi all’Accademia Reale, che hanno viaggiato, educato il loro gusto e sono tornati, animati da un bisogno di riscoperta del passato e delle origini.

THE GREAT MASTERS OF PRINTMAKING

VIENNA Albertina

L’Albertina conserva un’importantissima collezione di disegni e stampe fondata nel 1776 da Alberto di Sassonia-Teschen, esposta raramente per la fragilità delle opere. Questa mostra è quindi l’occasione per poter ammirare pezzi straordinari che raccontano 600 anni di storia dell’arte grafica: dall’incisione su rame alla tecnica dell’acquaforte che si sviluppano tra la prima metà e la fine del ‘400, all’avvento della litografia a inizio ‘800, ai molteplici mezzi espressivi offerti dal XX secolo. Un cammino costellato di grandi maestri che hanno portato quest’arte ai massimi raggiungimenti.

CECCO DEL CARAVAGGIO

BERGAMO Accademia Carrara

La Carrara riapre con una mostra dedicata a Francesco Boneri detto Cecco del Caravaggio, artista noto al mondo degli studiosi ma sconosciuto al grande pubblico. Cresciuto alla scuola del Merisi, con una vita dai contorni letterari ma in gran parte da scrivere, presta il suo volto in almeno sei opere del maestro, di cui due in esposizione. Considerato a lungo un pittore nordico, fiammingo o francese, ma anche spagnolo, è invece molto probabile la sua origine nel territorio bergamasco. A partire dal primo importante nucleo di opere ricostruito da Longhi intorno alla “Cacciata dei mercanti dal tempio” di Berlino, e agli studi intrapresi da Gianni Papi a partire dagli anni ‘90 e alle più recenti scoperte, sono circa 25 le opere considerate autografe di Cecco, di cui 19 presenti in mostra. Oltre l’aneddotica sui rapporti personali con il Merisi a cui la critica lo ha relegato, Boneri merita un posto da protagonista tra i pittori che meglio hanno interpretato il naturalismo caravaggesco.

BRAFA 2023

BRUXELLES Brussels Expo, Belgio

BRAFA apre la stagione internazionale delle grandi mostre-mercato d'arte e torna alla sua abituale collocazione nel mese di gennaio, nella nuova sede espositiva che dal suo ultimo allestimento di giugno 2022 ha luogo nello storico Brussels Expo, elegantemente ripensato per ospitare la manifestazione. Questa 68ma edizione dedicata al movimento dell'Art Nouveau, profondamente radicato nella storia di Bruxelles, ospita 130 gallerie internazionali specializzate in ogni tipologia artistica, offrendo una proposta eterogenea che da sempre caratterizza BRAFA.

ARTE FIERA 2023

BOLOGNA Quartiere Fieristico - Padiglioni 25 e 26, Italia

Apre la 46ma edizione di Arte Fiera rivolta come di tradizione all’arte italiana moderna e del dopoguerra, settore fondante della manifestazione, all’arte contemporanea e di ricerca con un occhio attento alle personalità emergenti, alla fotografia a cui si rivolge un collezionismo sempre più preparato. Partecipano 141 gallerie presenti nelle tre sezioni principali di Arte Fiera, con nuovi format dedicati principalmente all’arte italiana dalla prima metà del XX secolo ad oggi, e un programma di mostre ed eventi collaterali che come di consueto anima la città nei giorni della manifestazione.

VERMEER

AMSTERDAM Rijksmuseum

Per Johannes Vermeer la pittura è una proiezione meditativa ed emozionale che diviene tangibile attraverso la luce, i colori, le persone, gli edifici e le città. Egli non rappresenta il vero, ma l’epifania del verosimile che assurge a valore assoluto nella raffigurazione ottica della realtà. Autore dagli incerti dati biografici e dalla produzione limitata a trentasette opere, incentra gran parte della sua produzione nella rappresentazione di scene di interni di vita quotidiana abitate da figure isolate che si confrontano tra luce e spazio, dove la forma è più suggerita che descritta nell’accentuazione atmosferica, rendendo le sue composizioni ricche di particolari simbolici e allusivi che puntano ai significati più profondi dell’esperienza umana. La mostra del Rijksmuseum in collaborazione con il Mauritshuis de L’Aia, vede eccezionalmente riunite ventotto opere del suo ristretto corpus, che gettano una nuova luce su uno dei maestri del Seicento fiammingo tanto amato da Marcel Proust.

VREL. FORERUNNER OF VERMEER

L'AIA Mauritshuis

Mentre Vermeer si annuncia l’evento espositivo dell’anno, il Mauritshuis dedica una piccola ma preziosa mostra di tredici dipinti a Jacobus Vrel, che delle atmosfere del maestro di Delft non fu epigone ma anticipatore. I medesimi soggetti rappresentati e le stesse iniziali del nome per lungo tempo hanno lasciato ipotizzare si trattasse dello stesso pittore, e diversi dipinti oggi attribuiti a Vrel sono entrati nelle raccolte ottocentesche come opere di Vermeer. In realtà Jacobus Vrel è un artista la cui biografia è quasi sconosciuta, molto amato dal collezionismo internazionale. Studi recenti su alcuni dipinti anticipano la sua attività già intorno al 1635-1640, quindi antecedente Vermeer e Pieter de Hooch. Vrel crea un mondo fatto di sospensione, abitato da figure femminili còlte nella quiete immobile di una stanza di un giorno qualunque; mentre scene di strada come quinte teatrali sono il palcoscenico silente della vita quotidiana.

MASACCIO. LA CROCIFISSIONE

MILANO Museo Diocesano Carlo Maria Martini

Ospite del Diocesano la struggente Crocifissione di Masaccio del 1426, in origine cuspide del polittico per la cappella di ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Pisa, smembrato alla fine del XVI secolo e in parte disperso. È tra le opere più simboliche della passione di Cristo e più espressiva del dolore umano legato alla morte, che Masaccio rende nel corpo abbandonato e provato dalla sofferenza di Gesù, nella postura delle mani della Madonna e san Giovanni, nell’espressione dei loro volti, ma soprattutto, nelle braccia alzate di Maria Maddalena, inginocchiata di schiena ai piedi della croce in un gesto di estrema disperazione. Masaccio attraversa la storia dell’arte come una folgore. Dall’inizio della sua attività nel 1422 alla morte improvvisa nel 1428, a soli 27 anni, rivoluziona appieno la pittura, come Brunelleschi l’architettura e Donatello la scultura, e insieme danno vita a un nuovo linguaggio: il Rinascimento.