RICHARD AVEDON: MURALS

NEW YORK The Met Fifth Avenue

Una nuova macchina fotografica e un genere da esplorare: il ritratto di gruppo. Così nasce la serie dei Murals, fotografie dalle dimensioni monumentali, realizzate tra il 1969 e il 1970, di personaggi che incarnano il fermento culturale e civile americano di quegl’anni: la Factory di Andy Worhol, gli attivisti che protestano contro la guerra del Vietnam e i vertici militari a Saigon, contrapposti in un confronto immaginario. Avedon costruisce immagini in bianco e nero prive di ombre su uno sfondo abbacinante, secondo un’estetica essenziale e un nuovo senso delle proporzioni.

CECCO DEL CARAVAGGIO

BERGAMO Accademia Carrara

La Carrara riapre con una mostra dedicata a Francesco Boneri detto Cecco del Caravaggio, artista noto al mondo degli studiosi ma sconosciuto al grande pubblico. Cresciuto alla scuola del Merisi, con una vita dai contorni letterari ma in gran parte da scrivere, presta il suo volto in almeno sei opere del maestro, di cui due in esposizione. Considerato a lungo un pittore nordico, fiammingo o francese, ma anche spagnolo, è invece molto probabile la sua origine nel territorio bergamasco. A partire dal primo importante nucleo di opere ricostruito da Longhi intorno alla “Cacciata dei mercanti dal tempio” di Berlino, e agli studi intrapresi da Gianni Papi a partire dagli anni ‘90 e alle più recenti scoperte, sono circa 25 le opere considerate autografe di Cecco, di cui 19 presenti in mostra. Oltre l’aneddotica sui rapporti personali con il Merisi a cui la critica lo ha relegato, Boneri merita un posto da protagonista tra i pittori che meglio hanno interpretato il naturalismo caravaggesco.

JR – DEPLACÉ.E.S

TORINO Gallerie d'Italia

JR, fotografo e street artist francese di fama internazionale, noto per le sue performance di denuncia e urgenza sociale, espone per la prima volta in un museo italiano un progetto compiuto. Con la sua arte JR tocca temi ingombranti spesso volutamente dimenticati, e posa il suo sguardo sulle periferie del mondo segnate da abbandono, esclusione, violenza e violazione. Alle Gallerie d’Italia di Torino JR porta la non-vita dei rifugiati nei campi profughi attraverso i volti dei bambini, che le guerre, la carestia, i cambimenti climatici, la cirisi energetica, costringono alla migrazione. Sradicati dalla loro terra sono l’innocenza e la forza indomita della fanciulezza ad accendere le loro speranze, ma proprio in questa stridente contrapposizione tra vitalità e inumana condizione di esuli che JR dà forza al suo messaggio: “Al servizio di qualcosa di più grande, la mia arte crea tensione tra il visibile e l'invisibile per resistere alla banalizzazione delle prospettive.”

VERMEER

AMSTERDAM Rijksmuseum

Per Johannes Vermeer la pittura è una proiezione meditativa ed emozionale che diviene tangibile attraverso la luce, i colori, le persone, gli edifici e le città. Egli non rappresenta il vero, ma l’epifania del verosimile che assurge a valore assoluto nella raffigurazione ottica della realtà. Autore dagli incerti dati biografici e dalla produzione limitata a trentasette opere, incentra gran parte della sua produzione nella rappresentazione di scene di interni di vita quotidiana abitate da figure isolate che si confrontano tra luce e spazio, dove la forma è più suggerita che descritta nell’accentuazione atmosferica, rendendo le sue composizioni ricche di particolari simbolici e allusivi che puntano ai significati più profondi dell’esperienza umana. La mostra del Rijksmuseum in collaborazione con il Mauritshuis de L’Aia, vede eccezionalmente riunite ventotto opere del suo ristretto corpus, che gettano una nuova luce su uno dei maestri del Seicento fiammingo tanto amato da Marcel Proust.

DONATELLO: SCULPTING THE RENAISSANCE

LONDRA Victoria&A South Kensington

La mostra “Donatello: Sculpting the Renaissance” al Victoria & Albert Museum di Londra è il primo evento espositivo in Gran Bretagna dedicato ad uno dei più grandi innovatori della scultura e dell'arte del Rinascimento, artefice non solo di un rinnovato e aperto confronto con le divine proporzioni dell’antico, ma anche, e soprattutto, sommo interprete di una materia che diviene pura emozione plastica senza tempo, capace di riscrivere i canoni della bellezza con il coraggio espressivo che solo gli immortali come Michelangelo e Bernini sapranno fare. Divisa in cinque sezioni, la mostra curata per il V&A da Peta Motture con Whitney Kerr-Lewis, è l’ultima dei tre eventi espositivi distinti ma complementari, nati dalla collaborazione tra Fondazione Palazzo Strozzi e Museo Nazionale del Bargello di Firenze, Staatliche Museum di Berlino e V&A di Londra, per celebrare con un evento unico l’opera di un maestro eternamente moderno nella sua zenitale bellezza.

GIACOMO CERUTI

BRESCIA Museo di Santa Giulia

A 35 anni di distanza dall’ultima retrospettiva dedicata a Giacomo Ceruti, questa mostra rilegge l’opera dell’artista in un contesto più ampio del Settecento europeo, alla luce di studi aggiornati che hanno portato a una revisione importante dei suoi lavori e a nuove attribuzioni. La fortuna critica di Ceruti legata alla sua produzione pauperistica prende avvio nel 1922, con la presenza del dipinto “La lavandaia” nella mostra fiorentina sulla pittura italiana del Sei e Settecento, gli studi da qui intrapresi da Longhi, e il ritrovamento del cosiddetto “Ciclo di Padernello” pubblicato da De Logu nel 1931. Ma la mostra amplia i confini di analisi della produzione lombarda del Ceruti e pone lo sguardo agli anni successivi, ai contatti dell’artista coi suoi contemporanei veneziani e francesi, e all’evoluzione della sua pittura in linea con le istanze europee del Settecento, che pur fedele al dato naturalistico, si allarga a temi di genere mondano con ritratti e scene galanti.

RINASCIMENTO A FERRARA

FERRARA Palazzo dei Diamanti

Il programma espositivo di Palazzo dei Diamanti riparte con una mostra dedicata a Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, prima tappa di un percorso che celebra i grandi interpreti del Rinascimento ferrarese tra il 1471, con l’investitura ducale di Borso d’Este, e il 1598, con la morte di Alfonso II e la devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio, e insieme il tramonto di una prestigiosa stagione culturale. Di Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa si ripercorre la vicenda artistica: per Ercole, erede della prestigiosa Officina ferrarese, gli esordi, gli anni bolognesi a seguito del suo mentore Francesco del Cossa, e poi il ritorno alla corte estense, pur mantenendo numerose committenze in Emila Romagna; per Costa, che di Ercole raccoglie la lezione, la formazione a Ferrara, il trasferimento a Bologna e infine a Mantova alla corte dei Gonzaga. Accanto ai due protagonosti la mostra si allarga a quella temperie artistica di eccellenti pittori che gravita tra Ferrara, Bologna e Mantova.

PERUGINO NEL SUO TEMPO

PERUGIA Galleria Nazionale dell'Umbria

Questa mostra, evento principale nell’anno delle celebrazioni per il cinquecentenario della morte di Pietro Vannucci detto il Perugino, è tesa a restituire all’artista quel ruolo da grande protagonista del Rinascimento adombrato nel tempo, a dispetto della fama e dei ricomoscimenti conseguiti nella sua epoca, complice una critica troppo incerta e mutevole nei suoi confronti. Con oltre 70 opere dall’Italia e dall’estero, la mostra indaga sul periodo di massima fortuna artistica di Perugino, con opere comprese fra i suoi esordi nella bottega del Verrocchio fino al 1504, quando la sua attività raggiuge l’apice con committenze prestigiose nei principali centri iatliani e il suo linguaggio si diffonde. Altro momento di analisi della mostra è il confronto con le personalità che in modo significativo hanno incrociato, anche idealmente, la sua vicenda artistica, durante gli anni della formazione e poi nei cantieri dove ha collaborato, o per cui ha rappresentato un modello d’ispirazione.

VITTORE CARPACCIO

VENEZIA Palazzo Ducale

A 60 anni dalla storica esposizione dedicata da Venezia a Carpaccio, la mostra offre un nuovo sguardo e una lettura aggiornata di questo originale protagonista e interprete del Rinascimento veneziano, attraverso 70 opere che comprendono un importante nucleo di disegni, il più ricco giunto fino a noi di un pittore veneziano della sua epoca, di cui fu anche un eccellente esecutore. Della formazione di Carpaccio si hanno frammentarie notizie, sebbene sia certo un suo apprendistato nella bottega dei Bellini; di fatto, il clima artistico in cui matura è quello ricco e vivace della Venezia corcevia economico e culturale del mondo. Rinomato soprattutto per i vasti cicli narrativi con storie sacre realizzati per le ‘scuole’ veneziane, Carpaccio arricchisce le sue composizioni di elementi architettonici fantasiosi, e con dovizia tratteggia paesaggi, ambienti e costumi, che ci restituiscono quel clima di elegante esotismo che caratterizza Venezia tra Quattro e Cinquecento.

FAUSTO MELOTTI. LA CERAMICA

LUCCA Fondazione Ragghianti

Fausto Melotti, personalità colta, raffinata e versatile, nell’arte ha indagato generi e tecniche diverse, fra queste la ceramica, che dal secondo dopoguerra ai primi anni Sessanta sperimenta raggiungendo risultati altissimi, e una produzione multiforme che la mostra presenta divisa per tipologie e sezioni, sino ad una finale di confronto con quanto si andava producendo in quegli anni in Italia fra artisti e designer. Accanto alle prime opere a soggetto sacro, i bassorilievi, i Teatrini, gli Onu, le sculture tra cui la celebre “Lettera a Fontana” del 1944 e le Kore, ma anche oggetti pensati come opere in sé fuori dalla loro funzione d’uso, come vasi, ciotole, tazzine, piatti, lampade. Questa mostra, che cade a vent’anni dalla pubblicazione del Catalogo generale della ceramica dell’artista, vuole far emergere l’aspetto innovativo e di assoluto primo piano di questa produzione, erroneamente considerata marginale, nell’ambito della più vasta “galassia Melotti”.

GUIDO RENI

MADRID Museo Nacional del Prado

La mostra raccoglie quasi 100 opere provenienti dalle maggiori collezioni internazionali, esemplificative della prolifica carriera di Reni, trascorsa tra la natale Bologna centro artistico di primissimo piano in Europa, e Roma dove trova la sua definitiva consacrazione. Formatosi compiutamente alla scuola dei Carracci, suggestionato dal classicismo di Raffaello e dal naturalismo di Caravaggio di cui raccoglie la forza innovatrice, costruisce ben presto uno stile assolutamente personale, ispirato da un ideale di bellezza elegante e armoniosa, da una grande sensibilità a cogliere l’espressività dei volti e nei soggetti sacri la manifestazione del divino, fino alle opere della tarda maturità dove prevale la scelta del non finito e il colore quasi si dissolve. La mostra intende anche sottolineare l’influenza dello stile di Reni sull’arte del Seicento: sulla pittura barocca europea, e nello specifico sulla Spagna, evidente sia in ambito collezionistico sia tra i pittori del Siglo de Oro.

UGO MULAS. L’OPERAZIONE FOTOGRAFICA

VENEZIA Le Stanze della Fotografia - Isola di San Giorgio Maggiore

Il nuovo centro Le Stanze della Fotografia inaugura con la mostra dedicata al grande maestro Ugo Mulas, nel cinquantenario della sua scomparsa (1928 - 1973). Ricca ed esaustiva, con quasi 300 immagini tra cui alcuni inediti e stampe vintage, la mostra ripercorre la sua breve ma straordinaria stagione artistica. Mulas ci restituisce la sua realtà, la sua visione intima e personale del mondo che ha conosciuto e dei personaggi che ha incontrato, rifuggendo dall’immagine iconica, dall’attimo perfetto per lo scatto assoluto e irripetibile, perchè “il momento meno significativo forse è proprio quello eccezionale”. Un artista che esula da ogni genere o categoria, piuttosto spazia tra argomenti sempre diversi mosso dal desiderio di comprendere, di individuare il suo punto di vista. La mostra pensata sugli scritti di Mulas attraversa per capitoli tutti i temi della sua ricerca, e come una grande narrazione ci svela il processo creativo di un fotografo che come nessuno ha indagato se stesso.