Giornata intera

RICHARD AVEDON: MURALS

NEW YORK The Met Fifth Avenue

Una nuova macchina fotografica e un genere da esplorare: il ritratto di gruppo. Così nasce la serie dei Murals, fotografie dalle dimensioni monumentali, realizzate tra il 1969 e il 1970, di personaggi che incarnano il fermento culturale e civile americano di quegl’anni: la Factory di Andy Warhol, gli attivisti che protestano contro la guerra del Vietnam e i vertici militari a Saigon, contrapposti in un confronto immaginario. Avedon costruisce immagini in bianco e nero prive di ombre su uno sfondo abbacinante, secondo un’estetica essenziale e un nuovo senso delle proporzioni.

JR – DEPLACÉ.E.S

TORINO Gallerie d'Italia

JR, fotografo e street artist francese di fama internazionale, noto per le sue performance di denuncia e urgenza sociale, espone per la prima volta in un museo italiano un progetto compiuto. Con la sua arte JR tocca temi ingombranti spesso volutamente dimenticati, e posa il suo sguardo sulle periferie del mondo segnate da abbandono, esclusione, violenza e violazione. Alle Gallerie d’Italia di Torino JR porta la non-vita dei rifugiati nei campi profughi attraverso i volti dei bambini, che le guerre, la carestia, i cambimenti climatici, la cirisi energetica, costringono alla migrazione. Sradicati dalla loro terra sono l’innocenza e la forza indomita della fanciulezza ad accendere le loro speranze, ma proprio in questa stridente contrapposizione tra vitalità e inumana condizione di esuli che JR dà forza al suo messaggio: “Al servizio di qualcosa di più grande, la mia arte crea tensione tra il visibile e l'invisibile per resistere alla banalizzazione delle prospettive.”

DONATELLO: SCULPTING THE RENAISSANCE

LONDRA Victoria&A South Kensington

La mostra “Donatello: Sculpting the Renaissance” al Victoria & Albert Museum di Londra è il primo evento espositivo in Gran Bretagna dedicato ad uno dei più grandi innovatori della scultura e dell'arte del Rinascimento, artefice non solo di un rinnovato e aperto confronto con le divine proporzioni dell’antico, ma anche, e soprattutto, sommo interprete di una materia che diviene pura emozione plastica senza tempo, capace di riscrivere i canoni della bellezza con il coraggio espressivo che solo gli immortali come Michelangelo e Bernini sapranno fare. Divisa in cinque sezioni, la mostra curata per il V&A da Peta Motture con Whitney Kerr-Lewis, è l’ultima dei tre eventi espositivi distinti ma complementari, nati dalla collaborazione tra Fondazione Palazzo Strozzi e Museo Nazionale del Bargello di Firenze, Staatliche Museum di Berlino e V&A di Londra, per celebrare con un evento unico l’opera di un maestro eternamente moderno nella sua zenitale bellezza.

GIACOMO CERUTI

BRESCIA Museo di Santa Giulia

A 35 anni di distanza dall’ultima retrospettiva dedicata a Giacomo Ceruti, questa mostra rilegge l’opera dell’artista in un contesto più ampio del Settecento europeo, alla luce di studi aggiornati che hanno portato a una revisione importante dei suoi lavori e a nuove attribuzioni. La fortuna critica di Ceruti legata alla sua produzione pauperistica prende avvio nel 1922, con la presenza del dipinto “La lavandaia” nella mostra fiorentina sulla pittura italiana del Sei e Settecento, gli studi da qui intrapresi da Longhi, e il ritrovamento del cosiddetto “Ciclo di Padernello” pubblicato da De Logu nel 1931. Ma la mostra amplia i confini di analisi della produzione lombarda del Ceruti e pone lo sguardo agli anni successivi, ai contatti dell’artista coi suoi contemporanei veneziani e francesi, e all’evoluzione della sua pittura in linea con le istanze europee del Settecento, che pur fedele al dato naturalistico, si allarga a temi di genere mondano con ritratti e scene galanti.

RINASCIMENTO A FERRARA

FERRARA Palazzo dei Diamanti

Il programma espositivo di Palazzo dei Diamanti riparte con una mostra dedicata a Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, prima tappa di un percorso che celebra i grandi interpreti del Rinascimento ferrarese tra il 1471, con l’investitura ducale di Borso d’Este, e il 1598, con la morte di Alfonso II e la devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio, e insieme il tramonto di una prestigiosa stagione culturale. Di Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa si ripercorre la vicenda artistica: per Ercole, erede della prestigiosa Officina ferrarese, gli esordi, gli anni bolognesi a seguito del suo mentore Francesco del Cossa, e poi il ritorno alla corte estense, pur mantenendo numerose committenze in Emila Romagna; per Costa, che di Ercole raccoglie la lezione, la formazione a Ferrara, il trasferimento a Bologna e infine a Mantova alla corte dei Gonzaga. Accanto ai due protagonosti la mostra si allarga a quella temperie artistica di eccellenti pittori che gravita tra Ferrara, Bologna e Mantova.

PERUGINO NEL SUO TEMPO

PERUGIA Galleria Nazionale dell'Umbria

Questa mostra, evento principale nell’anno delle celebrazioni per il cinquecentenario della morte di Pietro Vannucci detto il Perugino, è tesa a restituire all’artista quel ruolo da grande protagonista del Rinascimento adombrato nel tempo, a dispetto della fama e dei ricomoscimenti conseguiti nella sua epoca, complice una critica troppo incerta e mutevole nei suoi confronti. Con oltre 70 opere dall’Italia e dall’estero, la mostra indaga sul periodo di massima fortuna artistica di Perugino, con opere comprese fra i suoi esordi nella bottega del Verrocchio fino al 1504, quando la sua attività raggiuge l’apice con committenze prestigiose nei principali centri iatliani e il suo linguaggio si diffonde. Altro momento di analisi della mostra è il confronto con le personalità che in modo significativo hanno incrociato, anche idealmente, la sua vicenda artistica, durante gli anni della formazione e poi nei cantieri dove ha collaborato, o per cui ha rappresentato un modello d’ispirazione.

VITTORE CARPACCIO

VENEZIA Palazzo Ducale

A 60 anni dalla storica esposizione dedicata da Venezia a Carpaccio, la mostra offre un nuovo sguardo e una lettura aggiornata di questo originale protagonista e interprete del Rinascimento veneziano, attraverso 70 opere che comprendono un importante nucleo di disegni, il più ricco giunto fino a noi di un pittore veneziano della sua epoca, di cui fu anche un eccellente esecutore. Della formazione di Carpaccio si hanno frammentarie notizie, sebbene sia certo un suo apprendistato nella bottega dei Bellini; di fatto, il clima artistico in cui matura è quello ricco e vivace della Venezia corcevia economico e culturale del mondo. Rinomato soprattutto per i vasti cicli narrativi con storie sacre realizzati per le ‘scuole’ veneziane, Carpaccio arricchisce le sue composizioni di elementi architettonici fantasiosi, e con dovizia tratteggia paesaggi, ambienti e costumi, che ci restituiscono quel clima di elegante esotismo che caratterizza Venezia tra Quattro e Cinquecento.

FAUSTO MELOTTI. LA CERAMICA

LUCCA Fondazione Ragghianti

Fausto Melotti, personalità colta, raffinata e versatile, nell’arte ha indagato generi e tecniche diverse, fra queste la ceramica, che dal secondo dopoguerra ai primi anni Sessanta sperimenta raggiungendo risultati altissimi, e una produzione multiforme che la mostra presenta divisa per tipologie e sezioni, sino ad una finale di confronto con quanto si andava producendo in quegli anni in Italia fra artisti e designer. Accanto alle prime opere a soggetto sacro, i bassorilievi, i Teatrini, gli Onu, le sculture tra cui la celebre “Lettera a Fontana” del 1944 e le Kore, ma anche oggetti pensati come opere in sé fuori dalla loro funzione d’uso, come vasi, ciotole, tazzine, piatti, lampade. Questa mostra, che cade a vent’anni dalla pubblicazione del Catalogo generale della ceramica dell’artista, vuole far emergere l’aspetto innovativo e di assoluto primo piano di questa produzione, erroneamente considerata marginale, nell’ambito della più vasta “galassia Melotti”.

GUIDO RENI

MADRID Museo Nacional del Prado

La mostra raccoglie quasi 100 opere provenienti dalle maggiori collezioni internazionali, esemplificative della prolifica carriera di Reni, trascorsa tra la natale Bologna centro artistico di primissimo piano in Europa, e Roma dove trova la sua definitiva consacrazione. Formatosi compiutamente alla scuola dei Carracci, suggestionato dal classicismo di Raffaello e dal naturalismo di Caravaggio di cui raccoglie la forza innovatrice, costruisce ben presto uno stile assolutamente personale, ispirato da un ideale di bellezza elegante e armoniosa, da una grande sensibilità a cogliere l’espressività dei volti e nei soggetti sacri la manifestazione del divino, fino alle opere della tarda maturità dove prevale la scelta del non finito e il colore quasi si dissolve. La mostra intende anche sottolineare l’influenza dello stile di Reni sull’arte del Seicento: sulla pittura barocca europea, e nello specifico sulla Spagna, evidente sia in ambito collezionistico sia tra i pittori del Siglo de Oro.

UGO MULAS. L’OPERAZIONE FOTOGRAFICA

VENEZIA Le Stanze della Fotografia - Isola di San Giorgio Maggiore

Il nuovo centro Le Stanze della Fotografia inaugura con la mostra dedicata al grande maestro Ugo Mulas, nel cinquantenario della sua scomparsa (1928 - 1973). Ricca ed esaustiva, con quasi 300 immagini tra cui alcuni inediti e stampe vintage, la mostra ripercorre la sua breve ma straordinaria stagione artistica. Mulas ci restituisce la sua realtà, la sua visione intima e personale del mondo che ha conosciuto e dei personaggi che ha incontrato, rifuggendo dall’immagine iconica, dall’attimo perfetto per lo scatto assoluto e irripetibile, perchè “il momento meno significativo forse è proprio quello eccezionale”. Un artista che esula da ogni genere o categoria, piuttosto spazia tra argomenti sempre diversi mosso dal desiderio di comprendere, di individuare il suo punto di vista. La mostra pensata sugli scritti di Mulas attraversa per capitoli tutti i temi della sua ricerca, e come una grande narrazione ci svela il processo creativo di un fotografo che come nessuno ha indagato se stesso.

LUCA GIORDANO. MAESTRO BAROCCO A FIRENZE

FIRENZE Palazzo Medici Riccardi

Il periodo fiorentino di Luca Giordano rappresenta un momento rilevante nella carriera del pittore, prolifico di commissioni e di largo consenso. La mostra documenta i suoi soggiorni compresi tra il 1682 e il 1686 attraverso una selezione di circa 50 opere, allestite nel palazzo dove ancora splendono gli affreschi tra le invenzioni più significative della sua attività, che determinarono lo sviluppo della sua ultima fase e della sua fama. Già apprezzato e presente in alcune collezioni fiorentine, Luca Giordano giunge a Firenze chiamato dai Corsini ad affrescare la cappella di famiglia alla chiesa del Carmine. Un lavoro prestigioso che gli vale comittenze importanti nell’ambiente nobiliare, come Andrea Del Rosso che lo ospita in quegli anni di permanenza a Firenze, Cosimo III de’ Medici e Vittoria della Rovere, fino ai marchesi Riccardi che nel 1659 avevano acquisito dai Medici il palazzo, affidando a Luca Giordano la decorazione della Galleria e della Biblioteca, fra le migliore espressioni del Barocco maturo.

ARTURO MARTINI. I CAPOLAVORI

TREVISO Museo Luigi Bailo - Musei Civici

Quest’ampia ed esaustiva retrospettiva che Treviso dedica ad Arturo Martini giunge dopo la storica esposizione del 1967, oggi allestita nelle sale del Bailo, in un percorso con al centro i grandi capolavori accostati per temi e confronti, e poi sezioni che cronologicamente comprendono tutte le fasi della sua breve ma instancabile ricerca artistica - Martini muore nel 1947 che non aveva ancora compiuto 58 anni. Dai primi lavori alla prolifica “stagione del canto” degli anni ‘20 e ‘3, fino a quelli tormentati della maturità, dove è addirittura l’esistenza stessa della scultura nell’età moderna che l’artista mette in discussione. In realtà Arturo Martini guardando all’arte del passato ridefinice sostanzialmente l’arte plastica, passando dalle grandi commissioni ufficiali ai lavori privati, dalle opere monumentali a quelle di piccole dimensioni; sperimentando materiali tra loro diversi, dal marmo alla terracotta, dal bronzo al gesso alla maiolica, e ogni volta riscrivendone il linguaggio, che fa di questo artista uno dei massimi scultori del XX secolo.

DOSSO DOSSI. IL FREGIO DI ENEA

ROMA Galleria Borghese

Il Fregio di Enea di Dosso Dossi, dipinto dall’artista tra il 1518 e il 1520, che narra le imprese dell’eroe virgiliano tratte dai libri I, III, V e VI dell’Eneide, decorava con i Baccanali di Giovanni Bellini, Tiziano e Dosso le pareti del Camerino delle pitture di Alfonso I d’Este, così custodito fino alla devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio nel 1598, quando quello scrigno meraviglioso del Rinascimento ferrarese venne spogliato delle sue pitture dai cardinali romani, oggi conservate nei maggiori musei del mondo. Il Fregio, giunto nelle raccolte di Scipione Borghese nel 1608 insieme ad altri dipinti di artisti ferraresi, resta documentato in Villa fino alla fine del ‘700, per poi passare ancora integro nella collezione privata del direttore del Prado José de Madrazo, almeno fino al 1856. In seguito alla sua dispersione oggi conosciamo l'ubicazione solo di 7 delle 10 tele che componevano il ciclo, di cui 5 riunite per la prima volta alla Borghese, che rivelano lo stile estroso e inconfondibile di Dosso, capace di "trasformare il mito in una favola a colori."

RAFFAELLO E L’ANTICO

ROMA Villa Farnesina

L’idea della mostra che nasce alcuni anni fa dalle ricerche svolte tra i Fondi chigiani della Biblioteca Apostolica Vaticana, si è sviluppata in questo progetto promosso dall’Accademia dei Lincei, e teso a restituire il contesto della collezione di Agostino Chigi a Villa Farnesina e il clima culturale che la animava. Una dimora suburbana fastosa e celebre in tutta Roma, tra gli altri magnificamente decorata da Raffaello e la sua scuola, arredata con pezzi fantastici, e una straordinaria raccolta di antichità che per l’Urbinate fu di confronto e di ispirazione al suo processo creativo. Un patrimonio preziosissimo allestito e disperso in un decennio, costituito di statue, marmi e oggetti d’arte acquisiti dalle raccolte aristocratiche, dagli scavi e dal mercato internazionale, che la mostra ha ricostruito ove possibile con opere per certo in collezione, diversamente con pezzi che per tipologia o provenienza potevano appartenervi, ricreando infine quell’ideale dialogo con l’antico cercato da Agostino Chigi e superbamente restituito da Raffaello nei suoi affreschi.

GEORGIA O’KEEFFE: TO SEE TAKES TIME

NEW YORK The Museum of Modern Art

L’ultima volta che il MoMA ha dedicato una retrospettiva a Georgia O’Keeffe era il 1946, e fu la prima, all’epoca, che celebrava una donna. Oggi ritorna con una mostra pensata attorno alla sua quarantennale produzione su carta, attraverso una selezione di oltre 120 opere: non lavori isolati, ma serie nate da lunghi periodi di studio e osservazione su temi anche più volte rivisitati nel corso della sua carriera. I materiali nei lavori di Georgia O’Keeffe sono una parte determinante del suo linguaggio: carboncino, pastello, grafite e olio, scelti in relazione ai soggetti sviluppati e all’effetto compositivo; e poi l’acquarello, così rapido e immediato a cogliere e fermare in sequenza forme e fenomeni naturali veloci nella loro mutazione. Dalla vasta produzione degli esordi tra il 1915 e il 1918 alle stagioni successive, tra cui la serie dei fiori degli anni ‘30, dei ritratti degli anni ‘40, e delle vedute aeree degli anni ‘50. Un percorso che traccia il lavoro meno noto ma assolutamente significativo di questa grande protagonista del ‘900, pioniera dell’arte moderna americana.

CARLA ACCARDI. GLI ANNI SETTANTA: I LENZUOLI

VENEZIA Museo Correr, Sala Quattro Porte

La mostra è un omaggio di Venezia a Carla Accardi a quasi cento anni dalla sua nascita che si celebrerà nel 2024. Un omaggio dovuto per la coerenza del suo percorso di ricerca oltre che per il forte legame che aveva stretto con la città lagunare, sia privato sia artistico, a partire dalla sua prima partecipazione alla Biennale del 1948 a quelle degli anni successivi. Presentando i Lenzuoli i curatori hanno scelto di porre in evidenza la parte meno nota e quasi inedita della produzione dell’artista, raramente esposta dopo gli anni Settanta in cui fu concepita. Sono lavori realizzati con grande libertà e immediatezza di segno, su comuni lenzuoli in cotone di cui resta viva la trama, privi del telaio, stesi a terra e dipinti con colori per stoffa. Le opere in mostra, selezionate in un nucleo ristretto ma significativo, si presentano come un’unica grande installazione, ambientate rispetto allo spazio storico che le ospita, quasi a ricreare idealmente il clima della personale del 1974 da Editalia a Roma, una delle poche occasioni che aiutano a ricostruire la genesi di questi lavori.

18. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA

VENEZIA Giardini e Arsenale

Decolonizzazione e decarbonizzazione. Sono questi i temi che la curatrice della Mostra Lesley Lokko ha posto al centro della Biennale Architettura 2023, dal titolo: “The Laboratory of the Future”. Per la prima volta l’architettura volge lo sguardo oltre i suoi soliti confini, per arricchirsi delle idee, delle aspirazioni e delle esperienze che nascono da contesti culturali finora inesplorati o ignorati. Degli 89 invitati sono oltre la metà quelli provenienti dall'Africa o dalla sua diaspora: ai più rappresentativi di loro è riservato il Padiglione Centrale ai Giardini, mentre i giovani sono presenti come “Guests from the Future” nelle sezioni “Dangerous Liaisons” e “Progetti Speciali della Curatrice” all’Arsenale. Il concetto essenziale di “cambiamento”, filo conduttore di tutti i progetti proposti, che cercano di immaginare un modo diverso di abitare il mondo, si estende anche alla scelta di definire “practiotioners” i partecipanti, perchè un continente così complesso come l’Africa, e un mondo in rapida trasformazione, richiedono una comprensione diversa di cosa sia oggi essere “architetto”.

DIANE ARBUS. CONSTELLATION

ARLES LUMA - La Tour, Galerie Principale

Nel centenario della nascita di Diane Arbus (1923 - 1971), LUMA Arles dedica alla fotografa americana una grande retrospettiva, presentando riunite per la prima volta tutte le prove di stampa sviluppate da Neil Selkirk dopo la scomparsa dell’artista. La serie completa realizzata da Selkirk - il solo ad essere autorizzato dalla Arbus Estate a stampare dai suoi negativi - comprende 454 immagini in tiratura unica, alcune inedite, acquisite nel 2011 da Maja Hoffmann, fondatrice e presidente di LUMA Foundation.
Pensata come un’installazione immersiva, l'esposizione si dipana attraverso una “costellazione” di immagini allestite senza suggerire un percorso, senza una suddivisione temporale o tematica, lasciando che siano le storie e i mondi, tanti e diversi, dietro ogni scatto, a catturare l’occhio dello spettatore.
Il lavoro di Diane Arbus nasceva un po’ così, vagando tra i quartieri di New York guidata dal caso o dall’intuizione, per scoprire e rivelare con i suoi ritratti che non esiste un modo di essere e di vivere; che esprimere la propria autenticità è una scelta difficile, a volte dolorosa; che il concetto di “normalità” è solo una costruzione sociale, negato dalla complessità della natura umana.

ALESSANDRO MAGNO E L’ORIENTE

NAPOLI MANN - Museo Archeologico Nazionale

La figura di Alessandro Magno è tale che parrebbe immaginaria se le fonti non la testimoniassero. La sua leggenda ha attraversato i secoli, costellata di momenti memorabili: dall’adolescenza sotto la guida di Aristotele, alle eroiche imprese che in poco più di un decennio lo portarono alla conquista dell’Asia e dell’Europa, agli ultimi giorni della sua breve vita segnati da ombre funeste. Questa mostra a lui dedicata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che conserva il maggior numero di opere riferite all’eroe macedone, è insieme un viaggio attraverso le antiche civiltà d’Oriente, con reperti straordinari che giungono da ogni parte del mondo, presentati attraverso un percorso espositivo che segue cronologicamente le vicende di Alessandro: dai suoi natali, alle storiche battaglie e alle conquiste, al cammino verso l’Oriente e il matrimonio con Roxane, fino alla morte e alla mitica eredità lasciata ai posteri in Europa. Al centro della mostra l’epocale restauro del mosaico della Battaglia di Gaugamela tra Alessandro e Dario, allestito nel museo e visibile al pubblico.

AFRO. DALLA MEDITAZIONE SU PIERO ALL’INFORMALE

AREZZO Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea

Dalla meditazione sull’opera di Piero prende le mosse la mostra dedicata ad Afro. Da prologo fanno un nucleo di disegni e dipinti che documentano gli esordi dell’artista, quando nella definizione di uno stile pittorico originale si alimentava dello studio dei grandi maestri antichi, i cui echi si ritrovano elaborati con una cifra personale in quei lavori ancora compresi tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta, allorché anche la pittura murale occupa una parte importante della sua produzione artistica. A esempio di questa attività prolifica in quegli anni sono gli inediti dipinti per l’Albergo delle Rose e la Villa del Profeta a Rodi del 1938, e il materiale artistico e documentario che rimane del progetto mai realizzato per il complesso dell’E 42 a Roma, sul quale Afro lavora a partire dal 1939. L’approdo all’astratto e all’informale è invece testimoniato dai bozzetti e del materiale archivistico per la decorazione dell’UNESCO a Parigi del 1958, che unitamente alle altre opere selezionate illustrano l'evolversi della ricerca artistica di Afro tra gli anni Cinquanta e Settanta.

NAPLES À PARIS

PARIGI Musée du Louvre

Il Louvre invita il Museo di Capodimonte, protagonista per sei mesi della scena artistica parigina, in un evento unico nella storia di questa istituzione. Il percorso espositivo si apre nella Grande Galerie, cuore della collezione francese, dove 31 capolavori concessi in prestito da Capodimonte dialogano con i dipinti del Louvre, offrendo uno viaggio straordinario attraverso la pittura italiana dal XV al XVII secolo. Prosegue nella Salle de la Chapelle con opere esemplari che tracciano la storia di Capodimonte, che è la storia del Regno di Napoli fino all’Unità. Edificato da Carlo di Borbone per accogliere le favolose raccolte dei Farnese - dono della madre Elisabetta, l’ultima della dinastia, quando questi diviene re di Napoli nel 1734 - conserva una collezione che testimonia con opere altissime le maggiori scuole italiane. Nella Salle de l’Horloge, infine, i rari cartoni di Raffaello e Michelangelo, preparatori alle decorazioni del Vaticano, si uniscono ai disegni italiani del Rinascimento conservati nel Cabinet del Louvre.