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L’eterna bellezza di RAFFAELLO

Scuderie del Quirinale Roma

Agli inizi del Cinquecento quando l’arte rinascimentale raggiunge il suo apogeo la Città Eterna è la prova tangibile che è possibile competere e superare l’equilibrio e la perfezione degli antichi. Il ritrovamento delle vestigia fastose della Domus Aurea, l’apollinea perfezione che si rivela e diviene maniera nelle Stanze Vaticane di Raffaello, e il titanico conflitto tra materia e spirito che Michelangelo affronta sulle pareti della Cappella Sistina, sono la dimostrazione che attraverso la memoria viva la classicità è sempre contemporanea.
Roma fu la città di Raffaello tra il 1509 e il 1520, quella di papi mecenati delle arti come Giulio II e Leone X, di umanisti illuminati come Baldassare Castiglione, una delle espressioni più alte della prosa del suo tempo famoso per Il Cortigiano e per un ritratto che Raffaello realizzò nel 1514-15 che diviene l’essenza stessa dell’uomo contemporaneo, di scienziati e letterati che resero vasta e articolata l’ultima stagione della sua breve vita. Egli rappresenta l’idea stessa della bellezza che da quel momento diviene archetipo e paradigma nei secoli successivi, da Guido Reni a Nicolas Poussin, da Anton Raphael Mengs a Jean Auguste Dominique Ingres.
A cinquecento anni dalla morte del Divino Urbinate le Scuderie del Quirinale dedicano fino a 27 settembre 2020 una grande mostra che celebra la sua incomparabile maestria con 120 opere autografe tra dipinti e disegni. Realizzata dalle Scuderie del Quirinale insieme alle Gallerie degli Uffizi, la mostra è curata da Marzia Faietti e da Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro, e presenta opere provenienti dai più importanti musei e da collezioni nazionali ed internazionali.