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L’emozione di essere contemporanei

di Guido Vitali e Massimo Vecchia

L’arte del XX secolo è stato il crogiuolo di disparate quanto emozionanti esperienze di ricerca. Dalle Avanguardie che avevano spezzato l’obbligo della verosimiglianza prospettica rinascimentale, a movimenti figurativi che sentono il violento calore della modernità, fino alla negazione del reale per una rappresentazione astratta che previlegia l’equilibrio musicale tra forma e colore. Forze centripete e centrifughe che hanno generato una continua e vitale tensione che forse è il comune denominatore di cento anni vissuti con inusitata intensità.
Giacomo Balla è stato un pioniere della modernità con un futurismo felice che ama l’industria, la velocità, le simultanee visioni di una realtà che si colora dei colori accesi della fantasia. In Tennis + paesaggio: Giocatrice di tennis del 1920, le linee si flettono per divenire sintesi giocosa di molteplici fantasie dinamiche.

Adolfo Wildt con la Vergine del 1925 – 1930 e la Vittoria, databile agli anni Venti, dimostra che la scultura anche nel secolo della modernità può essere ancora un linguaggio capace di rendere tangibili le emozioni profonde dell’uomo. Compiuta nel 1924, la Vergine fu presentata nel 1925 alla Terza Biennale di Roma e qualche mese dopo all’Esposizione Internazionale d’Arti Decorative di Parigi dove, per la grazia del soggetto, inusitata per Wildt, l’opera ebbe grande fortuna di pubblico e di critica. In quest’opera dalla sapientissima patinatura in marmo di Carrara su lastra di marmo giallo di Siena proveniente dalla prestigiosa collezione di Giovanni Ulrico Hoepli (1847-1935), si coglie appieno il virtuosismo di Wildt, nella precisione dell’intaglio, nella ricchezza del segno, nella levigatura tanto estrema dal rendere il marmo diafano e riflettente.
L’ambiguità della visione astratta è un tema fondante di Josep Albers, che nella sua opera evidenzia una instabilità delle forme e della percezione nel rapporto con il colore.

In Homage to the Square, un olio su masonite del 1954, come la sua serie più famosa “Omaggio al quadrato” iniziata nel 1949, semplici quadrati ripetuti e sovrapposti, colorati con diverse tonalità creano un effetto ottico di profondità, che ancora suscitano un effetto ipnotico di rara efficacia.

Adolfo Wildt La Vittoria bronzo Stima € 20.000 – 30.000