1364 Views |  Like

L’attimo come sublime artificio

Horst P. Horst

Se la fotografia è riconosciuta come l’arte che meglio ha raccontato le contraddizioni del XX secolo, e attraverso il supporto digitale, è la puntuale testimone della contemporaneità virtuale e condivisa, gli scatti di Horst P. Horst esposti fino a 4 gennaio al Victoria and Albert Museum di Londra nella mostra curata da Susan Brown Horst: Photographer of style, sono la sublime testimonianza non solo di un talento che unisce fantasia e rigore, ma è anche e soprattutto l’oggettivazione che l’estro creativo attraverso l’artificio della luce diviene canone di bellezza.  Il giovane Horst Paul Albert Bohrmann, nato a Weissenfels in Germania nel 1906, fin dai suoi inizi negli anni Trenta è capace di creare assolute icone di stile, sia nella moda attraverso le copertine patinate di Vogue e Harper’s Bazar, sia ritraendo le star di Hollywood, nascente fabbrica di sogni cinematografici, che infine attraverso i fidiaci nudi che tanto risentivano dell’influenza classica del mentore e amico George Hoyningen-Huene. Un fulgido decennio vissuto tra Parigi e New York, incontrando Elsa Schiapparelli e Jean Cocteau, Lisa Fonssagrives (la modella che diverrà moglie di Irving Penn), Salvator Dalì, Coco Chanel e Marlene Dietrich.

Una strepitosa carriera sessantennale che si conclude a Palm Beach nel 1999,  e che  attraverso le immagini dell’Horst Estate e degli archivi Condé Nast, i capi d’abbigliamento da lui fotografati, le ricostruzioni di studio, i filmati e i taccuini,  ci restituisce lo spirito di un’artista che reso la fotografia uno strumento per plasmare la luce.