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La forma cotta e dipinta

L’asta del prossimo 7 novembre è caratterizzata da una notevole varietà di fabbriche, sia italiane che straniere, che la rende uno degli appuntamenti più interessanti degli ultimi anni per collezionisti e operatori. Per quel che riguarda la produzione in porcellana, Ginori è presente con due piatti attribuibili al Fanciullacci e databili alla fine del Settecento, mentre Cozzi vede una scelta della famosa produzione detta a bersò; per Napoli segnaliamo invece, tra gli altri, una bella figura di scimmia con un cane in biscuit, databile agli anni a cavallo fra Sette e Ottocento. Altre manifatture rappresentate sono quelle di Nove, Meissen, e della Boemia.

Ancora più articolata e vasta l’offerta in maiolica: Milano, ben rappresentata sia da Clerici che da Rubati, affiancata da vari esemplari di provenienza lodigiana e faentina. Tra quelli usciti dalla manifattura Ferniani a Faenza ricordiamo un bel piatto decorato con il motivo detto a giardino con vaso e colonna spezzata, mentre tra la produzione di Nove, interessante appare un grande piatto di servizio con decoro a gruppette sparse a spigolo blò databile agli ultimi decenni del Settecento.

La vendita comprende anche una vasta scelta di mattonelle in maiolica di Castelli, fra XVIII e XIX secolo, e di albarelli di produzione romana e meridionale.