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La fantasia diviene capriccio

Il tempio che Artemisia fece edificare ad Alicarnasso (Bodrum nella moderna Turchia) per il fratello nonché marito Mausolo dal 353 al 350 a.C. era considerato una delle sette meraviglie del mondo. Il mausoleo (dal nome appunto di Mausolo e da allora per ogni edificio commemorativo) venne eretto sul fianco di una collina, su una piattaforma quadrangolare, sopra la quale si innalzava un tempio ionico a 36 colonne. Questo era a sua volta sormontato da una piramide quadrangolare a 24 gradini, su cui giganteggiava una quadriga (una biga trainata da 4 cavalli). Il tutto raggiungeva un’altezza di 49 metri.
Il pittore di cultura coloniale che ha dipinto la Veduta di Alicarnasso in questa incantevole tela ha subito l’influenza della moda verso i luoghi esotici che fin dal Seicento avevano affascinato i rampolli dell’aristocrazia d’Europa e i mercanti che rifornivano le grandi capitali come Londra e Parigi di spezie e qualsiasi meraviglia dai quattro angoli del mondo. Una moda che prese il sua avvio dalle campagne archelogiche promosse da Giovanni Belzoni (1778-1823) per il British Museum di Londra nei primi decenni del XIX secolo, ma che già con la campagna napoleonica del 1798-1801 aveva avuto una premessa. Un gusto che coinvolse tutte le arti, dalla pittura alla scultura, dagli arredi all’oreficeria, dalla moda alla letteratura.
La pittura in questo caso è fantasia che diviene capriccio, capace di evocare con sentimento appassionato e romantico, una classicità fresca e incontaminata.