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Immaginare il FUTURO

di Alessandro Secciani

un giovane artista come una start up

Chi nel 1980 avesse acquistato un’azione della Apple, sconosciuta azienda di computer di Cupertino in California, soltanto un anno dopo avrebbe realizzato una plusvalenza del 1.700%. Ma se lo stesso risparmiatore avesse deciso di tenere duro e mettere in un cassetto le sue azioni, oggi si troverebbe a possedere una parte della società più capitalizzata del pianeta: un solo dollaro investito si sarebbe trasformato in poco più di 30 anni in 13.645 dollari. Poche aziende nel mondo hanno dato plusvalenze così ricche.

Lucio Fontana, uno dei più grandi artisti italiani del ‘900, nel 1962 vendeva le sue opere, anche le più significative, per una cifra che si aggirava intorno a 1,5 milioni di lire. Attualmente le sue quotazioni arrivano anche a 4 milioni, ma di euro! In pratica ogni lira investita in un quadro di Fontana in 50 anni si è moltiplicata di 50 volte.

Sono queste due piccole storie parallele di investimenti finanziari e di investimenti nell’arte contemporanea: si tratta ovviamente di casi particolarmente fortunati, che ogni investitore sogna di realizzare nella propria vita. Del resto non mancano altre decine di storie simili sia nell’arte, sia nella finanza, anche se non sarebbe difficile trovare centinaia di esempi in cui l’investitore che ha puntato su un’azienda che andava in borsa o su un giovane pittore promettente ha perso tutto.

La componente fortuna, sia nell’arte, sia in finanza del resto è fondamentale: aziende e artisti con ottime qualità spesso non hanno avuto alcun avvenire sono scomparsi nel nulla. Ma, al di là di questa ovvia considerazione, investire in un giovane pittore o in una start-up richiede scelte razionali e linee di condotta che sono molto simili e che possono ridurre ampiamente il rischio. Vediamo quali sono i principali elementi di cui tenere conto per investire in arte con la stessa razionalità che si usa in borsa.

Capacità tecnica. Un’azienda che si affaccia sul mercato e che sfida l’universo delle aziende già esistenti deve, per affermarsi, avere una propria originalità. Deve essere in possesso di brevetti importanti, che possano interessare gli utenti (che sia il grande pubblico o una nicchia industriale) oppure avere un’organizzazione commerciale particolarmente efficiente oppure ancora avere la capacità di penetrare in mercati dove i concorrenti non hanno possibilità. Nella sostanza la fortuna futura di un’azienda nasce dal valore del proprio business, dall’originalità che sa portare sul mercato. In certi casi si tratta di progetti visionari, come successe per la Apple, in altri casi si tratta di business molto più tradizionali, ma se non c’è una capacità tecnica particolare propria dell’azienda, è meglio non investire nelle sue azioni. Alle crisi hanno sempre resistito imprese che avevano un livello di eccellenza almeno in un sotto-settore.

Lo stesso discorso vale per un giovane artista. Un epigono di correnti stilistiche già affermate e che hanno già dato tutto, difficilmente potrà ottenere un successo duraturo nel tempo. Al contrario, chi è portatore di una forte originalità o fa parte di un gruppo di artisti capace di innovare può avere fortuna. Ugualmente è necessario che alla base ci sia una provata competenza tecnica, una chiara conoscenza degli strumenti dell’arte. Anche se molti pensano che nell’arte contemporanea la conoscenza degli elementi del mestiere di artista non sia più così importante, nella realtà si tratta di un falso mito. La maggior parte dei pittori che si sono affermati negli anni erano dei grandi maestri. I bluff ci sono stati, ma raramente hanno resistito a lungo.
Liquidità. Prima di investire su una start up borsistica è necessario capire quale sarà la liquidità sul mercato di quelle azioni. Un titolo che viene emesso per cifre irrisorie e che viene trattato da un market maker di secondaria importanza difficilmente sarà una storia di successo. Al contrario un‘emissione di un certo valore, con una storia chiara alle spalle e la cui liquidità sia garantita da market maker ben conosciuti e affermati, ha buone probabilità di vedere aumentare il suo valore nel tempo. Vuol dire in pratica che alcuni operatori di primo piano del mercato credono in quel titolo e che si sentono di garantire le compra-vendite future di quell’azione.

Non cambia molto per il mercato dell’arte: un giovane artista che venga trattato dalle maggiori gallerie, che hanno alle spalle storie di successi nella scelta di giovani, ha certamente notevoli probabilità di affermarsi, rispetto a chi viene venduto da piccole e sconosciute gallerie, magari presentato da critici non noti e di dubbio valore. Può darsi che la piccola galleria di provincia riesca a fare il colpaccio e abbia una professionalità da fare invidia alle maggiori case d’aste mondiali, ma è indubbiamente statisticamente raro che ciò accada. In questi casi una scarsa e limitata circolazione delle opere implica quasi sempre una carriera modesta.

Le analisi. Nel momento in cui una società decide di andare in borsa sceglie un advisor e uno sponsor, che hanno il compito di mettere a disposizione dei futuri investitori tutte le informazioni necessarie per investire con la massima trasparenza. Si crea così il prospetto informativo, il vero e proprio documento di base dal quale si ricavano tutti i dati (anche quelli negativi), che consentono di acquistare con una base di informazione ampia. Lo sponsor si impegna anche a fornire periodicamente tutte le analisi di bilancio anche successivamente alla quotazione, garantendo così un flusso di notizie e di analisi che saranno la base per il miglioramento o il peggioramento delle quotazioni. Ovviamente quanto più è autorevole lo sponsor, quanto più la start up è credibile sul mercato che va ad affrontare.

Per un artista questo ruolo è sostenuto dalla critica. Un importante critico (magari più di uno) che impegni il suo nome a sostenere e ad analizzare un giovane artista è chiaramente una base importante per il futuro successo delle opere di un esordiente. Occorre ovviamente tenere conto delle mode, del fatto che alcuni critici sono delle vere e proprie star più attenti alla propria immagine che al valore di ciò che sponsorizzano, ma non mancano neppure i critici seri, capaci di analizzare e spiegare il valore tecnico e l’originalità di un artista. Una serie critica su un artista può essere realmente paragonata a un prospetto informativo in borsa. Tenerne conto è fondamentale.

Le differenze fondamentali. Una start up che entra in borsa ottiene l’approvazione della Consob, cioè un ente statale di controllo che cura che almeno formalmente siano state rispettate tutte le procedure e, se alcuni elementi sono poco trasparenti, la quotazione viene rimandata finché non siano stati chiariti tutti i punti oscuri. Per l’arte non c’è questa garanzia e l’unico elemento sul quale basarsi è la buona reputazione dei galleristi e dei critici che hanno puntato su un giovane artista. Non è una differenza da poco.

Nel momento in cui si sceglie di puntare su un giovane artista, è necessario sicuramente utilizzare metodologie molto simili a quelle che si usano per comprare un’azione appena quotata. Ma forse qualche volta occorre anche fare il contrario: quando si compra un’azione di una società sconosciuta, occorre muoversi con la stessa logica che si utilizza nell’arte. Quando si acquista un quadro o qualsiasi opera d’arte è necessario che alla base di tutto ci sia un’emozione, una scelta di carattere estetico. In una sola parola: l’opera d’arte deve per prima cosa piacere.

Lo stesso procedimento dovrebbe in buona parte essere adottato anche da chi sceglie un’azione. Per comprendere la genialità di uno Steve Jobs all’inizio degli anni ’80 occorreva certamente possedere una grande capacità di intuizione, piuttosto che una comprovata abilità nell’analisi finanziaria. Per comprare i titoli di una società, in pratica, occorre anche capacità di immaginazione per capire tutta la creatività che la nuova società esprime. In questo caso i freddi analisti finanziari dovrebbero imparare dal mondo dell’arte.

*Direttore di FONDI&SICAV