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Giuseppe Merlini epifanie di una COLLEZIONE

Venezia Palazzo Fortuny

Una collezione d’arte è l’intimo riflesso di un gusto che muta nel corso del tempo, elemento imprescindibile per distinguere la semplice raccolta di oggetti da una scelta estetica che diviene spazio abitato dalla bellezza. Una curiosità culturale che diviene personale e armonico florilegio di epifaniche percezioni. Una sensazione unica che è possibile rivivere nella mostra “Una Collezione Italiana. Opere dalla Collezione Merlini” curata da Daniela Ferretti e Francesco Poli a Palazzo Fortuny a Venezia fino al 23 luglio 2018, dove nella Stanza del Collezionista viene riproposto, arredi compresi, uno degli ambienti della casa di Giuseppe Merlini – una tra le maggiori raccolte private d’arte specializzate sul nostro Novecento – che ha voluto riunire, in questa stanza, una sequenza spettacolare di opere di Lucio Fontana, accanto alla Madre di Aldolfo Wildt, opera che lo scultore tenne per se stesso, e a due capolavori assoluti di Melotti, tra cui Teorema.

Una collezione iniziata da Merlini negli anni ’60 e ‘70 del secolo scorso in diretto riferimento alla grande tradizione del collezionismo lombardo – che aveva come esempi insuperabili le raccolte di Emilio e Maria Jesi, di Gianni Mattioli, Piero Feroldi , Carlo Frua De Angeli, Carlo Grassi e Giuseppe Vismara e Piero Boschi – dove il suo interesse da un lato è rivolto i grandi protagonisti ormai storicizzati del ‘ 900, come Amedeo Modigliani, Filippo De Pisis, Adolfo Wildt, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Mario Sironi, Gino Severini, Giorgio Morandi e Massimo Campigli, e dall’altro verso le tendenze del dopoguerra come l’astrattismo e l’informale, con importanti opere di Mario Radice, Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Dorazio, Giulio Turcato, Roberto Crippa, Alfredo Chighine, Piero Ruggeri.