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Giovanni Migliara. Paesaggi e vedute del vero

Giovanni Migliara (Alessandria, 1785 – Milano, 1837) è conosciuto al mondo del grande collezionismo italiano e internazionale come un vedutista dalla mirabile sensibilità ottica e coloristica, che deve il suo prestigio soprattutto ai paesaggi e alle vedute urbane delle città italiane da lui visitate, così come dalla nobiltà di tutta Europa durante i Grand Tour nella penisola.

Sarà protagonista di un prezioso catalogo di 46 interessanti opere tra dipinti, disegni e fixés sous verre, che verrà presentato in asta mercoledì 20 settembre presso le Sale di Palazzo del Melograno in piazza Campetto 2 a Genova, che ripercorre il percorso formativo e artistico del pittore.

Popolarità confermata anche dal risultato ottenuto dalla vendita del 2014, sempre da Wannenes, della tela “La Piazza del Duomo a Milano col Coperto dei Figini” che ha realizzato 322.400 euro, record mondiale del pittore ad oggi. Esempio emblematico dell’espressività delle sue opere dove coniuga raffinate ricerche prospettiche e architettoniche con semplici narrazioni del quotidiano.

Il suo eclettismo è eccellentemente rappresentato dal catalogo della vendita che è suddiviso nei temi e nelle tecniche maggiormente care all’artista.

La prima parte presenta una selezione di paesaggi: dal paesaggio agreste allo scorcio urbano, dalle rovine ai monumenti, fino ad arrivare ai cosiddetti “capricci”, tanto amati dalla cultura romantica, nei quali arricchisce le scene con architetture ed edifici di fantasia. I temi derivati dalla pittura veneziana del Settecento, unitamente a paesaggi e scorci tratti dal vero del territorio milanese e lombardo costituiranno due filoni costanti nella sua produzione. Da maestri come Canaletto e Bellotto Migliara adottò l’uso della camera oscura, nota già all’epoca per le repliche dei dipinti prospettici.

Seguono una serie di interni di convento, soggetti che il pittore replicherà̀ numerose volte nella sua carriera, da dove emerge per un originale taglio prospettico e una vivida sensibilità coloristica.

Si passa poi alle vedute urbane realizzate tra gli anni Venti e Trenta dell’Ottocento, quando il pittore, spinto dal desiderio e dall’esigenza di arricchire il proprio bagaglio culturale, intraprese alcuni viaggi in Italia toccando molteplici centri puntualmente immortalati in un caleidoscopico panorama della penisola negli anni della Restaurazione.

Chiude il catalogo una raccolta di rari fixés sous verre dove Migliara si cimenta, raggiungendo i massimi livelli espressivi, in questa delicata e particolare tecnica nata in Francia nella seconda metà del Settecento. Si tratta di opere di piccole dimensioni dipinte ad olio su taffetà di seta e incollate a un vetro concavo attraverso un miscuglio dalla consistenza mielosa. Il risultato, fragile ma di lucentezza estrema, gli ha garantito il soprannome di “fiammingo italiano” per via della sua incredibile attenzione ai dettagli.