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Dipinti del XIX secolo: Ottocento di beltà

di Rosanna Nobilitato

La pittura italiana del XIX secolo è una fucina inesauribile di deliziose meraviglie, di un secolo segnato della rivoluzione industriale, dai moti sociali che segnarono il formarsi delle attuali nazioni, dell’affermarsi della borghesia come asse portante di una società che per la prima volta costruiva il proprio destino prescindendo da una tradizione familiare aristocratica.
Un segmento del mercato antiquariale molto apprezzato da un pubblico competente che premia la qualità e l’unicità di opere d’arte che hanno il fascino di un passato prossimo che incuriosisce e attrae.
Un esempio incantevole lo troviamo nella Veduta del Duomo di Milano che Giovanni Migliara dipinse nel 1828, che meglio descrive la sua maniera, che unisce sensibilità ottica e atmosferica e un’attenzione illustrativa e pittoresca nel raccontare la vita che abita la grande piazza. L’artista l’aveva presentata all’Esposizione di Brera del 1812 insieme a altre tre vedute urbane milanesi (Porta Nuova, Atrio di S. Ambrogio e Piazza delle Erbe), e in quest’opera si condensano le influenze dalla pittura veneziana del Settecento, in particolare il vedutismo aereo e descrittivo di Canaletto e Bellotto, che prendeva abbrivio da quella camera oscura che fedelmente rifletteva la realtà empirica. L’opera ha raggiunto 322.400 euro, record mondiale per l’artista e miglior risultato per Wannenes per il 2014.
Grande protagonista della Belle Époque Giovanni Boldini era capace con poche e saettanti pennellate di fermare il carattere dell’effigiata, come nell’intenso Ritratto di Josefina Alvear Erraruriz del 1915, battuto a 124.000 euro. Sempre una giovane donna, esuberante nella sua esuberante bellezza, è l’icona di una briosa tela del veronese Angelo Dall’Oca Bianca dal titolo Piazza delle Erbe, che esalta non solo la bellezza femminile, ma anche e soprattutto la città di Verona come fulcro della sua ricerca artistica, opera esitata a 59.520 euro.
Di eccelsa fattura, infine, un disegno d’apres a lapis, acquarello e biacca raffigurante la Tamar di Giuda di Francesco Hayez, preparatorio al dipinto del 1847 conservato a Castello di Masnago di Varese, venduto a 21.080 euro.