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David Nahmad. Il meglio non conosce flessione

di Roberta Olcese

“Lo sa perché in Belgio ci sono così tanti quadri di Lucio Fontana?”
David Nahmad è uno dei più importanti mercanti internazionali di arte moderna. È nato a Beirut 71 anni fa da famiglia siriana e oltre all’arte gli è rimasto l’amore per una casa in piazzetta a Portofino dove ha trascorso momenti d’oro. “Al suo posto oggi c’è una boutique di Loro Piana”. Racconta, pensando al tempo che passa. Nahmad non resiste a snocciolare aneddoti e svelare retroscena su un mondo con cui convive da sempre.
“Sono originario di Aleppo anche se non ho mai vissuto li”. Suo cugino era il banchiere Edmond Safra e oggi la famiglia Nahmad ha una collezione di circa 300 Picasso, un patrimonio di 3 miliardi di dollari ed è al 377mo posto nella lista di super ricchi stilata da Forbes. Chi lo conosce sa che il confine tra dealer e collezionista è sottile e “tutto è in vendita”.
Nahmad cammina per i corridoi del Tefaf, la fiera di arte antica più importante al mondo che ospita ogni anno a marzo al Mecc di Maastricht, 275 tra i più gettonati antiquari e galleristi del pianeta. Tefaf è il posto migliore per raccogliere notizie, incontrare curatori di musei, storici dell’arte, speculatori in genere e collezionisti a caccia di capolavori.
La 31ma edizione è alla volta del restyling, è cambiato il board e sono usciti molti dei fondatori. Maastricht ha una posizione strategica in Europa, la fiera è nata negli anni ’80 come riferimento soprattutto per i dipinti fiamminghi, a seguire si sono sviluppati tutti i dipartimenti: il moderno e contemporaneo, l’alta gioielleria, gli arredi e poi il design, le opere su carta e infine nel 2016 l’arte tribale, per un totale di circa 35mila oggetti in vendita ogni anno. Gli spazi sono aperti e un rassicurante tappeto greige minimal accompagna il pubblico in un viaggio multisensoriale attraverso 7.000 anni di storia dell’arte e pareti di rose e tulipani. Il mercato ha un solo diktat che vale per collezionisti e speculatori: comprare solo il meglio per evitare le oscillazioni del mercato.
Il mercante levantino non ha paura anche quando deve navigare in acque che conosce meno, come l’antico. È attento e guardingo dinanzi a un tavolo del 1570 realizzato su disegno di Vasari per Francesco I de Medici dall’Opificio delle pietre dure di Firenze. La cifra richiesta è milionaria, ma l’opera – ne esistono solo altre due versioni, una alle Gallerie di Palazzo Pitti e l’altra al Museo del Prado – è stata venduta dallo Stato Italiano nel 1871.
“Quando si parla di antico mi devo fidare, ma se si tratta di moderno, non ho dubbi”. Chiarisce Nahmad. Ha appena saputo che in fiera c’è un Concetto Spaziale bianco, un cinque tagli del 1965 di Lucio Fontana che non ha ancora visto. Picasso, Yves Klein e Fontana pare siano i suoi punti deboli.
Un fondo rosso del 1963 con sei tagli è stato aggiudicato a 5,6 milioni di euro in asta a Londra, è un risultato che ha fatto discutere. “Le sembra troppo?” domanda in un gioco delle parti improbabile. È lui in questo caso l’esperto. La risposta la conosce da solo visto che negli stessi giorni a Londra si è aggiudicato un Teatrino di Fontana del 1965 – una serie limitata e molto apprezzata da collezionisti come Patrizio Bertelli – a 520mila euro diritti inclusi.
Resta solo da capire perché nelle collezioni belghe accanto a Vasarely e Magritte compaia anche il più quotato tra gli italiani del Novecento.
Nahmad sorride. “Vede, negli anni ’60 Serge De Bloe era uno steward e volava sull’Italia. Quando faceva tappa a Milano si fermava nello studio di Lucio Fontana in corso Monforte, comprava i suoi quadri e poi li rivendeva in Belgio. Pensi fosse andato in Spagna che guaio sarebbe stato per Fontana”. Ride divertito. Di sicuro a De Bloe non è andata malissimo visto che poi ha aperto una galleria a Bruxelles e ha fatto parecchi affari. Tra i quadri che gli sono passati per le mani c’è stato anche un Concetto Spaziale rosso con la consueta scritta sul retro della tela che recita: “Domani vado a Castellaras per decorare una villa” del 1964 battuto dopo molti anni a Londra nel 2013 per 4,6 milioni di euro.
Nel 1964 Fontana, vittima già dei falsari dei suoi celebri tagli scriveva una lettera a De Bloe chiedendo di controllare se qualche copia fosse arrivata anche in Belgio.
Pare che De Bloe abbia messo in piedi negli anni con la vendita delle tele una discreta fortuna, qualcuna l’ha venduta anche a David Nahmad, ed è andata bene così.