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Comprare un’azione, comprare arte

di Alessandro Secciani Direttore di FONDI&SICAV

Da diversi anni chi opera costantemente sui mercati finanziari usa l’analisi tecnica. Si tratta di un complesso sistema che utilizza soprattutto i computer e che ha un numero enorme di interpretazioni o di sfaccettature. Ma in termini molto semplificati si può dire che l’analisi tecnica è l’individuazione dei livelli di supporto e di resistenza di una quotazione. In pratica un titolo nel corso della sua salita a un certo punto incontra una barriera, che fa resistenza a un’ulteriore salita. Se il titolo non riesce a superare questa barriera torna indietro e perde valore, mentre se riesce a superarla la quotazione corre verso l’alto fino a trovare un’altra resistenza, che può essere superata o rappresentare uno stop. Per quanto riguarda i supporti si tratta grosso modo dello stesso principio, solamente che è applicato ai titoli in discesa.

Per chi vende o acquista un titolo è chiaramente fondamentale riuscire a individuare sui grafici che rappresentano l’andamento di un prezzo le resistenze o i supporti: acquistare dopo lo sfondamento di una resistenza può significare garantirsi un miglioramento dei prezzi più o meno lungo, come il superamento di un supporto può significare che il titolo scenderà ancora e quindi conviene aspettare che sia sceso ulteriormente per comprarlo.
Lo stesso criterio potrebbe essere applicato al mercato dell’arte. Non sappiamo se questo tipo di analisi sia già stato realizzato da alcuni esperti, ma certamente non è un criterio applicato dalla maggior parte dei compratori nel settore dell’arte. Potrebbe essere una prassi di comportamento di grande interesse da applicare costantemente e potrebbe dare inizio a studi di grande valore pratico.

Abbiamo visto nel primo numero di questa rivista che l’andamento del mercato dell’arte è molto vicino a quello del mercato azionario: i principali indici del mercato dell’arte, infatti, crescono o scendono in concomitanza con l’S&P500, il principale indice azionario del mondo, e in maniera opposta all’oro, il più classico dei beni rifugio, che tende a salire quando i mercati più rischiosi sono in difficoltà.

Di conseguenza, se per acquistare un’opera d’arte occorrerebbe muoversi grosso modo con la stessa logica che si adotta nell’acquisto di un’azione, sarebbe necessario tenere conto anche degli stessi elementi tecnici. Vediamo quali sono i principali.

Liquidità. Un criterio fondamentale nell’acquisto di qualsiasi bene finanziario è la liquidità, vale a dire la quantità di prodotti che sono sul mercato in quel dato momento. Un mercato si considera liquido quando c’è una vivace operatività di compra-vendita e in qualsiasi momento è possibile trovare una controparte disponibile a prendere ciò che è stato acquistato in precedenza. Una buona liquidità garantisce in sostanza anche un buon livello dei prezzi, mentre una scarsa liquidità è il pericolo maggiore per la quotazione di un prodotto finanziario: se non c’è nessuno disposto a comprare, è facile che quando si riesce a vendere lo si faccia a prezzi di saldo.

Ugualmente per l’arte: l’artista che viene trattato solo da poche gallerie e che non ha un mercato vivace rischia di vedere i prezzi precipitare al primo vento contrario. Mentre un artista che viene trattato in tutto il mondo e che ha alle spalle vivaci e continue contrattazioni su una grande quantità di opere rappresenta un’ottima garanzia di facile liquidabilità.

Volatilità. E’ un altro dei criteri fondamentali da osservare prima di entrare in un mercato finanziario. Al di là delle definizioni tecniche (è la differenza quadratica media tra il rendimento e la sua media), la volatilità è sostanzialmente la capacità di una quotazione di salire e scendere in termini particolarmente accentuati. Un titolo che va su e giù con forti oscillazioni è molto volatile, un titolo che ha un andamento costante nella crescita o nei cali è poco volatile. A questo punto scegliere un titolo o un settore poco volatile significa diminuire i rischi, mentre acquistare un bene molto volatile significa incrementare al massimo il rischio, ma anche le opportunità di guadagno. Se si acquista un titolo (o un’opera d’arte) nella sua fase di minimo, se c’è una forte volatilità c’è la possibilità di notevoli guadagni. E ovviamente di grandi perdite. In pratica cavalcare la volatilità significa porsi in una visione totalmente speculativa, da evitare come la peste nel caso che si operi con criteri di tranquillità.

Valuta di riferimento. Qualsiasi bene finanziario viene espresso in una valuta e non è certo un elemento secondario. Un apparente guadagno in una valuta, può rappresentare una perdita in un’altra. Facciamo un esempio molto semplice: un signore che avesse comprato un quadro alla metà del 2008 in euro a 10 mila euro e lo avesse rivenduto a metà del 2011 a 12 mila euro avrebbe realizzato un guadagno del 20%. Niente male, in fondo, in tre anni. Ma se lo stesso signore fosse stato svizzero e avesse acquistato lo stesso quadro negli stessi giorni pagandolo in franchi svizzeri, avrebbe versato al momento dell’acquisto 15.800 franchi e ne avrebbe ricavati 13.200, con una perdita di 2.600 franchi. Nello stesso periodo, infatti, il franco svizzero è passato da una quotazione di 1,58 euro a 1,10 (con punte anche a 1,03).

Non solamente: viviamo in un’epoca in cui le perturbazioni valutarie sono fortissime. Fino a pochi anni fa, per esempio, acquistare in dollari era quasi una garanzia, mentre oggi può significare correre un pericolo molto molto forte. Anche l’euro, che magari cresce sul dollaro, perde pesantemente nei confronti di altre valute. Insomma, è fondamentale capire quale potrà essere l’andamento della valuta in cui si acquista l’opera d’arte, specialmente oggi che sul mercato dell’arte stanno arrivando nuovi paesi emergenti con valute spesso molto volatili.

Esame dei fondamentali. In ogni azione, al di là delle mode, della fase di mercato o delle valutazioni, è importantissimo guardare qual è il reale valore di un’azienda. In pratica l’azienda produce reddito? Ha un patrimonio alle spalle consistente? Ha un giro d’affari di buon livello e magari costantemente in ascesa e una vasta clientela? Possiede prodotti di buon livello tecnologico e magari si basa su brevetti che hanno ancora molto anni di durata? Se un’azienda ha caratteristiche di questo genere difficilmente potrà entrare in crisi, anche nei momenti più difficili. Di conseguenza le sue quotazioni in borsa tendono a restare alte o a ripartire meglio di altre una volta passata la crisi.
Per quanto riguarda l’arte, cambiando moltissimo i termini, si può agire nello stesso modo. Dietro l’artista che si acquista c’è una vera capacità tecnica? C’è la capacità di costruire opere d’arte che solo quell’artista possiede? In pratica si tratta di un artista veramente bravo o è solo un fatto di moda? Riuscire a dare una risposta chiara e precisa a queste domande rimane uno dei metodi fondamentali per acquistare.