Nascono probabilmente come saliera, posta al centro della tavola quale oggetto più importante. Le Nef, in uso sin dal tardo medioevo, venivano eseguite in argento e talvolta in oro per magnificare la ricchezza dell’anfitrione, a forma di vascello o “caracca”, un tre o quattro alberi a vela sviluppata nel XV secolo dai genovesi per usi commerciali; servivano a contenere le posate, il tovagliolo, la saliera ed il bicchiere del padrone di casa. Come fossero la barca di famiglia, spesso veniva dato loro un nome: una Nef appartenente al duca d’Orléans è stato chiamata il “Porquepy”, che significa porcospino. Al Victoria & Albert Museum di Londra è visibile la Nef di Burghley di Pierre le Flamad, eseguita a Parigi tra il 1482 ed il 1483.
Dal XVI secolo furono solo ornamento per le tavole, specialmente in Germania e Svizzera. Nel XIX secolo fiorirono modelli di vascelli di tutte le dimensioni e fogge eseguiti da maestri argentieri della zona di Norimberga ed Hanau. Riccamente sbalzati e arricchiti di particolari marinareschi e militari, spesso erano posti su ruote, per poter essere spostati lungo la tavola, o su piedistalli a forma di Nettuno o sirene.
Come un’ammiraglia d’argento per navigare nel mare della fantasia appare l’imponente centrotavola a forma di veliero “Nef” in argento tedesco, degli inizi del XX secolo (alto 115 e lungo 90 centimetri, pesa 7.080 grammi): la base ovale poggia su quattro sostegni a tartaruga, mentre il fusto a due delfini biansati regge il tre alberi dalle vele spiegate la cui chiglia è decorata con immagini di Nettuno.
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