MARINA ABRAMOVIĆ

dal 23 settembre 2023 al 1 gennaio 2024

Apre l’attesissima retrospettiva di Marina Abramović alla Royal Academy of Arts che celebra oltre cinquant’anni di carriera dell’artista serba, nata a Belgrado nel 1946. Membro onorario della celebre istituzione londinese dal 2011, è la prima artista donna dal 1768, anno fondativo della Royal Academy, ad essere ospitata con una personale nei prestigiosi spazi delle Main Galleries.
Formatasi all’Accademia di Belle Arti di Belgrado come pittrice, sin dagli esordi nei primi anni Settanta, Marina Abramović individua nella performance art il suo mezzo espressivo, che diventa elemento distintivo della sua ricerca.
La mostra, allestita in collaborazione con l’artista, attraverso fotografie, filmati, oggetti e installazioni, offre un’ampia lettura del suo lavoro. Video ripropongono performance peculiari dello sviluppo della sua pratica: azioni che con la forza della mente diventano sempre più lunghe e difficili nel corso degli anni e definiscono un metodo che porta il suo nome; mentre dal vivo, quattro delle sue rappresentazioni più iconiche, sono messe in scena da giovani artisti da lei formati e preparati all’interazione con il pubblico: Imponderabilia e Luminosity, entrambe del 1977; Nude with Skeleton e The House with the Ocean View del 2002. Per Abramović pubblico e artista non sono solo complementari, ma quasi inseparabili. Le sue performance vivono su questo ruolo ambivalente di osservatore e osservato, attore e spettatore, vittima e carnefice. Essa immagina la sua arte come un viaggio, un’esplorazione dei propri limiti fisici e mentali, nell’incessante necessità di sorprendersi. Dopo la morte che l’ha recentemente sfiorata, oggi, per la prima, afferma di aver scoperto la felicità, uno stato d’animo per lei nuovo con il quale affrontare la vita e il lavoro futuri.

DOROTHEA LANGE. RACCONTI DI VITA E LAVORO

dal 19 luglio al 8 ottobre 2023

È la metà degli anni Trenta quando Dorothea Lange (1895 – 1965) sospende la sua attività di ritrattista per unirsi al progetto denominato Farm Security Administration, istituito nella convinzione che documentare attraverso la fotografia lo stato di estrema povertà che affliggeva gran parte della popolazione americana, avrebbe sensibilizzato la coscienza collettiva e trovato un sostegno alle politiche di risanamento economico avviate da Roosevelt nel 1933. Dorothea Lange testimonia gli effetti della crisi nelle città, ma è soprattutto il grande esodo dalle campagne degli Stati centrali verso la California ad interessare il suo lavoro. Una migrazione costretta dalla carestia e dalla fame in cui sprofondano le zone rurali, dove alle già disastrose conseguenze del crollo di Wall Street si aggiungono le incessanti tempeste di sabbia che rendono la terra arida e inospitale. Fotografie passate alla storia come l’iconica “Migrant Mother”, l’immagine che generò consapevolezza fra gli americani, divenuta simbolo della Grande Depressione.
Completa la mostra dedicata a Dorothea Lange un altro importante reportage di fotografia sociale. Dopo l’attacco giapponese di Pearl Harbor del 7 dicembre 1941, nell’anno successivo Roosevelt firma l’ordine esecutivo di ricollocamento degli americani di origine giapponese – sebbene per la quasi totalità cittadini americani – dalle coste del Pacifico verso i campi di internamento. Ancora una volta Lange viene chiamata dall’amministrazione americana a documentare le fasi dell’evacuazione fino al campo di Manzanar, ai piedi della Sierra Nevada, ma i suoi scatti esprimono un pensiero palesemente contrario all’ordinamento, incontrando la censura e il sequestro da parte del comando militare, tanto da restare nascosti e quasi sconosciuti per lunghissimi anni.

MIMMO JODICE. SENZA TEMPO

dal 29 giugno 2023 al 7 gennaio 2024

A Mimmo Jodice è dedicato il secondo appuntamento della rassegna “La Grande Fotografia Italiana”, un percorso iniziato nel 2022 da Intesa Sanpaolo, riservato ai massimi autori del Novecento.
Nato a Napoli nel 1934, Mimmo Jodice è una personalità artistica riconosciuta in ambito internazionale. Il suo lavoro è presente nelle collezioni permanenti più prestigiose al mondo, e numerose sono le onorificenze ricevute. Primo docente di fotografia in Italia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, con corsi sperimentali già dal 1970, è per le nuove generazioni un punto di riferimento significativo.
Sono ottanta le fotografie selezionate per questa esposizione, tesa a restituire, anche nel titolo, l’essenza della ricerca artistica di Mimmo Jodice, e l’atmosfera sospesa, metafisica e atemporale che pervade le sue visioni. Il bianco e nero analogico, il lavoro paziente dedicato alla stampa in camera oscura, sono sin dal principio la cifra di Mimmo Jodice.
Le immagini, ordinate per temi, comprese tra la metà degli anni Sessanta – quando il mezzo fotografico diventa una scelta espressiva – al 2011, ripercorrono i principali progetti di Mimmo Jodice. Dagl’anni di sperimentazione sui materiali e di vicinanza agl’artisti delle neoavanguardie, che tra gli anni Sessanta e Settanta vivacizzavano Napoli; alle indagini sul tessuto culturale e le figure del sociale; fino a un nuovo linguaggio espressivo che evolve, a cominciare dagl’anni Ottanta, verso una ridefinizione personale dello spazio urbano e del paesaggio: le città, la natura, il mare, il mito del Mediterraneo raccontato attraverso le “presenze” che ancora ci parlono di culture millenarie. Visioni della realtà che passano da un’osservazione intima e silenziosa, da uno sguardo interiore posato sulle cose e lasciato libero allo spazio dell’immaginazione.

NAPLES À PARIS

dal 7 giugno 2023 al 8 gennaio 2024

Il Louvre invita il Museo di Capodimonte, protagonista per sei mesi della scena artistica parigina, in un evento unico nella storia di questa istituzione. Il percorso espositivo si apre nella Grande Galerie, cuore della collezione francese, dove 31 capolavori concessi in prestito da Capodimonte dialogano con i dipinti del Louvre, offrendo uno viaggio straordinario attraverso la pittura italiana dal XV al XVII secolo. Prosegue nella Salle de la Chapelle con opere esemplari che tracciano la storia di Capodimonte, che è la storia del Regno di Napoli fino all’Unità. Edificato da Carlo di Borbone per accogliere le favolose raccolte dei Farnese – dono della madre Elisabetta, l’ultima della dinastia, quando questi diviene re di Napoli nel 1734 – conserva una collezione che testimonia con opere altissime le maggiori scuole italiane. Nella Salle de l’Horloge, infine, i rari cartoni di Raffaello e Michelangelo, preparatori alle decorazioni del Vaticano, si uniscono ai disegni italiani del Rinascimento conservati nel Cabinet del Louvre.

AFRO. DALLA MEDITAZIONE SU PIERO ALL’INFORMALE

dal 2 giugno al 22 ottobre 2023

Dalla meditazione sull’opera di Piero prende le mosse la mostra dedicata ad Afro. Da prologo fanno un nucleo di disegni e dipinti che documentano gli esordi dell’artista, quando nella definizione di uno stile pittorico originale si alimentava dello studio dei grandi maestri antichi, i cui echi si ritrovano elaborati con una cifra personale in quei lavori ancora compresi tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta, allorché anche la pittura murale occupa una parte importante della sua produzione artistica. A esempio di questa attività prolifica in quegli anni sono gli inediti dipinti per l’Albergo delle Rose e la Villa del Profeta a Rodi del 1938, e il materiale artistico e documentario che rimane del progetto mai realizzato per il complesso dell’E 42 a Roma, sul quale Afro lavora a partire dal 1939. L’approdo all’astratto e all’informale è invece testimoniato dai bozzetti e del materiale archivistico per la decorazione dell’UNESCO a Parigi del 1958, che unitamente alle altre opere selezionate illustrano l’evolversi della ricerca artistica di Afro tra gli anni Cinquanta e Settanta.

ALESSANDRO MAGNO E L’ORIENTE

dal 29 maggio al 28 agosto 2023

La figura di Alessandro Magno è tale che parrebbe immaginaria se le fonti non la testimoniassero. La sua leggenda ha attraversato i secoli, costellata di momenti memorabili: dall’adolescenza sotto la guida di Aristotele, alle eroiche imprese che in poco più di un decennio lo portarono alla conquista dell’Asia e dell’Europa, agli ultimi giorni della sua breve vita segnati da ombre funeste. Questa mostra a lui dedicata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che conserva il maggior numero di opere riferite all’eroe macedone, è insieme un viaggio attraverso le antiche civiltà d’Oriente, con reperti straordinari che giungono da ogni parte del mondo, presentati attraverso un percorso espositivo che segue cronologicamente le vicende di Alessandro: dai suoi natali, alle storiche battaglie e alle conquiste, al cammino verso l’Oriente e il matrimonio con Roxane, fino alla morte e alla mitica eredità lasciata ai posteri in Europa. Al centro della mostra l’epocale restauro del mosaico della Battaglia di Gaugamela tra Alessandro e Dario, allestito nel museo e visibile al pubblico.

DIANE ARBUS. CONSTELLATION

dal 26 maggio 2023 al 20 marzo 2024

Nel centenario della nascita di Diane Arbus (1923 – 1971), LUMA Arles dedica alla fotografa americana una grande retrospettiva, presentando riunite per la prima volta tutte le prove di stampa sviluppate da Neil Selkirk dopo la scomparsa dell’artista. La serie completa realizzata da Selkirk – il solo ad essere autorizzato dalla Arbus Estate a stampare dai suoi negativi – comprende 454 immagini in tiratura unica, alcune inedite, acquisite nel 2011 da Maja Hoffmann, fondatrice e presidente di LUMA Foundation.
Pensata come un’installazione immersiva, l’esposizione si dipana attraverso una “costellazione” di immagini allestite senza suggerire un percorso, senza una suddivisione temporale o tematica, lasciando che siano le storie e i mondi, tanti e diversi, dietro ogni scatto, a catturare l’occhio dello spettatore.
Il lavoro di Diane Arbus nasceva un po’ così, vagando tra i quartieri di New York guidata dal caso o dall’intuizione, per scoprire e rivelare con i suoi ritratti che non esiste un modo di essere e di vivere; che esprimere la propria autenticità è una scelta difficile, a volte dolorosa; che il concetto di “normalità” è solo una costruzione sociale, negato dalla complessità della natura umana.

18. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA

dal 20 maggio al 26 novembre 2023

Decolonizzazione e decarbonizzazione. Sono questi i temi che la curatrice della Mostra Lesley Lokko ha posto al centro della Biennale Architettura 2023, dal titolo: “The Laboratory of the Future”. Per la prima volta l’architettura volge lo sguardo oltre i suoi soliti confini, per arricchirsi delle idee, delle aspirazioni e delle esperienze che nascono da contesti culturali finora inesplorati o ignorati. Degli 89 invitati sono oltre la metà quelli provenienti dall’Africa o dalla sua diaspora: ai più rappresentativi di loro è riservato il Padiglione Centrale ai Giardini, mentre i giovani sono presenti come “Guests from the Future” nelle sezioni “Dangerous Liaisons” e “Progetti Speciali della Curatrice” all’Arsenale. Il concetto essenziale di “cambiamento”, filo conduttore di tutti i progetti proposti, che cercano di immaginare un modo diverso di abitare il mondo, si estende anche alla scelta di definire “practiotioners” i partecipanti, perchè un continente così complesso come l’Africa, e un mondo in rapida trasformazione, richiedono una comprensione diversa di cosa sia oggi essere “architetto”.

CARLA ACCARDI. GLI ANNI SETTANTA: I LENZUOLI

dal 28 aprile al 29 ottobre 2023

La mostra è un omaggio di Venezia a Carla Accardi a quasi cento anni dalla sua nascita che si celebrerà nel 2024. Un omaggio dovuto per la coerenza del suo percorso di ricerca oltre che per il forte legame che aveva stretto con la città lagunare, sia privato sia artistico, a partire dalla sua prima partecipazione alla Biennale del 1948 a quelle degli anni successivi. Presentando i Lenzuoli i curatori hanno scelto di porre in evidenza la parte meno nota e quasi inedita della produzione dell’artista, raramente esposta dopo gli anni Settanta in cui fu concepita. Sono lavori realizzati con grande libertà e immediatezza di segno, su comuni lenzuoli in cotone di cui resta viva la trama, privi del telaio, stesi a terra e dipinti con colori per stoffa. Le opere in mostra, selezionate in un nucleo ristretto ma significativo, si presentano come un’unica grande installazione, ambientate rispetto allo spazio storico che le ospita, quasi a ricreare idealmente il clima della personale del 1974 da Editalia a Roma, una delle poche occasioni che aiutano a ricostruire la genesi di questi lavori.

GEORGIA O’KEEFFE: TO SEE TAKES TIME

dal 9 aprile al 12 agosto 2023

L’ultima volta che il MoMA ha dedicato una retrospettiva a Georgia O’Keeffe era il 1946, e fu la prima, all’epoca, che celebrava una donna. Oggi ritorna con una mostra pensata attorno alla sua quarantennale produzione su carta, attraverso una selezione di oltre 120 opere: non lavori isolati, ma serie nate da lunghi periodi di studio e osservazione su temi anche più volte rivisitati nel corso della sua carriera. I materiali nei lavori di Georgia O’Keeffe sono una parte determinante del suo linguaggio: carboncino, pastello, grafite e olio, scelti in relazione ai soggetti sviluppati e all’effetto compositivo; e poi l’acquarello, così rapido e immediato a cogliere e fermare in sequenza forme e fenomeni naturali veloci nella loro mutazione. Dalla vasta produzione degli esordi tra il 1915 e il 1918 alle stagioni successive, tra cui la serie dei fiori degli anni ‘30, dei ritratti degli anni ‘40, e delle vedute aeree degli anni ‘50. Un percorso che traccia il lavoro meno noto ma assolutamente significativo di questa grande protagonista del ‘900, pioniera dell’arte moderna americana.