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Non possiamo pretendere che le cose cambino

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose ”

Albert Einstein scrisse queste parole in un libro del 1931 – Il mondo come io lo vedo – che raccoglie scritti non strettamente scientifici ma riflessioni sui grandi temi della vita. Qui il genio di Ulma esce dal suo campo di azione abituale per entrare nel ristretto ambito della filosofia e parlare così a tutti gli uomini. La crisi viene definita una benedizione, una sfida a superare i propri limiti e creare nuove opportunità, insomma una leva di progresso. Una concezione che trova le sue radici nella filosofia della storia di hegeliana memoria, in cui il progresso di una civiltà è sempre figlio di un conflitto necessario e di una “crisi” dello status quo. Del resto, Crino in greco significa dividere, separare, scegliere e quindi decidere ma per fare questo occorre avere un progetto, una visione delle cose. Ecco, proprio alla capacità di avere una visione è dedicato questo numero del nostro magazine.

Aveva una visione Gio Ponti, che ha saputo reinterpretare il rapporto tra arte e industria come ci racconta Alberto Serra nel suo articolo di apertura e devono averla, secondo Giuseppe Beretti, i connaisseur dell’antico che verrà, per evitare di ridurre l’antiquariato a “inerte sapere, polveroso cimelio”.
Precisa e concreta, secondo Alessandro Secciani, deve essere la visione di chi vuole sfruttare le interconnessioni ormai dimostrate tra mercati finanziari e mercato dell’arte e sicuramente “visionario” è stato lo sceicco del Kuwait che partendo da una bottiglia in vetro smaltato acquistata nel 1975 ha costruito una collezione con oltre 30 mila oggetti, come possiamo scoprire nell’intervista di Luca Violo.

“Visionari” ci sentiamo poi da sempre anche noi che continuiamo a fare questo lavoro con la stessa passione e le stesse energie del primo giorno come si può vedere dal bilancio della prima parte del 2013 che registra un generale consolidamento di tutti i reparti e una sorpresa piacevole, il grande ritorno degli arredi: che si tratti di mobili genovesi o di cassettoni romani il mobile di qualità può ancora rivestire un ruolo centrale nel mercato dell’arte, tanto da spingerci a dedicargli, in questo secondo semestre, un catalogo a parte – Wannenes Gallery – per permettere un’analisi (e una visione…) più completa e accurata.

Ampio spazio è stato poi dato alle preview (che pensandoci, altro non sono di nuovo che visioni in anteprima!) di tutti i lotti che passeranno sotto il martello del battitore nei prossimi mesi. Argenti principeschi, perle naturali e vanità da polso, le collezioni di Gherardo Sallier de La Tour, dipinti antichi e del XIX secolo, per concludere poi con le giade imperiali, le “pennellate” di Carlo Scarpa e le prospettive rovesciate di Gino De Dominicis.

Un capitolo a parte merita infine la vendita di maioliche rinascimentali provenienti da un’unica collezione privata che rappresenta un vero e proprio thesaurus della miglior produzione ceramica italiana e conferma la leadership di Wannenes in questo importante settore del collezionismo.

Una calendario particolarmente denso dunque, con più aste e più cataloghi del solito, perché, per dirla con le parole di Einstein, l’unica crisi pericolosa è “la tragedia di non voler lottare per superarla”.

Abraham-Louis-Rudolphe-Ducros

Abraham Louis Rudolphe Ducros Nisida da Posillipo (particolare)
Tecnica mista su carta incollata su tela, cm 85X120
Stima € 70.000 – 90.000 Aggiudicazione € 260.400

TOP LOTS PRIMO SEMESTRE 2013

Abraham Louis, Rudolphe Ducros Nisida da Posillipo
Stima € 70.000 – 80.000 Aggiudicazione € 260.400

Gaetano Bertora, Trumeau lastronato in violetto
Stima € 100.000 – 150.000 Aggiudicazione € 173.600

Coppia di vasi Famiglia rosa dinastia Qing
periodo Jongzheng (1725-1736)
Stima € 100.000 – 150.000 Aggiudicazione € 136.400

Piero Manzoni Achrome 1958-59
Stima € 80.000 – 120.000 Aggiudicazione € 111.600

Ettore Sottssas Lampada a sospensione Arredoluce 1957
Stima € 10.000 – 15.000 Aggiudicazione € 111.600