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A GILT AND SILVERED BRONZE GUERIDON, FRANCE OR BAVARIA, 19TH CENTURY; DEFECTS, MINOR SCRATCHES AND OXIDATION TRACES, MARBLE TOP WITH MINOR CHIPS AND SCRATCHES
piano in marmo verde entro bordo baccellato, coppa e fascia percorse da palmette continue, tre montanti rettilinei scanalati con teste di capro e piede ferino, il sostegno centrale circolare e rastremato con serpente avviluppato alla base; difetti, minori graffi e tracce di ossidazione, il piano con minori graffi e sbeccature
Alt. cm 118,5, larg. cm 52
Il piano, diam. cm 39
Alt. cm 118,5, larg. cm 52
Il piano, diam. cm 39
ESTIMATE € 6,000 - 8,000
L'origine di questo raro tripode andrà ricercata nei modelli classici, come suggerito dagli eleganti e fastosi decori derivati anche dai noti ritrovamenti di scavo e dagli affreschi delle residenze imperiali scoperte ai piedi del Vesuvio tra Ercolano, Pompei, Oplonti e Stabia.
La sua eleganza ne fa supporre la committenza forse di un colto e illuminato viaggiatore del Gran Tour, probabilmente come parte di un raffinatissimo cabinet di studi; modelli d'arredo in 'acciarino' e bronzo, vennero eseguiti da maestri ebanisti e fonditori anche per le corti dello Zar, degli Asburgo e dei reali di Francia.
Tra i più noti da ricordare alcuni celebri lavori per Versailles, come il tavolino del 1770, opera del viennese Anton Mathias Domanock (1713-1779), per Le cabinet de la Méridienne nel Petit appartement de la Reine, o il bruciaprofumi sempre per Maria Antonietta, del bronzista Pierre Gouthière, dove spire di serpi avvolgono il cuore dei sostegni zoomorfi (oggi alla Wallace Collection di Londra). Ma per confronto formale si veda anche il Tripode dei Sacrifici della fonderia Chiurazzi-De Angelis, pubblicato in uno dei cataloghi della maison partenopea e di chiara matrice pompeiana.
La sua eleganza ne fa supporre la committenza forse di un colto e illuminato viaggiatore del Gran Tour, probabilmente come parte di un raffinatissimo cabinet di studi; modelli d'arredo in 'acciarino' e bronzo, vennero eseguiti da maestri ebanisti e fonditori anche per le corti dello Zar, degli Asburgo e dei reali di Francia.
Tra i più noti da ricordare alcuni celebri lavori per Versailles, come il tavolino del 1770, opera del viennese Anton Mathias Domanock (1713-1779), per Le cabinet de la Méridienne nel Petit appartement de la Reine, o il bruciaprofumi sempre per Maria Antonietta, del bronzista Pierre Gouthière, dove spire di serpi avvolgono il cuore dei sostegni zoomorfi (oggi alla Wallace Collection di Londra). Ma per confronto formale si veda anche il Tripode dei Sacrifici della fonderia Chiurazzi-De Angelis, pubblicato in uno dei cataloghi della maison partenopea e di chiara matrice pompeiana.
LOTS