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CESARE MAGGI
Roma, 1881 - Torino, 1961
Veduta della costa ligure
Firmato C Maggi in basso a destra
Olio su cartone, cm 75,5X55,5
Veduta della costa ligure
Firmato C Maggi in basso a destra
Olio su cartone, cm 75,5X55,5
ESTIMATE € 3,000 - 4,000
Provenienza:
Vercelli, Meeting Art, 30 ottobre 2011, lotto 697
Liguria, collezione privata
Allievo di Corcos a Firenze, nel 1898 continua la sua formazione con Gaetano Esposito a Napoli e successivamente, nel 1899 a Parigi con Fernand Cormon. Incuriosito dalla pittura divisionista di Segantini si trasferirà nel 1899-1900 al Maloja approfondendo la tecnica e raffigurando i paesaggi engadinesi e valdostani che lo circondavano, spesso popolati da figure e animali. L'esempio e l'amicizia con Giacomo Grosso lo spingono però a trasferirsi a Torino, dove esporrà al Circolo degli Artisti, alla Promotrice e alla Quadriennale, ma soprattutto dove si approccerà alla ritrattistica con cui si presenterà alla Biennale di Venezia del 1912, momento in cui inizierà il progressivo abbandono della tecnica divisionista che avverrà effettivamente nel 1914. È in questi che anni che Maggi amplierà le proprie tematiche, pur non abbandonando mai completamente le vedute d'alta montagna, affrontando appunto il ritratto, la natura morta e la marina. Dunque, si inserisce in questo periodo la veduta qui presentata, raffigurante uno scorcio della costa ligure, più volte oggetto delle sue raffigurazioni, luoghi che amava e frequentava. La tela ben mostra le influenze divisioniste ma soprattutto le stesure ad impasto e larghi tocchi di colore che si ritrovano nelle opere da lui realizzate tra il 1920 e il 1930, momento in cui sarà forte in lui l'influenza del movimento artistico Novecento. Come detto, Maggi parteciperà a numerose rassegne italiane ed europee, si ricorda ad esempio la partecipazione con otto dipinti al Salon des Peintres Divisionnistes Italiens, grazie al fondamentale aiuto dell'amico Alberto Grubicy, con cui ottiene quel successo che gli permetterà di imporsi rapidamente come uno dei principali esponenti del secondo divisionismo. A maggiore dimostrazione di quanto detto si ricorda l'onore di una sala a lui interamente dedicata durante la Biennale veneziana del 1912.
Bibliografia di riferimento:
U. Malvano, Cesare Maggi, in Catalogo della X Biennale di Venezia, Venezia 1912, ad vocem
R. Simoni, Cesare Maggi, catalogo della personale, Livorno 1930, ad vocem
G.L. Marini, Cesare Maggi, Torino 1983, ad vocem
R. Miracco, Luce e pittura in Italia (1850-1914), Milano 2003, ad vocem
Vercelli, Meeting Art, 30 ottobre 2011, lotto 697
Liguria, collezione privata
Allievo di Corcos a Firenze, nel 1898 continua la sua formazione con Gaetano Esposito a Napoli e successivamente, nel 1899 a Parigi con Fernand Cormon. Incuriosito dalla pittura divisionista di Segantini si trasferirà nel 1899-1900 al Maloja approfondendo la tecnica e raffigurando i paesaggi engadinesi e valdostani che lo circondavano, spesso popolati da figure e animali. L'esempio e l'amicizia con Giacomo Grosso lo spingono però a trasferirsi a Torino, dove esporrà al Circolo degli Artisti, alla Promotrice e alla Quadriennale, ma soprattutto dove si approccerà alla ritrattistica con cui si presenterà alla Biennale di Venezia del 1912, momento in cui inizierà il progressivo abbandono della tecnica divisionista che avverrà effettivamente nel 1914. È in questi che anni che Maggi amplierà le proprie tematiche, pur non abbandonando mai completamente le vedute d'alta montagna, affrontando appunto il ritratto, la natura morta e la marina. Dunque, si inserisce in questo periodo la veduta qui presentata, raffigurante uno scorcio della costa ligure, più volte oggetto delle sue raffigurazioni, luoghi che amava e frequentava. La tela ben mostra le influenze divisioniste ma soprattutto le stesure ad impasto e larghi tocchi di colore che si ritrovano nelle opere da lui realizzate tra il 1920 e il 1930, momento in cui sarà forte in lui l'influenza del movimento artistico Novecento. Come detto, Maggi parteciperà a numerose rassegne italiane ed europee, si ricorda ad esempio la partecipazione con otto dipinti al Salon des Peintres Divisionnistes Italiens, grazie al fondamentale aiuto dell'amico Alberto Grubicy, con cui ottiene quel successo che gli permetterà di imporsi rapidamente come uno dei principali esponenti del secondo divisionismo. A maggiore dimostrazione di quanto detto si ricorda l'onore di una sala a lui interamente dedicata durante la Biennale veneziana del 1912.
Bibliografia di riferimento:
U. Malvano, Cesare Maggi, in Catalogo della X Biennale di Venezia, Venezia 1912, ad vocem
R. Simoni, Cesare Maggi, catalogo della personale, Livorno 1930, ad vocem
G.L. Marini, Cesare Maggi, Torino 1983, ad vocem
R. Miracco, Luce e pittura in Italia (1850-1914), Milano 2003, ad vocem
LOTS