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FEDERICO ZANDOMENEGHI
Venezia, 1841 - Parigi, 1917
Thècle
Firmato Zandomeneghi in alto a destra
Olio su tela, cm 46X38
Thècle
Firmato Zandomeneghi in alto a destra
Olio su tela, cm 46X38
ESTIMATE € 40,000 - 60,000
L'opera reca sul retro timbro 'Douane Centrale A.T.'; sul telaio i nn. 3300 e 5360;
vecchio cartiglio con la scritta: 'Zandomeneghi Thècle 8776' e il n. 402 (Galleria Durand-Ruel, Parigi); vecchio cartiglio con la scritta 'Zandomeneghi n. 3222 ; Thècle'
Provenienza:
Parigi, Galleria Durand-Ruel
Parigi, Galleria Schwarz
Milano, collezione privata
Esposizioni:
Genova, Palazzo Nicolosio Lomellino, Essenze di donna. Da Boldini a De Nittis, fascino e seduzione nella Belle Époque, 2012, n. 26
Milano, Galleria Bottegantica, Ottocento Veneto. Da Favretto a Zandomeneghi, 2013, s.n.
Bibliografia:
E. Piceni, Zandomeneghi, Milano 1967, n. 402, ill. b/n, n.p.
E. Piceni, Zandomeneghi, Busto Arsizio 1991, n. 402, ill. b/n, n.p.
Fondazione E. Piceni, Federico Zandomeneghi. Catalogo generale, Milano 2006, n. 827 ill. b/n p. 376
E. Savoia, S. Bosi, Essenze di donna. Da Boldini a De Nittis, fascino e seduzione nella Belle Époque, catalogo della mostra, Genova 2012, tav. col. n. 26, p. 40, regesto p. 47
E. Savoia, S. Bosi, Ottocento Veneto. Da Favretto a Zandomeneghi, catalogo della mostra, Crocetta del Montello 2013, tav. col. p. 11
Federico Zandomeneghi riceve i primi insegnamenti artistici dal padre Pietro e dal nonno Luigi, che cercheranno di stimolare il suo interesse per le arti, in particolare la scultura, ma il giovane Federico è affascinato fin dall'infanzia dal disegno e dalla pittura. Di conseguenza, si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove avrà come maestri Michelangelo Grigoletti e Pompeo Molmenti. Nel 1859, lascia la sua città natale per evitare il servizio militare, dirigendosi verso Pavia e iscrivendosi all'università, successivamente si sposta a Firenze, dove rimane fino al 1866. Qui, l'incontro con artisti come Signorini e Diego Martelli sarà determinante, ispirandolo a sviluppare uno stile unico e a coltivare il suo talento artistico. Nel 1874 si trasferisce a Parigi, dove inizia ad abbracciare lo stile impressionista, frequentando il Café de la Nouvelle-Atene e divenendo amico intimo di Sisley, Pissarro e Degas. Stimolato proprio da Degas, Zandomeneghi parteciperà a diverse mostre impressioniste, ottenne ampio consenso da parte del pubblico e della critica per la freschezza e la forza delle sue composizioni pittoriche. Le sue modelle preferite erano spesso donne della piccola borghesia parigina, ritratte nella comodità delle loro case, per le strade di Parigi o in ambienti sociali sofisticati, caratterizzate da una solida abilità tecnica nel disegno e una profonda capacità psicologica, elementi che contribuiranno al suo successo. In Zandomeneghi resta sempre vivo il sapiente uso del colore, di radice veneziana, unito all'influenza dei macchiaioli toscani. Caratteristiche evidenti nella nostra tela, dove la protagonista si rivolge verso lo spettatore con uno sguardo languido e provocante, così come la posa, molto naturale, che mostra la spalla scoperta dalla camicetta, involontariamente trattenuta dalla mano di Thècle. Il taglio fotografico, tipico dello stile di Federico Zandomeneghi, sembra guidare lo sguardo verso la giovane donna, relegando tutto il resto ai margini dell'opera.
vecchio cartiglio con la scritta: 'Zandomeneghi Thècle 8776' e il n. 402 (Galleria Durand-Ruel, Parigi); vecchio cartiglio con la scritta 'Zandomeneghi n. 3222 ; Thècle'
Provenienza:
Parigi, Galleria Durand-Ruel
Parigi, Galleria Schwarz
Milano, collezione privata
Esposizioni:
Genova, Palazzo Nicolosio Lomellino, Essenze di donna. Da Boldini a De Nittis, fascino e seduzione nella Belle Époque, 2012, n. 26
Milano, Galleria Bottegantica, Ottocento Veneto. Da Favretto a Zandomeneghi, 2013, s.n.
Bibliografia:
E. Piceni, Zandomeneghi, Milano 1967, n. 402, ill. b/n, n.p.
E. Piceni, Zandomeneghi, Busto Arsizio 1991, n. 402, ill. b/n, n.p.
Fondazione E. Piceni, Federico Zandomeneghi. Catalogo generale, Milano 2006, n. 827 ill. b/n p. 376
E. Savoia, S. Bosi, Essenze di donna. Da Boldini a De Nittis, fascino e seduzione nella Belle Époque, catalogo della mostra, Genova 2012, tav. col. n. 26, p. 40, regesto p. 47
E. Savoia, S. Bosi, Ottocento Veneto. Da Favretto a Zandomeneghi, catalogo della mostra, Crocetta del Montello 2013, tav. col. p. 11
Federico Zandomeneghi riceve i primi insegnamenti artistici dal padre Pietro e dal nonno Luigi, che cercheranno di stimolare il suo interesse per le arti, in particolare la scultura, ma il giovane Federico è affascinato fin dall'infanzia dal disegno e dalla pittura. Di conseguenza, si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove avrà come maestri Michelangelo Grigoletti e Pompeo Molmenti. Nel 1859, lascia la sua città natale per evitare il servizio militare, dirigendosi verso Pavia e iscrivendosi all'università, successivamente si sposta a Firenze, dove rimane fino al 1866. Qui, l'incontro con artisti come Signorini e Diego Martelli sarà determinante, ispirandolo a sviluppare uno stile unico e a coltivare il suo talento artistico. Nel 1874 si trasferisce a Parigi, dove inizia ad abbracciare lo stile impressionista, frequentando il Café de la Nouvelle-Atene e divenendo amico intimo di Sisley, Pissarro e Degas. Stimolato proprio da Degas, Zandomeneghi parteciperà a diverse mostre impressioniste, ottenne ampio consenso da parte del pubblico e della critica per la freschezza e la forza delle sue composizioni pittoriche. Le sue modelle preferite erano spesso donne della piccola borghesia parigina, ritratte nella comodità delle loro case, per le strade di Parigi o in ambienti sociali sofisticati, caratterizzate da una solida abilità tecnica nel disegno e una profonda capacità psicologica, elementi che contribuiranno al suo successo. In Zandomeneghi resta sempre vivo il sapiente uso del colore, di radice veneziana, unito all'influenza dei macchiaioli toscani. Caratteristiche evidenti nella nostra tela, dove la protagonista si rivolge verso lo spettatore con uno sguardo languido e provocante, così come la posa, molto naturale, che mostra la spalla scoperta dalla camicetta, involontariamente trattenuta dalla mano di Thècle. Il taglio fotografico, tipico dello stile di Federico Zandomeneghi, sembra guidare lo sguardo verso la giovane donna, relegando tutto il resto ai margini dell'opera.
LOTS