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NICCOLÒ CANNICCI
Firenze, 1846 - 1906
L'appello
Firmato N Cannicci e datato 1896 in basso a sinistra
Olio su tela, cm 61X111
L'appello
Firmato N Cannicci e datato 1896 in basso a sinistra
Olio su tela, cm 61X111
ESTIMATE € 5,000 - 7,000
Esposizioni:
Torino, Parco del Valentino, Società Promotrice delle Belle Arti, Esposizione LV. Prima Triennale, 1896, n. 200
Bibliografia:
Società Promotrice delle Belle Arti. Esposizione LV. Prima Triennale. Catalogo anno 1896, Torino 1896, p. 24, n. 200
Figlio d'arte, il padre era il pittore Gaetano Cannicci, Niccolò frequenta l'Accademia di Belle Arti di Firenze, sotto la guida di Giuseppe Marubini e di Enrico Pollastrini, la scuola libera di nudo condotta da Antonio Ciseri e dal 1868 si avvicina alla lezione macchiaiola di Giovanni Fattori e Telemaco Signorini. Ben presto, complici la sua sensibilità e delicatezza, si spinge verso soggetti rurali e campestri, trattati in modo idilliaco e poetico. I suoi spunti creativi li ricerca nella Maremma e a San Gimignano, come nel caso della tela qui presentata, spesso trascorrendovi lunghi periodi in solitudine. Il dipinto qui illustrato, realizzato nel 1896, ci permette di ammirare come con toni delicati Cannicci riesca a conferire un gusto crepuscolare all'insieme, intriso di poesia.
Bibliografia di riferimento:
A. De Gubernatis, Dizionario degli artisti viventi, pittori, scultori e architetti, Firenze 1889, ad vocem
P. Papini, Una esposizione de Macchiaioli, in L'Arte, XII, 1906, ad vocem
A. Baboni, La pittura toscana dopo la macchia. 1865-1920: l'evoluzione della pittura del vero, Novara 1994, ad vocem
Torino, Parco del Valentino, Società Promotrice delle Belle Arti, Esposizione LV. Prima Triennale, 1896, n. 200
Bibliografia:
Società Promotrice delle Belle Arti. Esposizione LV. Prima Triennale. Catalogo anno 1896, Torino 1896, p. 24, n. 200
Figlio d'arte, il padre era il pittore Gaetano Cannicci, Niccolò frequenta l'Accademia di Belle Arti di Firenze, sotto la guida di Giuseppe Marubini e di Enrico Pollastrini, la scuola libera di nudo condotta da Antonio Ciseri e dal 1868 si avvicina alla lezione macchiaiola di Giovanni Fattori e Telemaco Signorini. Ben presto, complici la sua sensibilità e delicatezza, si spinge verso soggetti rurali e campestri, trattati in modo idilliaco e poetico. I suoi spunti creativi li ricerca nella Maremma e a San Gimignano, come nel caso della tela qui presentata, spesso trascorrendovi lunghi periodi in solitudine. Il dipinto qui illustrato, realizzato nel 1896, ci permette di ammirare come con toni delicati Cannicci riesca a conferire un gusto crepuscolare all'insieme, intriso di poesia.
Bibliografia di riferimento:
A. De Gubernatis, Dizionario degli artisti viventi, pittori, scultori e architetti, Firenze 1889, ad vocem
P. Papini, Una esposizione de Macchiaioli, in L'Arte, XII, 1906, ad vocem
A. Baboni, La pittura toscana dopo la macchia. 1865-1920: l'evoluzione della pittura del vero, Novara 1994, ad vocem
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