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PITTORE ATTIVO A ROMA NEL XVII SECOLO
I Santi Pietro e Paolo
Olio su tela, cm 51X63,5
Olio su tela, cm 51X63,5
ESTIMATE € 3,000 - 5,000
Provenienza:
Collezione privata
Il dipinto esibisce una verace sensibilità caravaggesca e in modo particolare l'influenza di Bartolomeo Manfredi (Ostiano, 1582 ; Roma, 1622). È infatti evidente il confronto con la tela di medesimo soggetto, e dovute varianti, appartenente al Metropolitan Museum databile intorno al 1620. Preso atto del 'metodo manfrediano' dell'immagine, percepiamo che l'autore ha altresì ben chiari gli esempi di Nicolas Tournier, Giuseppe Ribera e Valentin de Boulogne, mostrando nondimeno una consapevole autonomia stilistica che conduce a riconoscere la mano di Bartolomeo Mendozzi (Leonessa, 1600 circa ; Roma, 1644). Attivo a Roma durante la prima metà del XVII secolo, il catalogo di Bartolomeo Mendozzi era sino a pochi anni fa riferito all'anonimo Maestro dell'Incredulità di San Tommaso, i cui primi contributi si devono a Gianni Papi (Cfr. G. Papi, Il Maestro dell'Incredulità di San Tommaso, in Arte Cristiana, 779, 1997, pp. 121-130). Lo studioso, prendendo a riferimento la tela raffigurante l'Incredulità di Tommaso conservata a Palazzo Valentini a Roma, raccolse un corpus omogeneo, ravvisandone il carattere caravaggesco e le analogie con Bartolomeo Manfredi, Nicolas Tournier, Giuseppe Ribera e Valentin de Boulogne (Cfr. G. Papi, Il Maestro dell'Incredulità di San Tommaso, in Il genio degli anonimi. Maestri caravaggeschi a Roma e a Napoli, catalogo della mostra a cura di G. Papi, Milano 2005, pp. 79-99, 123-124). Il riconoscimento dell'autore con Bartolomeo Mendozzi è invece fatto recente grazie agli studi di Francesca Curti (Cfr. F. Curti, Su Bartolomeo Mendozzi, caravaggesco dimenticato. Per l'identificazione del Maestro dell'Incredulità di San Tommaso, in Nuovi Studi, 25, 2020, pp. 75-109). La precisazione di questa singolare personalità artistica ha poi permesso di valutarne la fortuna collezionistica e critica, evidenziando come il pittore di Leonessa era ben inserito negli ambienti barberiniani e la presenza di sue opere nelle più prestigiose raccolte, come quella Giustiniani e Savoia (Cfr. F. Curti, Bartolomeo Mendozzi alias Maestro dell'Incredulità di San Tommaso: un allievo di Manfredi nella Roma degli anni Trenta e Quaranta, in Barocco in chiaroscuro. Persistenze e rielaborazioni del caravaggismo nell'arte del Seicento, Roma, Napoli, Venezia 1630-1680, a cura di A. Cosma, Y. Primarosa, Roma 2020, pp. 40-58). Tornando alla tela in esame, si qualifica bene come opera dell'artista e rivela precisi confronti con la sua produzione migliore, mostrando una non comune incisività pittorica che si coglie osservando le mani e il fortissimo naturalismo dei volti, i medesimi che riscontriamo appunto nella già citata Incredulità di Tommaso di Palazzo Valentini o nel Concerto di Musici e Pastori conservato al Circolo ufficiali di Presidio a Torino, il Concerto di collezione privata (Cfr. Curti 2020, pp. 50 ; 51, figg. 10-11) e i Santi Pietro e Paolo già Sotheby's di New York che, già assegnati a Simon Vouet, sono stati ricondotti al Mendozzi da Massimo Pulini (Cfr. M. Pulini, Bartolomeo Mendozzi da Leonessa. Un Maestro del Seicento tra l'incredulità, il caso Ducamps e i nuovi documenti, Rimini 2022, pp. 90-95).
Collezione privata
Il dipinto esibisce una verace sensibilità caravaggesca e in modo particolare l'influenza di Bartolomeo Manfredi (Ostiano, 1582 ; Roma, 1622). È infatti evidente il confronto con la tela di medesimo soggetto, e dovute varianti, appartenente al Metropolitan Museum databile intorno al 1620. Preso atto del 'metodo manfrediano' dell'immagine, percepiamo che l'autore ha altresì ben chiari gli esempi di Nicolas Tournier, Giuseppe Ribera e Valentin de Boulogne, mostrando nondimeno una consapevole autonomia stilistica che conduce a riconoscere la mano di Bartolomeo Mendozzi (Leonessa, 1600 circa ; Roma, 1644). Attivo a Roma durante la prima metà del XVII secolo, il catalogo di Bartolomeo Mendozzi era sino a pochi anni fa riferito all'anonimo Maestro dell'Incredulità di San Tommaso, i cui primi contributi si devono a Gianni Papi (Cfr. G. Papi, Il Maestro dell'Incredulità di San Tommaso, in Arte Cristiana, 779, 1997, pp. 121-130). Lo studioso, prendendo a riferimento la tela raffigurante l'Incredulità di Tommaso conservata a Palazzo Valentini a Roma, raccolse un corpus omogeneo, ravvisandone il carattere caravaggesco e le analogie con Bartolomeo Manfredi, Nicolas Tournier, Giuseppe Ribera e Valentin de Boulogne (Cfr. G. Papi, Il Maestro dell'Incredulità di San Tommaso, in Il genio degli anonimi. Maestri caravaggeschi a Roma e a Napoli, catalogo della mostra a cura di G. Papi, Milano 2005, pp. 79-99, 123-124). Il riconoscimento dell'autore con Bartolomeo Mendozzi è invece fatto recente grazie agli studi di Francesca Curti (Cfr. F. Curti, Su Bartolomeo Mendozzi, caravaggesco dimenticato. Per l'identificazione del Maestro dell'Incredulità di San Tommaso, in Nuovi Studi, 25, 2020, pp. 75-109). La precisazione di questa singolare personalità artistica ha poi permesso di valutarne la fortuna collezionistica e critica, evidenziando come il pittore di Leonessa era ben inserito negli ambienti barberiniani e la presenza di sue opere nelle più prestigiose raccolte, come quella Giustiniani e Savoia (Cfr. F. Curti, Bartolomeo Mendozzi alias Maestro dell'Incredulità di San Tommaso: un allievo di Manfredi nella Roma degli anni Trenta e Quaranta, in Barocco in chiaroscuro. Persistenze e rielaborazioni del caravaggismo nell'arte del Seicento, Roma, Napoli, Venezia 1630-1680, a cura di A. Cosma, Y. Primarosa, Roma 2020, pp. 40-58). Tornando alla tela in esame, si qualifica bene come opera dell'artista e rivela precisi confronti con la sua produzione migliore, mostrando una non comune incisività pittorica che si coglie osservando le mani e il fortissimo naturalismo dei volti, i medesimi che riscontriamo appunto nella già citata Incredulità di Tommaso di Palazzo Valentini o nel Concerto di Musici e Pastori conservato al Circolo ufficiali di Presidio a Torino, il Concerto di collezione privata (Cfr. Curti 2020, pp. 50 ; 51, figg. 10-11) e i Santi Pietro e Paolo già Sotheby's di New York che, già assegnati a Simon Vouet, sono stati ricondotti al Mendozzi da Massimo Pulini (Cfr. M. Pulini, Bartolomeo Mendozzi da Leonessa. Un Maestro del Seicento tra l'incredulità, il caso Ducamps e i nuovi documenti, Rimini 2022, pp. 90-95).
LOTS