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JOACHIM VON SANDRART
(Francoforte sul Meno, 1606 - Norimberga, 1688)
Scena allegorica
Olio su tela, cm 85X111
Scena allegorica
Olio su tela, cm 85X111
ESTIMATE € 5,000 - 8,000
Provenienza:
Collezione privata
Già riferito a Gerrit van Honthorst, il dipinto è stato ricondotto al catalogo di Sandrart da Bodart. Della sua lunga vicenda umana e attività da conto l'artista stesso nella lunga autobiografia, in cui le informazioni fornite sono condite da una dose considerevole di autocelebrazione, ma nel complesso si sono rivelate veritiere sulla base degli studi successivi. Il pittore, formatosi come incisore con Sadeler a Norimberga e a Praga, nel 1625 è documentato a Utrecht con Gerard van Honthorst e l'anno successivo ad Amsterdam, partecipe della bottega di Rubens (cfr. Sandrart 1675, vol. II, libro 3, p. 291). Seguendo i suoi spostamenti dall'Inghilterra a Malta, lo sappiamo nei Paesi Bassi nel 1625 e nel 1637-1645, mentre il soggiorno in Italia fu dal 1629 al 1635 dove, oltre a Roma è documentato anche a Napoli, Venezia, Bologna e Firenze. Nella Città Eterna fornì i disegni per incisioni destinati ad illustrare l'opera La Galleria Giustiniana, pubblicata in due volumi nel 1631, tra cui dipinse il ritratto di papa Urbano VIII e la bellissima Morte di Seneca per Vincenzo Giustiniani, andata distrutta nel 1945 a Berlino. Tornando alla nostra tela sono le particolari fisionomie dei personaggi a suggerire l'attribuzione: le medesime sono riscontrabili, ad esempio, nell'Allegoria di Dicembre del Bayerische Staatsgemäldesammlungen e nella Pesatrice d'oro conservata al Museumslandschaft Hessen di Kassel.
L'opera è corredata da una scheda critica di Didier Bodart.
Bibliografia di riferimento:
C. Klemm, Joachim von Sandrart: Kunstwerke und Lebenslauf, Berlino 1986, ad vocem
Collezione privata
Già riferito a Gerrit van Honthorst, il dipinto è stato ricondotto al catalogo di Sandrart da Bodart. Della sua lunga vicenda umana e attività da conto l'artista stesso nella lunga autobiografia, in cui le informazioni fornite sono condite da una dose considerevole di autocelebrazione, ma nel complesso si sono rivelate veritiere sulla base degli studi successivi. Il pittore, formatosi come incisore con Sadeler a Norimberga e a Praga, nel 1625 è documentato a Utrecht con Gerard van Honthorst e l'anno successivo ad Amsterdam, partecipe della bottega di Rubens (cfr. Sandrart 1675, vol. II, libro 3, p. 291). Seguendo i suoi spostamenti dall'Inghilterra a Malta, lo sappiamo nei Paesi Bassi nel 1625 e nel 1637-1645, mentre il soggiorno in Italia fu dal 1629 al 1635 dove, oltre a Roma è documentato anche a Napoli, Venezia, Bologna e Firenze. Nella Città Eterna fornì i disegni per incisioni destinati ad illustrare l'opera La Galleria Giustiniana, pubblicata in due volumi nel 1631, tra cui dipinse il ritratto di papa Urbano VIII e la bellissima Morte di Seneca per Vincenzo Giustiniani, andata distrutta nel 1945 a Berlino. Tornando alla nostra tela sono le particolari fisionomie dei personaggi a suggerire l'attribuzione: le medesime sono riscontrabili, ad esempio, nell'Allegoria di Dicembre del Bayerische Staatsgemäldesammlungen e nella Pesatrice d'oro conservata al Museumslandschaft Hessen di Kassel.
L'opera è corredata da una scheda critica di Didier Bodart.
Bibliografia di riferimento:
C. Klemm, Joachim von Sandrart: Kunstwerke und Lebenslauf, Berlino 1986, ad vocem
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