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PITTORE ATTIVO A ROMA NEL XVIII SECOLO
Natura morta con pappagallo e fichi
Olio su tela, cm 44X59
Olio su tela, cm 44X59
ESTIMATE € 2,000 - 3,000
Provenienza:
Collezione privata
La tela, sia pur di misure contenute, riesce ad esprimere una solennità inattesa, grazie ad una regia luministica capace di evocare e descrivere al meglio lo spazio scenico. Dal punto di vista stilistico, l'opera presenta qualità ragguardevoli e si può riferire ad un artista attivo in Italia, riconoscibile nei suoi esiti alle prove di Ludovico Stern (Roma, 1709-1777) per la delicatezza delle stesure e le tonalità pastello. L'immagine, inoltre, anche se visibilmente distante dagli esempi di esasperato naturalismo, non manca di requisiti di mimesi ben espressi nella resa dei petali e del bellissimo piumaggio del pappagallo, evocando quegli effetti essenziali per offrire all'osservatore l'illusione della realtà. Ludovico Stern nacque a Roma e seguì gli insegnamenti del padre Ignazio, di origine bavaresi ed abile pittore di nature morte che si era trasferito in Italia intorno al 1700. Lavorò fin da giovane nella bottega del padre, studiando successivamente presso l'Accademia di Parma e nominato, nel 1756, accademico di merito dall'Accademia di San Luca, nel 1741 fu accolto nella Congregazione dei Virtuosi del Pantheon. Questa tela trova altresì confronto con i vasi fioriti conservati nel Museo di Palazzo Pretorio a Prato (cfr. M. P. Mannini e C. Gnoni Mavarelli, Il Museo di Palazzo Pretorio a Prato, Firenze 2015, pp. 208-209, n. 68).
Bibliografia di riferimento:
F. Petrucci, K. D. Marignoli, Ludovico Stern 1709-1777. Pittore del '700 romano tra Rococò e Neoclassicismo, Roma 2012, ad vocem
Collezione privata
La tela, sia pur di misure contenute, riesce ad esprimere una solennità inattesa, grazie ad una regia luministica capace di evocare e descrivere al meglio lo spazio scenico. Dal punto di vista stilistico, l'opera presenta qualità ragguardevoli e si può riferire ad un artista attivo in Italia, riconoscibile nei suoi esiti alle prove di Ludovico Stern (Roma, 1709-1777) per la delicatezza delle stesure e le tonalità pastello. L'immagine, inoltre, anche se visibilmente distante dagli esempi di esasperato naturalismo, non manca di requisiti di mimesi ben espressi nella resa dei petali e del bellissimo piumaggio del pappagallo, evocando quegli effetti essenziali per offrire all'osservatore l'illusione della realtà. Ludovico Stern nacque a Roma e seguì gli insegnamenti del padre Ignazio, di origine bavaresi ed abile pittore di nature morte che si era trasferito in Italia intorno al 1700. Lavorò fin da giovane nella bottega del padre, studiando successivamente presso l'Accademia di Parma e nominato, nel 1756, accademico di merito dall'Accademia di San Luca, nel 1741 fu accolto nella Congregazione dei Virtuosi del Pantheon. Questa tela trova altresì confronto con i vasi fioriti conservati nel Museo di Palazzo Pretorio a Prato (cfr. M. P. Mannini e C. Gnoni Mavarelli, Il Museo di Palazzo Pretorio a Prato, Firenze 2015, pp. 208-209, n. 68).
Bibliografia di riferimento:
F. Petrucci, K. D. Marignoli, Ludovico Stern 1709-1777. Pittore del '700 romano tra Rococò e Neoclassicismo, Roma 2012, ad vocem
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