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GIOVANNI BENEDETTO CASTIGLIONE detto IL GRECHETTO
(Genova, 1609 - Mantova, 1664)
Il viaggio di Rebecca (1632 circa)
Olio su tela, cm 96X146,5
Il viaggio di Rebecca (1632 circa)
Olio su tela, cm 96X146,5
ESTIMATE € 16,000 - 24,000
Provenienza:
Milano, collezione privata
Mercato antiquario
Genova, collezione privata
Bibliografia:
A. Orlando, Dipinti genovesi dal Cinquecento al Settecento. Ritrovamenti dal collezionismo privato, Torino 2010, p. 80, fig. 27
F. Rotatori, Da Genova a Roma. Artisti genovesi all'Accademia di San Luca, in Da Cambiaso a Magnasco. Sguardi genovesi, catalogo della mostra a cura di A. Orlando e A. Marengo, Genova 2020, I, cat. A8, pp. 399-400
A. Orlando, in Gio. Benedetto Castiglione. Il Grechetto genovese a Roma. Committenza e opere, a cura di A. Orlando e F. Rotatori, Genova 2022, pp. 94-95, n; 1
Riconosciuto da Anna Orlando alla mano di Giovanni Benedetto Castiglione nel 2005 e successivamente da Timothy Standring, il dipinto raffigura il Viaggio di Rebecca. Il tema fu più volte affrontato dall'artista che, ispirandosi agli esodi patriarcali di Abramo, Isacco e Giacobbe, coglieva l'opportunità di descrivere con spigliatezza naturalistica paesaggi, animali e formidabili brani di natura morta. In un documento romano del 1635 infatti, il Castiglione risulta noto in virtù di tali soggetti: 'Il Quale dipingeva Spesso li viaggi di Giacobbe' (Cfr. Archivio di Stato di Roma, Tribunale criminale del Governatore, Processi, vol. 302 22 marzo 1635 e giorni seguenti, 893-1007, pubblicata in parte da Antonino Bertolotti, Artisti subalpini a Roma XV, Secoli XVI e XVII, Mantova 1884 [edizione Bologna 1965], pp. 177-186). È quindi importante notare che la tela è giudicata dalla studiosa tra le sue prime prove, valutando l'incertezza se compiuta ancora a Genova o subito dopo il suo arrivo nella Città Eterna avvenuto nel 1632. Detto ciò, se la stringatezza del paesaggio può suggerire una genesi ancora ligustica, è interessante riscontrare curiose similitudini con gli esiti del cosiddetto Maestro della Betulla/Gaspard Dughet, ponendo di conseguenza il quesito affatto trascurabile del contributo al genere paesistico apportato a Roma dal Grechetto (Cfr. A. F. Blunt, Poussin Studies, V; The Silver Birch Master, in The Burlington Magazine 1950, pp. 69-73; S. Alloisi, Note sul Maestro della Betulla, in Intorno a Poussin, catalogo della mostra a cura di R. Vodret, Roma 1994, pp. 114-125). Bisogna allora tener bene a mente il suo bagaglio culturale, sapendo che a Genova ebbe modo di respirare il naturalismo di Sinibaldo Scorza, di Jan Roos e della cultura fiamminga, suggestioni che l'autore fece confluire agli insegnamenti del Poussin, dei bamboccianti e del cortonismo, compendiandoli in maniera singolarissima quanto la sua predilezione di vestire 'all'Armena', di 'fingersi greco, e sconosciuto'. Appare quindi straordinaria la simbiosi tra i soggetti delle sue tele e l'indole inquieta e viaggiatrice, poco incline a poter essere classificata, ma al contempo fondamentale fonte d'ispirazione per moltissimi artefici. Basti pensare ad Andrea De Lione, a Pier Francesco Mola e Pietro Testa, senza dimenticare Salvator Rosa, tutti accomunati da un temperamento che Luigi Salerno definì 'del dissenso', riconoscendo al Castiglione un ruolo iniziatico per tutti loro e forse, esordendo proprio da questo precoce Viaggio di Rebecca.
Bibliografia di riferimento:
G. Dillon, E. Gavazza, F. Lamera, G. Rotondi Terminiello, t. Standring, L. Tagliaferro, Il genio di Giovanni Battista Castiglione, il Grechetto, catalogo della mostra, Genova 1990, ad vocem
A. Orlando, G. B. Castiglione, in La pittura di paesaggio in Italia, a cura di A. Ottani Cavina, Milano 2004, pp. 264 -266
A. Orlando, Ben imitar coi colori quant'ha di bello il mondo. Dalla nascita dei generi al gusto rococò nella pittura a Genova nel '600 e '700', in I fiori del Barocco. Pittura a Genova dal naturalismo al rococò, catalogo della mostra, Cinisello Balsamo 2006, pp. 11-31
Milano, collezione privata
Mercato antiquario
Genova, collezione privata
Bibliografia:
A. Orlando, Dipinti genovesi dal Cinquecento al Settecento. Ritrovamenti dal collezionismo privato, Torino 2010, p. 80, fig. 27
F. Rotatori, Da Genova a Roma. Artisti genovesi all'Accademia di San Luca, in Da Cambiaso a Magnasco. Sguardi genovesi, catalogo della mostra a cura di A. Orlando e A. Marengo, Genova 2020, I, cat. A8, pp. 399-400
A. Orlando, in Gio. Benedetto Castiglione. Il Grechetto genovese a Roma. Committenza e opere, a cura di A. Orlando e F. Rotatori, Genova 2022, pp. 94-95, n; 1
Riconosciuto da Anna Orlando alla mano di Giovanni Benedetto Castiglione nel 2005 e successivamente da Timothy Standring, il dipinto raffigura il Viaggio di Rebecca. Il tema fu più volte affrontato dall'artista che, ispirandosi agli esodi patriarcali di Abramo, Isacco e Giacobbe, coglieva l'opportunità di descrivere con spigliatezza naturalistica paesaggi, animali e formidabili brani di natura morta. In un documento romano del 1635 infatti, il Castiglione risulta noto in virtù di tali soggetti: 'Il Quale dipingeva Spesso li viaggi di Giacobbe' (Cfr. Archivio di Stato di Roma, Tribunale criminale del Governatore, Processi, vol. 302 22 marzo 1635 e giorni seguenti, 893-1007, pubblicata in parte da Antonino Bertolotti, Artisti subalpini a Roma XV, Secoli XVI e XVII, Mantova 1884 [edizione Bologna 1965], pp. 177-186). È quindi importante notare che la tela è giudicata dalla studiosa tra le sue prime prove, valutando l'incertezza se compiuta ancora a Genova o subito dopo il suo arrivo nella Città Eterna avvenuto nel 1632. Detto ciò, se la stringatezza del paesaggio può suggerire una genesi ancora ligustica, è interessante riscontrare curiose similitudini con gli esiti del cosiddetto Maestro della Betulla/Gaspard Dughet, ponendo di conseguenza il quesito affatto trascurabile del contributo al genere paesistico apportato a Roma dal Grechetto (Cfr. A. F. Blunt, Poussin Studies, V; The Silver Birch Master, in The Burlington Magazine 1950, pp. 69-73; S. Alloisi, Note sul Maestro della Betulla, in Intorno a Poussin, catalogo della mostra a cura di R. Vodret, Roma 1994, pp. 114-125). Bisogna allora tener bene a mente il suo bagaglio culturale, sapendo che a Genova ebbe modo di respirare il naturalismo di Sinibaldo Scorza, di Jan Roos e della cultura fiamminga, suggestioni che l'autore fece confluire agli insegnamenti del Poussin, dei bamboccianti e del cortonismo, compendiandoli in maniera singolarissima quanto la sua predilezione di vestire 'all'Armena', di 'fingersi greco, e sconosciuto'. Appare quindi straordinaria la simbiosi tra i soggetti delle sue tele e l'indole inquieta e viaggiatrice, poco incline a poter essere classificata, ma al contempo fondamentale fonte d'ispirazione per moltissimi artefici. Basti pensare ad Andrea De Lione, a Pier Francesco Mola e Pietro Testa, senza dimenticare Salvator Rosa, tutti accomunati da un temperamento che Luigi Salerno definì 'del dissenso', riconoscendo al Castiglione un ruolo iniziatico per tutti loro e forse, esordendo proprio da questo precoce Viaggio di Rebecca.
Bibliografia di riferimento:
G. Dillon, E. Gavazza, F. Lamera, G. Rotondi Terminiello, t. Standring, L. Tagliaferro, Il genio di Giovanni Battista Castiglione, il Grechetto, catalogo della mostra, Genova 1990, ad vocem
A. Orlando, G. B. Castiglione, in La pittura di paesaggio in Italia, a cura di A. Ottani Cavina, Milano 2004, pp. 264 -266
A. Orlando, Ben imitar coi colori quant'ha di bello il mondo. Dalla nascita dei generi al gusto rococò nella pittura a Genova nel '600 e '700', in I fiori del Barocco. Pittura a Genova dal naturalismo al rococò, catalogo della mostra, Cinisello Balsamo 2006, pp. 11-31
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