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FRANCESCO GUARDI
(Venezia, 1712 - 1793)
Paesaggio con figure
Olio su tela applicata su tavola, cm 14,5X9,8
Paesaggio con figure
Olio su tela applicata su tavola, cm 14,5X9,8
ESTIMATE € 3,000 - 5,000
Provenienza:
Milano, collezione Borromeo
Milano, collezione Gilberto Borromeo
Collezione privata
Reca sul verso:
Cartellino Borromeo con iscritto: Paesaggio del Guardi 188
Scritta: Guardi GB (Gilberto Borromeo) 531
Cartellino ottagonale con il n. 250
Scritta: Acquistato in Venezia (1867-1742?)
Iscritto: 188 I stanza
Secondo le iniziali da riferire a Gilberto Borromeo, il dipinto è parte della collezione Borromeo poi confluita nel più ampio ambito del legato Borromeo-Monti. L'indicazione di acquisto a Venezia, inoltre, pare ben confermare l'appartenenza esclusiva al primogenito del conte Vitaliano, ovvero Gilberto VI (1815-1885), di cui è nota la sua dedizione quasi esclusiva a interessi culturali e artistici. Infatti, l'uomo fu conservatore della Biblioteca Ambrosiana, presidente dell'Accademia di Brera, membro della Fabbrica del Duomo e presidente di diverse esposizioni nazionali di pittura. Sappiamo altresì che Gilberto VI, oltre a curare personalmente le opere della raccolta Borromeo-Monti, si preoccupò di incrementarla (Cfr. La Pinacoteca Borromeo Monti, in Capolavori da scoprire. La collezione Borromeo, catalogo della mostra a cura di A. Di Lorenzo, M. Natale, Milano 2006, pp. 40-56). Tornando al dipinto in esame il gusto illustrativo, la resa libera e vibrante del paesaggio e la sciolta stesura cromatica riflettono i precisi stilemi dell'artista. Sia pur rari gli esempi in tal senso, ossia di paesaggi puri, in quanto la produzione del pittore conta in prevalenza vedute e capricci, il catalogo non manca di simili opere interpretate con le medesime suggestioni atmosferiche e fantastiche. Ciò si evince ad esempio nel Paesaggio della Galleria Nazionale di Edimburgo (Morassi fig. 888) oppure nel Paesaggio campestre del Museo Cagnola di Gazzada (Morassi fig. 885), ma diverse sono le composizioni analoghe contemplate dal Morassi e dal Succi, che correttamente data l'opera in esame alla piena maturità, come i piccoli paesaggi di collezione privata e già Sotheby's da lui pubblicati (fig. 1, cfr. Succi, vol. II, p. 265, nn. 381-383; Londra, Sotheby's, 3 luglio 1991, lotto 80).
Si ringrazia Dario Succi per aver confermato l'attribuzione.
Bibliografia di riferimento:
A. Morassi, Guardi. I dipinti, Milano 1973, ad vocem
D. Succi, Guardi, Itinerario artistico e catalogo dei dipinti e disegni inediti, vol. II, Pordenone 2021, ad vocem
Milano, collezione Borromeo
Milano, collezione Gilberto Borromeo
Collezione privata
Reca sul verso:
Cartellino Borromeo con iscritto: Paesaggio del Guardi 188
Scritta: Guardi GB (Gilberto Borromeo) 531
Cartellino ottagonale con il n. 250
Scritta: Acquistato in Venezia (1867-1742?)
Iscritto: 188 I stanza
Secondo le iniziali da riferire a Gilberto Borromeo, il dipinto è parte della collezione Borromeo poi confluita nel più ampio ambito del legato Borromeo-Monti. L'indicazione di acquisto a Venezia, inoltre, pare ben confermare l'appartenenza esclusiva al primogenito del conte Vitaliano, ovvero Gilberto VI (1815-1885), di cui è nota la sua dedizione quasi esclusiva a interessi culturali e artistici. Infatti, l'uomo fu conservatore della Biblioteca Ambrosiana, presidente dell'Accademia di Brera, membro della Fabbrica del Duomo e presidente di diverse esposizioni nazionali di pittura. Sappiamo altresì che Gilberto VI, oltre a curare personalmente le opere della raccolta Borromeo-Monti, si preoccupò di incrementarla (Cfr. La Pinacoteca Borromeo Monti, in Capolavori da scoprire. La collezione Borromeo, catalogo della mostra a cura di A. Di Lorenzo, M. Natale, Milano 2006, pp. 40-56). Tornando al dipinto in esame il gusto illustrativo, la resa libera e vibrante del paesaggio e la sciolta stesura cromatica riflettono i precisi stilemi dell'artista. Sia pur rari gli esempi in tal senso, ossia di paesaggi puri, in quanto la produzione del pittore conta in prevalenza vedute e capricci, il catalogo non manca di simili opere interpretate con le medesime suggestioni atmosferiche e fantastiche. Ciò si evince ad esempio nel Paesaggio della Galleria Nazionale di Edimburgo (Morassi fig. 888) oppure nel Paesaggio campestre del Museo Cagnola di Gazzada (Morassi fig. 885), ma diverse sono le composizioni analoghe contemplate dal Morassi e dal Succi, che correttamente data l'opera in esame alla piena maturità, come i piccoli paesaggi di collezione privata e già Sotheby's da lui pubblicati (fig. 1, cfr. Succi, vol. II, p. 265, nn. 381-383; Londra, Sotheby's, 3 luglio 1991, lotto 80).
Si ringrazia Dario Succi per aver confermato l'attribuzione.
Bibliografia di riferimento:
A. Morassi, Guardi. I dipinti, Milano 1973, ad vocem
D. Succi, Guardi, Itinerario artistico e catalogo dei dipinti e disegni inediti, vol. II, Pordenone 2021, ad vocem
LOTS