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PITTORE ATTIVO A ROMA NEL XVII-XVIII SECOLO
Allegoria dell'Innocenza
Olio su tela, cm 144X109
Olio su tela, cm 144X109
ESTIMATE € 8,000 - 12,000
Provenienza:
Milano, collezione Vittorio Emanuele e Mina Borromeo (come da etichetta sul verso)
Collezione privata
Opera di evidente carattere bolognese, i cui aspetti di stile e scrittura suggeriscono l'attribuzione a Lorenzo Pasinelli, in particolare il volto della figura, che ricorda quello della Giuditta pubblicata dalla Baroncini (Baroncini, pp. 163-164, n. 3) e la Santa Caterina di Alessandria già Sotheby's (New York, Sotheby's, 28 gennaio 2022, lotto 328). Tuttavia, le stesure e la peculiare diafanità conducono a ipotizzare un riferimento ad Aureliano Milani (Bologna, 1675 ; Roma, 1749), pittore che apprese i primi insegnamenti con lo zio Giulio Cesare per poi frequentare la bottega del Pasinelli e di Cesare Gennari. Per l'artista furono certamente importanti gli esempi dei Carracci e, trasferitosi a Roma nel 1719, le sue opere mostrano l'influenza del classicismo di Carlo Maratti. La sua carriera culminerà nel 1733 con la commissione per le decorazioni a fresco della Galleria degli Specchi di Palazzo Doria-Pamphilj, ciclo chiaramente ispirato all'opera di Annibale e agli affreschi della Galleria Farnese.
Bibliografia di riferimento:
C. Baroncini, Pasinelli, Faenza 1993, ad vocem
Milano, collezione Vittorio Emanuele e Mina Borromeo (come da etichetta sul verso)
Collezione privata
Opera di evidente carattere bolognese, i cui aspetti di stile e scrittura suggeriscono l'attribuzione a Lorenzo Pasinelli, in particolare il volto della figura, che ricorda quello della Giuditta pubblicata dalla Baroncini (Baroncini, pp. 163-164, n. 3) e la Santa Caterina di Alessandria già Sotheby's (New York, Sotheby's, 28 gennaio 2022, lotto 328). Tuttavia, le stesure e la peculiare diafanità conducono a ipotizzare un riferimento ad Aureliano Milani (Bologna, 1675 ; Roma, 1749), pittore che apprese i primi insegnamenti con lo zio Giulio Cesare per poi frequentare la bottega del Pasinelli e di Cesare Gennari. Per l'artista furono certamente importanti gli esempi dei Carracci e, trasferitosi a Roma nel 1719, le sue opere mostrano l'influenza del classicismo di Carlo Maratti. La sua carriera culminerà nel 1733 con la commissione per le decorazioni a fresco della Galleria degli Specchi di Palazzo Doria-Pamphilj, ciclo chiaramente ispirato all'opera di Annibale e agli affreschi della Galleria Farnese.
Bibliografia di riferimento:
C. Baroncini, Pasinelli, Faenza 1993, ad vocem
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