615
JORGE INGLÉS (attr. a)
(Inghilterra, 1420 circa - Castiglia, 1500 circa)
San Michele arcangelo
Olio su tavola, cm 49,7X19,5
San Michele arcangelo
Olio su tavola, cm 49,7X19,5
ESTIMATE € 10,000 - 15,000
Provenienza:
Torino, collezione Giordano
Collezione privata
Bibliografia:
A. Griseri, Nel circuito di Pietro Berruguete fra Spagna e Italia, in Fra Rinascimento e realtà, in Scritti di storia dell'arte in memoria di Anna Maria Brizio. Firenze 1984, p. 5-6, fig. 5 (come attribuito a Pietro Berruguete)
Attribuito a Pietro Berruguete (Paredes de Nava, 1450 circa ; 1503) da Andreina Griseri, la tavola è uno sportello laterale di un piccolo trittico o parte di un pilastrino pertinente a un retablo. Lo stile, invece, rivela la sua genesi iberica per l'iconografia e la gotica struttura architettonica che sovrasta il San Michele, secondo una tipologia memore dei modelli fiamminghi diffusi in area mediterranea. A questo proposito si ricordano ad esempio gli sportelli del polittico di Nicolas Froment conservato nella Cattedrale di Saint Sauveur ad Aix en Provence, sul cui verso a monocromo l'artista raffigura l'Annunciazione con una medesima soluzione illustrativa. Un'affine struttura, ma partecipe della complessa cornice lignea, si osserva nella tavola del Museo Maricel realizzata dal Berruguete tra il 1480 e il 1500, raffigurante un Angelo musico, mentre a rivedere la figura dell'Arcangelo trova collegamenti con il San Michele partecipe del retablo realizzato intorno al 1492 da Joan Reixac per la cattedrale di Segorbe. Detto ciò, i confronti adottati dalla Griseri, citando le parti del polittico di San Pietro Martire del Prado e il San Giovanni a Patmos della Cappella Reale di Granada, tornano adeguatamente, sia pur sempre con la dovuta prudenza. Infatti, secondo il parere orale di Federico Zeri riportato ai proprietari la tavola è si opera spagnola, ma databile tra il 1450 e il 1475 con forti influenze fiamminghe e modi che suggerirebbero l'attribuzione al pittore e miniatore inglese naturalizzato spagnolo Jorge Inglés (1420 circa ; 1500 circa), attivo in Castiglia intorno al 1555. Lo studioso, infatti, confronta l'opera in esame con alcune figure presenti nel grande retablo conservato nel Museo di Valladolid, ravvisando che la scelta compositiva fu poi impiegata in anni successivi da vari artisti di area mediterranea.
Torino, collezione Giordano
Collezione privata
Bibliografia:
A. Griseri, Nel circuito di Pietro Berruguete fra Spagna e Italia, in Fra Rinascimento e realtà, in Scritti di storia dell'arte in memoria di Anna Maria Brizio. Firenze 1984, p. 5-6, fig. 5 (come attribuito a Pietro Berruguete)
Attribuito a Pietro Berruguete (Paredes de Nava, 1450 circa ; 1503) da Andreina Griseri, la tavola è uno sportello laterale di un piccolo trittico o parte di un pilastrino pertinente a un retablo. Lo stile, invece, rivela la sua genesi iberica per l'iconografia e la gotica struttura architettonica che sovrasta il San Michele, secondo una tipologia memore dei modelli fiamminghi diffusi in area mediterranea. A questo proposito si ricordano ad esempio gli sportelli del polittico di Nicolas Froment conservato nella Cattedrale di Saint Sauveur ad Aix en Provence, sul cui verso a monocromo l'artista raffigura l'Annunciazione con una medesima soluzione illustrativa. Un'affine struttura, ma partecipe della complessa cornice lignea, si osserva nella tavola del Museo Maricel realizzata dal Berruguete tra il 1480 e il 1500, raffigurante un Angelo musico, mentre a rivedere la figura dell'Arcangelo trova collegamenti con il San Michele partecipe del retablo realizzato intorno al 1492 da Joan Reixac per la cattedrale di Segorbe. Detto ciò, i confronti adottati dalla Griseri, citando le parti del polittico di San Pietro Martire del Prado e il San Giovanni a Patmos della Cappella Reale di Granada, tornano adeguatamente, sia pur sempre con la dovuta prudenza. Infatti, secondo il parere orale di Federico Zeri riportato ai proprietari la tavola è si opera spagnola, ma databile tra il 1450 e il 1475 con forti influenze fiamminghe e modi che suggerirebbero l'attribuzione al pittore e miniatore inglese naturalizzato spagnolo Jorge Inglés (1420 circa ; 1500 circa), attivo in Castiglia intorno al 1555. Lo studioso, infatti, confronta l'opera in esame con alcune figure presenti nel grande retablo conservato nel Museo di Valladolid, ravvisando che la scelta compositiva fu poi impiegata in anni successivi da vari artisti di area mediterranea.
LOTS