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BERNARDO PARENTINO
(attivo a Mantova e a Padova durante la seconda metà del XV Secolo)
Madonna con il Bambino
Olio su tavola, cm 62X34
Madonna con il Bambino
Olio su tavola, cm 62X34
ESTIMATE € 10,000 - 15,000
Provenienza:
Parigi, Galleria Georges Petit, vendita collezione Cernuschi, 25-26 maggio 1900?
Berlino, Asta Lepke, 25-26 novembre 1919, lotto 87 (come Francesco Squarcione)
Amsterdam, collezione O. Lanz (fino al 1939; come Girolamo da Treviso)
Mercato antiquario
Firenze, Galleria Salocchi (1954-1958)
Venezia, Collezione Cini
Torino, collezione Giordano
Collezione privata
Bibliografia:
D. Lipton, Francesco Squarcione, Phil. Diss., New York University 1974, n. 74 (come Francesco Squarcione)
F. Romei, P. Tosini, Collezioni veneziane nelle foto di Umberto Rossi. Dipinti e disegni dal XIV al XVIII secolo, Napoli 1995, pp. 19-20, n. 9 (come anonimo squarcionesco verso il 1450-1460)
Archivio Zeri, n. 26354 (come Bernardo Parentino)
Bernardo da Parenzo, detto anche Bernardo Parentino, nasce nell'omonima città istriana intorno al 1450 e la sua formazione avvenne probabilmente nelle botteghe di Giovanni Storlato e dello Squarcione, ma è indubbia la sua prossimità ai modi del Mantegna. Le sue creazioni riflettono altresì influenze nordiche e ferraresi, ma non gli sono estranee le opere dei veronesi Domenico Morone e Francesco Monsignori. Tra le opere precoci segnaliamo il firmato Cristo portacroce con i Santi Agostino e Girolamo conservato alla Galleria Estense di Modena, mentre riferibili alla maturità, intorno al 1495, sono i depauperati affreschi raffiguranti le Storie di San Benedetto del chiostro di santa Giustina a Padova. Dal punto di vista formale la figura della Vergine e la tipologia del volto appartengono al lessico del pittore, per non dire del bellissimo brano a monocromo a imitazione di un bassorilievo classico, che documenta la cultura antiquaria diffusa a Padova da Donatello e quanto mai apprezzata dalla committenza mantovana di Francesco II Gonzaga. Detto ciò, il catalogo dell'artista è quanto mai scarno, contando poco più di una decina di opere a cui si può aggiungere la tavola in esame che, riferita al maestro da Federico Zeri, recava diverse e autorevoli attribuzioni. Von Hadeln e Knapp la ritenevano opera giovanile di Giovanni Bellini, Offner di Lorenzo Veneziano, Longhi opera precoce di Gentile Bellini, Van Marle proponeva il nome del collaboratore di Mantegna agli eremitani Ansuino da Forlì. William Suida invece, lo classificò come artista padovano, Gronau pensava a un pittore prossimo a Mantegna verso il 1470, Lanz propose il nome di Girolamo da Treviso e infine secondo il Romei e la Cavazzini il dipinto si deve giudicare quale opera dell'orbita di Squarcione verso il 1450-1460.
Bibliografia di riferimento:
A. De Nicolò Salmazo, Bernardino da Parenzo. Un pittore antiquario di fini Quattrocento, Padova 1989, ad vocem
A. De Nicolò Salmazo, in La Pittura nel Veneto. Il Quattrocento, a cura di Mauro Lucco, Milano 1990, II, pp. 521-534
M. Danieli, S. Weppelman, in Mantegna a Mantova 1460-1506, catalogo della mostra a cura di M. Lucco, Milano 2006, pp. 146-151, nn. 39-43
Parigi, Galleria Georges Petit, vendita collezione Cernuschi, 25-26 maggio 1900?
Berlino, Asta Lepke, 25-26 novembre 1919, lotto 87 (come Francesco Squarcione)
Amsterdam, collezione O. Lanz (fino al 1939; come Girolamo da Treviso)
Mercato antiquario
Firenze, Galleria Salocchi (1954-1958)
Venezia, Collezione Cini
Torino, collezione Giordano
Collezione privata
Bibliografia:
D. Lipton, Francesco Squarcione, Phil. Diss., New York University 1974, n. 74 (come Francesco Squarcione)
F. Romei, P. Tosini, Collezioni veneziane nelle foto di Umberto Rossi. Dipinti e disegni dal XIV al XVIII secolo, Napoli 1995, pp. 19-20, n. 9 (come anonimo squarcionesco verso il 1450-1460)
Archivio Zeri, n. 26354 (come Bernardo Parentino)
Bernardo da Parenzo, detto anche Bernardo Parentino, nasce nell'omonima città istriana intorno al 1450 e la sua formazione avvenne probabilmente nelle botteghe di Giovanni Storlato e dello Squarcione, ma è indubbia la sua prossimità ai modi del Mantegna. Le sue creazioni riflettono altresì influenze nordiche e ferraresi, ma non gli sono estranee le opere dei veronesi Domenico Morone e Francesco Monsignori. Tra le opere precoci segnaliamo il firmato Cristo portacroce con i Santi Agostino e Girolamo conservato alla Galleria Estense di Modena, mentre riferibili alla maturità, intorno al 1495, sono i depauperati affreschi raffiguranti le Storie di San Benedetto del chiostro di santa Giustina a Padova. Dal punto di vista formale la figura della Vergine e la tipologia del volto appartengono al lessico del pittore, per non dire del bellissimo brano a monocromo a imitazione di un bassorilievo classico, che documenta la cultura antiquaria diffusa a Padova da Donatello e quanto mai apprezzata dalla committenza mantovana di Francesco II Gonzaga. Detto ciò, il catalogo dell'artista è quanto mai scarno, contando poco più di una decina di opere a cui si può aggiungere la tavola in esame che, riferita al maestro da Federico Zeri, recava diverse e autorevoli attribuzioni. Von Hadeln e Knapp la ritenevano opera giovanile di Giovanni Bellini, Offner di Lorenzo Veneziano, Longhi opera precoce di Gentile Bellini, Van Marle proponeva il nome del collaboratore di Mantegna agli eremitani Ansuino da Forlì. William Suida invece, lo classificò come artista padovano, Gronau pensava a un pittore prossimo a Mantegna verso il 1470, Lanz propose il nome di Girolamo da Treviso e infine secondo il Romei e la Cavazzini il dipinto si deve giudicare quale opera dell'orbita di Squarcione verso il 1450-1460.
Bibliografia di riferimento:
A. De Nicolò Salmazo, Bernardino da Parenzo. Un pittore antiquario di fini Quattrocento, Padova 1989, ad vocem
A. De Nicolò Salmazo, in La Pittura nel Veneto. Il Quattrocento, a cura di Mauro Lucco, Milano 1990, II, pp. 521-534
M. Danieli, S. Weppelman, in Mantegna a Mantova 1460-1506, catalogo della mostra a cura di M. Lucco, Milano 2006, pp. 146-151, nn. 39-43
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